Una dolce vita di coppia
Ogni anno in Malesia, durante la Festa delle Lanterne, esistono molti luoghi dove è possibile giocare al lancio dei mandarini. In questo giorno, molte ragazze nubili scrivono il proprio numero di telefono o recapito su dei mandarini cinesi che, successivamente, buttano nell’acqua nella speranza di trovare un buon marito. Nel caso in cui qualche giovane ragazzo lo raccolga, la coppia avrà un appuntamento e potrà conversare davanti a una tazza di tè, o potrà incontrarsi direttamente sul luogo e scambiarsi i rispettivi recapiti. Fu proprio in questo modo che conobbi mia moglie.
Poco dopo il nostro primo incontro ci fidanzammo, e successivamente ci sposammo. Dopo il matrimonio mi ripromisi di regalare a mia moglie una famiglia felice e di non farla mai più sentire sola.
I litigi dopo il matrimonio
Tuttavia, la situazione si rivelò ben più complessa di quanto avessi immaginato. Appena dopo il matrimonio iniziarono a emergere tra di noi una serie di conflitti. Nella speranza di migliorare la situazione, acquistai un mu (0.16 acri) di terreno per coltivare verdure. Ogni mattina uscivo di casa alle quattro per vendere verdure e tornavo solo verso le sette di sera. Anche mia moglie rimaneva fuori casa dall’alba al tramonto. Quando tornavo a casa, per via della stanchezza dopo una lunga giornata di lavoro, ci scambiavamo solo qualche parola al momento del suo ritorno e poi andavo a dormire. Non mi interessavo dei problemi e delle difficoltà che aveva incontrato al lavoro; fatta eccezione per le vacanze, raramente avevamo conversazioni intime e sincere. In seguito, alcuni fraintendimenti ci portarono spesso a discutere per inezie. Lei si lamentava del fatto che non mi curassi di lei e dei suoi sentimenti. Rendendomi conto dei miei errori e ripensando alla promessa inziale nei suoi confronti, cercai di rimediare e di capirla. Pertanto, quando tornava dal lavoro, se la vedevo infelice o preoccupata per qualcosa, cercavo di dimostrarle il mio interesse. Ma ogni volta lei rispondeva nervosamente: “Anche se te lo dicessi, non capiresti. Basta con le domande”. Quelle parole mi mettevano a disagio, e pensavo: “Se non chiedessi, significherebbe che non mi importa di te; chiedo e mi dici che non sono affari miei. Cosa vuoi che faccia?”. Essendomi scontrato con un muro diverse volte, non le chiesi più nulla e quando la vedevo infelice mi allontanavo da lei per evitare di provocarla.
Il nostro allontanamento aumentava con il passare del tempo. Litigavamo per sciocchezze, e sempre più frequentemente. A volte, per esempio, mi faceva delle domande mentre stavo lavorando e il fatto che io non rispondessi ci faceva litigare; litigavamo anche quando mi faceva delle domande improvvise mentre guidavo e io non rispondevo immediatamente; si lamentava della mia non curanza nei suoi confronti. Cominciò a gettare il proprio portafoglio e altre cose a terra: all’inizio mi dimostrai paziente, ma se lei non smetteva non potevo evitare di discutere. Iniziammo a litigare sempre più duramente e, alla fine, giunsi alla conclusione che l’unica soluzione possibile fosse rimanere tranquillo e aspettare che lei si calmasse. A volte non ci parlavamo per due o tre giorni, altre anche una settimana.
Dopo ogni discussione si recava a casa di un’amica per parlare e non tornava a casa fino alla mattina seguente. Una volta tornai a casa e finii le faccende domestiche senza che mia moglie fosse ancora tornata. Le telefonai ma non rispose; tornò a casa dopo le due di mattina. Ero molto arrabbiato e iniziammo a discutere: era così in collera che voleva andarsene con il nostro certificato di matrimonio. Durante la discussione, feci incautamente pressione sul suo polso causandole una microfrattura. La sua sofferenza mi fece sentire profondamente in colpa e a disagio. Pensavo spesso: “Perché litighiamo sempre? Non possiamo vivere serenamente?”. Dopo quell’occasione non litigammo per qualche tempo; il nostro allontanamento, tuttavia, non si risolse.
