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19 luglio 2019

La persecuzione dei rifugiati cinesi della Chiesa di Dio Onnipotente in Corea del Sud non deve ricominciare

Che la Chiesa di Dio Onnipotente (CDO) in Cina sia brutalmente perseguitata, con migliaia di arresti e numerosi casi ben documentati di tortura e uccisioni extra-giudiziali, è ormai un fatto assodato, riconosciuto tra l’altro da documenti ufficiali emessi dalle Nazioni Unite e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America. Centinaia di fedeli della CDO sono scappati in Corea del Sud, dove hanno richiesto lo stato di rifugiati.
Nel settembre 2018, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha costretto, o convinto con le minacce, i parenti di alcuni di loro a recarsi in Corea per domandare che i richiedenti asilo «tornassero a casa», cioè che tornassero in Cina dove, invece che a “casa”, andrebbero in prigione. O Myung-ok, che gestisce una piccola organizzazione anti-sette e a favore del PCC con sede in Corea, ha reclutato in loco alcuni manifestanti professionisti e ha organizzato false “manifestazioni spontanee” a Seul. I “manifestanti” hanno affermato che non esiste persecuzione religiosa in Cina e che i fedeli della CDO che richiedono asilo in Corea dovrebbero essere espulsi e rinviati nel loro Paese. L’operazione è stata denunciata come una truffa da parte di alcune ONG internazionali e si è conclusa in un fallimento. Non un solo rifugiato della CDO è tornato in Cina a seguito delle manifestazioni.
Il PCC ora lo sta facendo un’altra volta. Di nuovo, i parenti dei rifugiati della CDO, in realtà in numero maggiore rispetto a prima, vengono confusi e costretti a prepararsi per recarsi a Seul, dove saranno organizzate altre false manifestazioni, verosimilmente di più ampia portata. È vergognoso che gli agenti del PCC abbiano il permesso di portare le proprie nefande attività in Corea del Sud, un Paese democratico.
Sollecitiamo con decisione le autorità coreane a garantire asilo ai fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente che, se tornassero in Cina, sarebbero arrestati, detenuti e torturati, e a impedire che i servizi segreti cinesi e i loro complici coreani continuino le vessazioni contro i rifugiati in Corea del Sud.
16 luglio 2019
CAP-LC – Coordination des Associations et des Particuliers pour la Liberté de Conscience
CESNUR – Centro Studi sulle Nuove Religioni
Citizen Power Initiatives for China
EIFRF – European Inter-Religious Forum for Religious Freedom
EMISCO – Azione dei musulmani europei per la coesione sociale
Gerard Noodt Foundation for Freedom of Religion or Belief
FOB – European Federation for Freedom of Belief
FOREF – Forum for Religious Freedom Europe
HRWF – Human Rights Without Frontiers
LIREC – Centro Studi sulla libertà di religione, credo e coscienza
ORLIR – Osservatorio internazionale sulla libertà religiosa dei profughi
Coalizione Stefanus
Soteria International – Spiritual Human Rights
Fonte: BITTER WINTER

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