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3 dicembre 2019

Henan: chiuse le chiese gestite dallo Stato, saccheggiati proprietà del valore di milioni

Anche i luoghi di culto gestiti dallo Stato subiscono una dura persecuzione. Il PCC mira a indebolire la cristianità per poi sradicarla
di Wang Yichi
La provincia dell’Henan, nella Cina centrale, zona in cui abitano numerosi cristiani, è uno dei principali bersagli della persecuzione religiosa scatenata dal PCC. Nel solo agosto 2018 56 luoghi di culto della Chiesa delle Tre Autonomie, approvata dallo Stato, sono stati chiusi a Xinmi, una città con status di contea nella giurisdizione di Zhengzhou, capitale dello Henan. Nel 2019 le autorità hanno demolito alcuni luoghi di culto che erano stati precedentemente chiusi o riconvertiti. Spesso le comunità vengono pressate per spingerle a “donare” le proprie chiese allo Stato.
Luogo di culto delle Tre Autonomie a Xinmi, nello Henan, ridotto in macerie
Luogo di culto delle Tre Autonomie a Xinmi, nello Henan, ridotto in macerie
Molti dei luoghi di incontro chiusi a Xinmi erano stati costruiti grazie alle donazioni dei fedeli. Il costo di ognuno andava dai 200mila renminbi (circa 28mila dollari statunitensi) fino a 3 milioni di renminbi (circa 426mila dollari). In totale, la somma spesa per la costruzione di 37 dei 56 siti che sono stati chiusi è pari a 13 milioni di renminbi (circa 1,84 milioni di dollari).
Luoghi di incontro religiosi sono spesso riconvertiti per farne centri di attività culturale
Luoghi di incontro religiosi sono spesso riconvertiti per farne centri di attività culturale
Secondo un fedele del posto, i 56 luoghi di culto chiusi sono stati costruiti fra il 2015 e il 2017, quando l’amministrazione provinciale aveva promosso la politica di porre i luoghi di culto cristiani privati sotto la tutela del Movimento Patriottico delle Tre Autonomie. Xinmi era stata scelta come banco di prova per sperimentare questa strategia.
Prima che questa politica venisse applicata i luoghi di culto non rispettavano i requisiti per una regolare registrazione. Ma non appena sono stati posti sotto la tutela dell’organizzazione a guida statale, l’Amministrazione per gli affari religiosi li ha approvati e ha emesso tutti i certificati richiesti. Da allora ogni sito è stato amministrato direttamente dalle chiese delle Tre Autonomie nelle rispettive aree di assegnazione. Come avviene con le altre organizzazioni religiose gestite dallo Stato, tutti i siti dovevano tenere un registro dei membri della comunità, conservare un registro delle attività, e personale, dimensione e frequenza degli incontri, erano strettamente controllati.
Da quando la nuova Normativa sugli affari religiosi è entrata in vigore nel febbraio 2018 anche i luoghi di culto già controllati dal PCC sono stati attaccati, perché il regime crede che la loro stessa esistenza costituisca una minaccia alla sua egemonia. I cristiani ritengono che lo Stato stia cercando di chiudere tutti i luoghi di culto, indipendentemente da chi li amministra, per indebolire il cristianesimo e successivamente sradicarlo.
Due Consigli cristiani cinesi di Xinmi hanno speso due milioni di renminbi (circa 280mila dollari), donati dai fedeli del posto, per comprare i locali della chiesa di Zhoulou nel 2015. Un ulteriore milione di renminbi (circa 140mila dollari statunitensi) è stato speso per le decorazioni e l’attrezzatura nella chiesa, per un totale di tre milioni di renminbi (circa 420mila dollari statunitensi). Ma di recente, le autorità locali hanno venduto in modo coatto la chiesa al comitato di villaggio ad un prezzo di favore.
La chiesa di Huangdiling a Baizhai, una città nella giurisdizione di Xinmi, ora è impiegata come magazzino dopo che sono state rimosse la croce e la scritta in caratteri cinesi «Dio ama il mondo»
La chiesa di Huangdiling a Baizhai, una città nella giurisdizione di Xinmi, ora è impiegata come magazzino dopo che sono state rimosse la croce e la scritta in caratteri cinesi «Dio ama il mondo»
La costruzione dei luoghi di incontro religiosi nei villaggi di Mazhai e di Shipokou, nella giurisdizione di Xinmi, era costata rispettivamente 400mila renminbi (circa 56mila dollari) e 240mila renminbi (circa 34mila dollari). Entrambi i luoghi di incontro sono stati donati, tramite accordi forzati, con cui si trasferivano i diritti alle autorità che ora usano quei locali per attività del PCC.
Una chiesa del villaggio di Xiyao, sotto la giurisdizione di Baizhai, è stata trasformata in magazzino
Una chiesa del villaggio di Xiyao, sotto la giurisdizione di Baizhai, è stata trasformata in magazzino
La chiesa di Caomiao a Xinmi era stata costruita grazie alle offerte dei fedeli, 200mila renminbi in tutto (circa 28mila dollari). Il 25 agosto 2018, la chiesa è stata chiusa d’autorità e riconvertita in un centro culturale. Alcune altre chiese a Xinmi sono stati anche affittata ad attività commerciali e usata come magazzino.
«Fronte Unito della città di Xinmi» è quanto si legge sul cartello all’ingresso dei luoghi di incontro delle Tre Autonomie, riconvertiti in magazzini o in centri di attività culturali
«Fronte Unito della città di Xinmi» è quanto si legge sul cartello all’ingresso dei luoghi di incontro delle Tre Autonomie, riconvertiti in magazzini o in centri di attività culturali
I luoghi di incontro religiosi protestanti di Nanyang, una città con status di prefettura nello Henan, sono stati anch’essi oggetto di una dura repressione. Nelle contee di Xichuan e Tanghe della giurisdizione di Nanyang sono stati chiusi, ad oggi, 95 luoghi di incontro religiosi, mentre nella città con status di contea di Dengzhou, ne hanno chiusi 141.
Un funzionario pubblico della contea di Xichuan ha avvertito i fedeli locali che lo Stato sta conducendo una spietata repressione contro tutti i credenti in Cina, visto che «soverchiano numericamente i membri del Partito Comunista Cinese».
Fonte: Bitter Winter/Wang Yichi

1 commento:

La vera luce ha detto...

Cosa stiamo aspettando? Aspettare che più persone subiscono persecuzioni ancora più violente del PCC?

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