Alla ricerca di una buona medicina
Nell’ aprile del 2016 mia moglie accolse la parola di nostro Signore Gesù. Al fine di coltivare un comune interesse e migliorare la comunicazione tra di noi, decisi di credere anch’io nel Signore. Durante un incontro, sentendo un pastore parlare dell’amorevole Signore Gesù e di come questi si fece crocifiggere per l’umanità sacrificando fino all’ultima goccia del proprio sangue, rimasi profondamente colpito dall’immenso amore del nostro Signore e decisi di credere in Lui adeguatamente. Leggendo poi nella Bibbia che il Signore amava l’uomo e perdonava gli altri settanta volte sette, mi resi conto di quanto immensa fosse la sua misericordia; iniziai quindi a seguire l’esempio di Signore Gesù cercando di mostrare lo stesso amore. Cercai di tollerare mia moglie: dopo ciascuna discussione, indipendentemente da chi avesse torto, prendevo l’iniziativa, mi scusavo e tornavo a renderla felice. Tuttavia, realizzai ben presto che tale atteggiamento non funzionava e che mia moglie non era affatto cambiata. Dopo qualche tempo iniziai a percepire un forte squilibrio interiore, che mi portò a pensare: “Sono un uomo e ho una dignità. Non posso continuare in questo modo”. Da qual momento, indipendentemente da quanto mia moglie fosse arrabbiata, smisi di persuaderla.
In questa situazione, estremamente dolorosa, pregai il Signore: “Signore, Tu sei tollerante e hai pietà di noi uomini; io non riesco a fare lo stesso. Ti prego di guidarmi nel trovare una soluzione al dissidio tra me e mia moglie”. Dopo la mia preghiera mi collegai a Facebook e ascoltai alcuni pastori predicare circa il matrimonio. Le loro parole mi fecero capire che non bisogna mai protrarre la rabbia dopo il litigio ma accantonare i risentimenti e rispettare gli insegnamenti del Signore. Proprio come dice la Bibbia: a chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra e perdona fino a settanta volte sette. Tuttavia, pensai che agire in questo modo non mi sarebbe stato di alcun aiuto. Dovrebbe essere abbastanza che abbia potuto perdonare mia moglie tre volte. Per quanto tempo dovrei continuare a perdonarla prima di vedere un cambiamento da parte sua? Nonostante anche lei cercasse di praticare, nel momento in cui bisognava applicare gli insegnamenti preferiva litigare senza controllo. Poiché né i pastori né gli anziani mi fornivano la giusta soluzione per risolvere il mio problema, precipitai in un profondo stato di afflizione: tornerò mai ad andare d’accordo con mia moglie?
L’apparizione della luce
Nel gennaio 2017 mi imbattei su Facebook in una sorella di Hong Kong. La verità che condivideva mi fu di particolare aiuto e risolse molti dubbi che mi confondevano circa la fede in Dio. Quando, tuttavia, la sorella mi chiese di partecipare a un loro incontro, rifiutai pensando che non avrebbero potuto risolvere i problemi tra me e mia moglie. Due mesi dopo contattai nuovamente la sorella: mi consigliò di non nascondere la testa nella sabbia ma di cercare di capire meglio l’opera di Dio. Le sue parole “non dovresti nascondere la testa sotto la sabbia” mi fecero risvegliare: il mondo esterno è così immenso! Dovrei provare a cercare; magari potrebbero esserci soluzioni per risolvere il problema con mia moglie. Cominciai pertanto a frequentare le loro riunioni.
Un giorno, durante un incontro, i fratelli e le sorelle parlarono di come liberarsi dai peccati. Fratello Chen disse: “Grazie a Gesù siamo stati redenti, ma possiamo liberarci dalla schiavitù del peccato?” L’argomento mi interessava molto; ero particolarmente desideroso di conoscere la risposta. Fratello Chen ci fece poi leggere diversi passaggi tratti dalla parola di Dio, “Prima che l’uomo fosse redento, molti dei veleni di Satana si erano già insinuati in lui. Dopo millenni di corruzione satanica, l’uomo ha già dentro di sé una natura che resiste a Dio. Quando egli è stato redento, dunque, questa non è altro che redenzione, in cui l’uomo viene comprato a caro prezzo, ma la natura velenosa dentro di lui non è stata eliminata. Un uomo così contaminato deve subire un cambiamento prima di essere degno di servire Dio. Attraverso quest’opera di giudizio e di castigo, l’uomo arriverà a conoscere appieno la sostanza sudicia e corrotta dentro di sé e sarà in grado di cambiare completamente e di diventare puro. Solo in questo modo egli può essere degno di tornare davanti al trono di Dio” (“Il mistero dell’incarnazione (4)”).
“Benché Gesù compia molte cose tra gli uomini, ha soltanto completato la redenzione di tutta l’umanità, Si è sacrificato per il peccato dell’uomo e non ha liberato l’uomo dalla sua indole corrotta. Salvare completamente l’uomo dall’influenza di Satana non solo ha comportato il fatto che Gesù Si facesse carico dei peccati dell’uomo come sacrificio per i peccati, ma ha anche richiesto che Dio compisse un’opera maggiore per liberare completamente l’uomo dalla sua indole corrotta da Satana. E perciò, dopo che all’uomo sono stati perdonati i peccati, Dio Si è nuovamente incarnato per condurlo verso l’età nuova, e ha iniziato l’opera di castigo e giudizio, e quest’opera ha introdotto l’uomo in un regno più elevato. Tutti coloro che ubbidiscono al Suo dominio godranno di una verità superiore e riceveranno maggiori benedizioni. Vivranno realmente nella luce e guadagneranno la verità, la via e la vita” (“Soltanto chi ha esperienza dell’opera di Dio crede veramente in Dio”).
Fratello disse poi: “Nonostante nostro Signore Gesù sopportò e perdonò i nostri peccati facendosi crocefiggere, nell’Età della Grazia Egli compì semplicemente la Sua opera di redenzione. La nostra inclinazione a commettere peccati non venne pertanto cancellata: continuiamo a peccare e, spesso, allontaniamo Dio. Poiché fummo corrotti da Satana, i veleni di quest’ultimo ci contaminarono e, di conseguenza, la nostra natura è malvagia. Controllati dalla natura di Satana, diventammo scaltri e arroganti e ci consideriamo i più onorevoli. Non dimostriamo tolleranza né pazienza nei confronti degli altri, incapaci di andare d’accordo armoniosamente. La nostra indole è corrotta. La Bibbia dice, ‘poiché il salario del peccato è la morte; […]’ (Romani 6:23). Pertanto, al fine di liberarci dai peccati, Dio ha rivelato la Sua parola tramite la Sua opera di giudizio e castigo nella Sua seconda incarnazione”.
In quel momento mi resi conto che la ragione per cui non riuscivo a liberarmi della schiavitù del peccato dipendeva dalla mia indole corrotta e malvagia, dalle tossine di Satana che si erano impadronite del mio corpo e che manovravano la mia esistenza. Senza il giudizio e il castigo di Dio, la mia indole malvagia non può essere purificata e trasformata. Solamente accettando il giudizio e il castigo di Dio posso veramente liberarmi dalle catene del peccato e assumere le sembianze di un uomo. Quel discorso mi è servito enormemente. Tuttavia, ancora non capisco come Dio conduca la Sua opera di giudizio: decisi pertanto di approfondire la questione.
Leggemmo poi un altro passaggio delle parole di Dio: “Durante gli ultimi giorni, Cristo utilizza una serie di verità per insegnare all’uomo, rivelarne l’essenza e analizzare le sue parole e le sue azioni. Queste parole comprendono diverse verità quali il dovere dell’uomo, come l’uomo dovrebbe obbedire a Dio, come dovrebbe esserGli fedele, come dovrebbe vivere la normale umanità, così come la saggezza e l’indole di Dio, e così via. Queste parole sono tutte dirette all’essenza dell’uomo e alla sua indole corrotta. In particolare, le parole che rivelano come l’uomo rifiuta Dio vengono pronunciate a proposito di come l’uomo sia la personificazione di Satana e una forza nemica di Dio. […] Ciò che il lavoro di giudizio realizza è la comprensione da parte dell’uomo del vero volto di Dio e la verità riguardo alla sua ribellione. Il lavoro di giudizio permette all’uomo di ottenere molta comprensione della volontà di Dio, dello scopo della Sua opera e dei misteri che non possono essere compresi dall’uomo. Inoltre, consente all’uomo di riconoscere e conoscere la sua sostanza corrotta e le radici della sua corruzione, come pure di scoprire la sua bruttezza. Questi effetti si realizzano tutti tramite il lavoro di giudizio, perché la sostanza di tale lavoro è di fatto l’opera di svelare la verità, la via e la vita di Dio a tutti coloro che hanno fede in Lui. Quest’opera è il lavoro di giudizio svolto da Dio” (“Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità”).
Durante il discorso i fratelli e le sorelle dissero che durante l’opera di Dio degli ultimi giorni, Dio si avvale di diverse verità per giudicare e purificare l’uomo. Avvalendosi del proprio giudizio e castigo, Dio vuole farci rendere conto di quanto la nostra natura sia corrotta e di come siamo corrotti da Satana. Inoltre, Dio ci rivela la Sua indole inoffendibile, giusta e santa per farci avere rispetto per Lui. Solo grazie al giudizio tramite la parola di Dio potremo ripudiare la nostra indole malvagia: avremo pertanto la volontà di perseguire la verità. Nel frattempo, metteremo in pratica la parola di Dio e vivremo una vita genuina secondo il volere della parola di Dio; inoltre, saremo disposti ad accettare il giudizio e il castigo così da poterci liberare dalla schiavitù del peccato ed essere salvati e purificati da Dio. Questi risultati verranno ottenuti sottoponendoci al giudizio e castigo tramite la parola di Dio.
Questo discorso rese ovvio che, innanzitutto, la ragione della mia incapacità di andare d’accordo con mia moglie risiede nel fatto che fummo corrotti da Satana e siamo tuttora manovrati dalla nostra natura satanica; in secondo luogo, che finora abbiamo vissuto seguendo la nostra indole corrotta. Se davvero voglio risolvere i nostri problemi, devo accettare il giudizio e il castigo di Dio, devo imparare a conoscermi, cambiarmi e vivere una vita genuina. La speranza di poter sanare i conflitti con mia moglie mi entusiasmò. Le parlai successivamente circa l’opera di Dio Onnipotente: dopo aver ascoltato il mio discorso, considerò le mie parole ragionevoli e dimostrò di voler conoscere di più, chiedendomi di contattare al più presto la Chiesa per suo conto. Dopo un periodo di ricerca, anche mia moglie accolse l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni.
La vera pace
Le nostre discussioni continuarono anche dopo aver accolto l’opera di Dio Onnipotente. Una sorella, poi, ci lesse un altro passaggio: “Ora, i rapporti tra le persone non sono normali. Esse sono state profondamente corrotte da Satana. La loro integrità è tutto fuorché perfetta: le persone cercano solo il proprio tornaconto e nel gestire le cose cercano esclusivamente il proprio vantaggio a spese degli altri in tutto ciò che fanno; in tutte le cose che contano si fanno guidare dai loro obiettivi e scopi personali. Le persone vivono concentrandosi unicamente su sé stesse e sui loro desideri materiali; non si preoccupano affatto degli altri e non provano neppure i sentimenti di amorevolezza che l’essere umano dovrebbe avere. Le persone tessono intrighi l’una contro l’altra, lottano le une contro le altre e si scontrano apertamente e in segreto, poiché sono incapaci di andare d’accordo; la coscienza e la ragione, di cui gli esseri umani dovrebbero essere dotati, sono scomparse dalla faccia della terra. Non c’è spirito di collaborazione fra le persone; se non possiedono almeno un po’ di pazienza, diverranno reciprocamente nemici giurati. Con il cuore colmo di malvagità, conflitti, ostilità e differenze inconciliabili, è come se le persone non avessero alcuna somiglianza con l’essere umano. I loro cuori sono stati totalmente occupati da Satana e sono zeppi delle sue concezioni del mondo. Tutto ciò è stato messo a nudo dalle parole di Dio, senza che vi sia alcun errore. Queste situazioni pratiche sono presenti in tutti. […] Dovremmo possedere più di un principio da mettere in pratica, se desideriamo andare d’accordo con gli altri. Non possiamo accontentarci del fatto che non ci approfittiamo indebitamente del prossimo e non gli facciamo del male. Inoltre, dovremmo provare amore e possedere più coscienza e ragione; dovremmo tollerarci e aiutarci vicendevolmente e prenderci cura degli altri in modo che essi possano trarre beneficio da ogni cosa; dovremmo pensare al prossimo e non solo a noi stessi, dovremmo provare simpatia per le debolezze altrui e perdonarne le trasgressioni. Solo sulla base di questi principi possiamo stabilire una normale relazione con gli altri ed essere con loro in rapporti amichevoli” (“La condivisione del Fratello”).
Leggendo il discorso, ci rendemmo conto che dopo essere stati corrotti da Satana la nostra natura divenne la stessa: arrogante, egoista e disonesta. Quando accade qualcosa, tutto ciò di cui ci preoccupiamo è il nostro interesse; vediamo i problemi degli altri e solo raramente esaminiamo la nostra situazione; questo è il motivo per cui non coltiviamo normali relazioni interpersonali. Mia moglie ed io cercammo, pertanto, di essere più umili, non pretendendo che l’uno si comportasse secondo le idee dell’altro. Abbiamo imparato a capirci reciprocamente e a dimostrare empatia per le difficoltà dell’altro.
Con il passare del tempo cominciammo a litigare sempre meno. Quando, tuttavia, capitava di discutere, ci sedevamo ed esprimevamo apertamente i nostri pensieri e la ragione per cui ci eravamo arrabbiati. Comunicando apertamente, percepii la mia estrema arroganza: quando accadeva qualcosa non esaminavo mai il mio comportamento; al contrario, mi soffermavo sul comportamento di mia moglie e sulla sua colpa. In passato ho sempre pensato che le nostre liti dipendessero degli alti requisiti e del cattivo umore di mia moglie; ignoravo, tuttavia, la mia mancanza di sincera empatia e considerazione nei suoi confronti. Contemporaneamente, mia moglie si rese conto della sua tendenza a immaginare e nutrire sospetti, senza alcuna fiducia in me. Realizzando che questi sospetti le venivano suggeriti da Satana, si impegnò ad allontanarli. In seguito, ogni qualvolta sentiva di avere un sospetto, pregava Dio e combatteva Satana sotto la guida della parola di Dio. Dopo aver pregato, diceva sorridendo: “Come posso arrabbiarmi per una tale inezia? Stavo facendo la difficile di proposito”. Il fatto che mia moglie si affidasse a Dio e riuscisse a combattere Satana sotto la guida della parola di Dio mi riempiva di sincera gratitudine verso di Lui.
Oggi comunichiamo più frequentemente. Abbiamo imparato a valutare le situazioni secondo la parola di Dio, a rispettare Dio più di ogni altra cosa e a lasciare che Egli regni sulla nostra famiglia; siamo consapevoli di non poter chiedere all’altro di obbedire in quanto nessuno dei nostri punti di vista è verità assoluta. Nell’affrontare i problemi, cerchiamo parole di Dio rilevanti per vedere cosa insegnano e, successivamente, cerchiamo di metterle in pratica. Questo atteggiamento rende la nostra relazione sempre più armoniosa e dimostra come l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni possa effettivamente cambiarci e farci recuperare la nostra umanità. Grazie Dio Onnipotente per la mia salvezza e quella della mia famiglia!
Traduzione di Elisa Stucchi
Fonte: Investigare la Bibbia
1 commento:
Grazie alla salvezza di Dio.
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