1. Per molti anni il tradizionale strumento della fede umana (quella del Cristianesimo, una delle tre religioni principali al mondo) ha consistito nella lettura della Bibbia; allontanarsi da essa significa non avere fede nel Signore, è espressione di eterodossia e di eresia, e anche quando gli uomini leggono altri libri, il fondamento di quest’ultimi deve essere la spiegazione della Bibbia. Vale a dire che, se dici di credere nel Signore, devi leggere la Bibbia, nutrirtene, e al di fuori di essa non devi venerare alcun libro che non la coinvolga. Se lo fai, tradisci Dio. Dal momento in cui è esistita la Bibbia, la fede nel Signore da parte delle persone è stata fede nella Bibbia. Invece di dire che gli esseri umani credono nel Signore, è meglio affermare che credono nella Bibbia; piuttosto di sostenere che hanno iniziato a leggerla, è meglio dichiarare che hanno iniziato a crederle; e anziché ammettere che sono ritornati davanti al Signore, sarebbe meglio dire che sono tornati di fronte alla Bibbia. In tal modo le persone la adorano come se fosse Dio, come se si trattasse della loro linfa vitale, e perderla significherebbe il venire meno della propria vita. Gli uomini considerano di pari importanza la Bibbia e Dio e addirittura ci sono coloro che la ritengono superiore a Lui. Se gli esseri umani sono privi dell’operato dello Spirito Santo, se non possono sentire Dio, possono comunque continuare a vivere, ma non appena vengono privati della Bibbia o dei suoi famosi capitoli e delle sue massime, allora è come se avessero perso la propria vita. E così, non appena gli uomini iniziano a credere nel Signore, cominciano a leggere la Bibbia e a memorizzarla, e quanto più sono in grado di tenerla a mente, tanto più dimostrano di amare il Signore e di avere grande fede. Quanti l’hanno letta e possono parlarne agli altri, sono tutti fratelli e sorelle giusti. Per tutti questi anni la fede e la fedeltà al Signore, da parte delle persone, sono state misurate in base all’ampiezza della loro comprensione della Bibbia. La maggior parte di loro semplicemente non capisce il motivo per cui dovrebbe credere in Dio, né come credere in Lui, e non fa altro che andare ciecamente alla ricerca di indizi per decifrare i capitoli della Bibbia. Le persone non hanno mai perseguito la direzione dell’operato dello Spirito Santo; per tutto il tempo, non ha fatto altro che studiare ed esaminare ardentemente la Bibbia, e nessuno ha mai trovato opere più moderne da parte dello Spirito Santo, al di fuori di essa, né se ne è mai allontanato o ha mai avuto il coraggio di discostarsene. Gli uomini hanno studiato la Bibbia in tutti questi anni, sono giunti a così tante spiegazioni e hanno attuato così tanto lavoro, da avere anche molte divergenze di opinioni al riguardo e discuterne all’infinito, cosicché si sono create attualmente più di duemila denominazioni diverse. Tutte mirano a trovare spiegazioni particolari all’interno della Bibbia o misteri più profondi, vogliono indagarla e identificarvi i retroscena dell’opera di Jahvè in Israele o del lavoro di Gesù in Giudea oppure altri segreti che nessuno conosce. Le persone affrontano la Bibbia con ossessione e fede e nessuno può spiegare in modo del tutto chiaro la verità intrinseca o la sua sostanza. Pertanto, oggi le persone nutrono ancora un senso indescrivibile di magia a proposito della Bibbia; addirittura ne sono ossessionate e hanno fede in essa. Ai giorni nostri, tutti vogliono trovare nella Bibbia le profezie dell’opera degli ultimi giorni, vogliono scoprire ciò che Dio realizzerà in tale periodo e quali ne saranno i presagi. In tal modo, il loro culto della Bibbia diventa più fervente e, quanto più si avvicinano agli ultimi giorni, tanto più danno fiducia alle profezie bibliche, in particolare quelle riguardanti gli ultimi giorni. Con una simile fede cieca e con una tale fiducia in essa, non hanno alcun desiderio di cercare l’opera dello Spirito Santo. Nelle loro nozioni, gli uomini ritengono che solo la Bibbia possa produrla; che solamente in essa si possano trovare le orme di Dio e siano nascosti i misteri dell’operato divino; ritengono che unicamente la Bibbia, non altri libri o persone, possa chiarire tutto di Dio e la globalità del Suo lavoro, che possa portare l’opera dal cielo alla terra e iniziare e concludere le epoche. Con queste concezioni, le persone non sono propense a cercare l’operato dello Spirito Santo. Indipendentemente da quanto aiuto la Bibbia abbia fornito loro in passato, essa è quindi divenuta un ostacolo per l’ultima opera divina. Senza la Bibbia, le persone possono cercare i passi di Dio altrove, eppure, oggi, i Suoi passi sono contenuti dalla Bibbia; estendere la Sua ultima opera è diventato doppiamente difficile e si tratta di una continua lotta. Tutto ciò è dovuto ai famosi capitoli e detti della Bibbia, come pure alle sue varie profezie. La Bibbia è diventata un idolo nella mente delle persone, un enigma nel loro cervello e sono semplicemente incapaci di credere che Dio possa operare al di fuori di essa, e che essi Lo possano trovare al di fuori della Bibbia, tantomeno riescono a pensare che Dio possa discostarSi dalla Bibbia durante l’opera conclusiva e ricominciare da capo. Questo è impensabile per l’umanità; non lo può né credere né immaginare. La Bibbia è diventata un grande ostacolo per l’accettazione da parte degli uomini della nuova opera divina, e una difficoltà per l’ampliamento della stessa da parte di Dio.
da “In merito alla Bibbia (1)” in La Parola appare nella carne
2. Prima dell’Età della Grazia, le persone leggevano la Bibbia, ma in quel periodo c’era solo l’Antico Testamento e non il Nuovo. Poiché esisteva l’Antico Testamento della Bibbia, gli uomini iniziarono a leggere le Sacre Scritture. Quando si concluse la guida di Jahvè, Mosè scrisse la Genesi, l’Esodo e il Deuteronomio… Egli ricordò l’opera di Jahvè in quelle occasioni e la mise per iscritto. La Bibbia è un libro di storia. Naturalmente contiene anche alcuni presagi dei profeti e queste predizioni non sono in alcun modo storia. La Bibbia comprende diverse parti, non ci sono solo le profezie o l’opera di Jahvè, e nemmeno soltanto le lettere di Paolo. Bisogna che tu conosca di quante parti si compone. Include l’Antico Testamento, che contiene la Genesi, l’Esodo, ecc. e ci sono anche i libri di profezia scritti dai profeti. Alla fine, l’Antico Testamento termina con il Libro di Malachia. La Bibbia annota l’opera dell’Età della Legge, che venne condotta da Jahvè. Dalla Genesi fino al Libro di Malachia, si tratta di una documentazione completa di tutto l’operato dell’Età della Legge, ossia, l’Antico Testamento documenta tutto ciò che venne vissuto dagli uomini guidati da Jahvè durante l’Età della Legge. Nell’epoca dell’Antico Testamento, i numerosi profeti suscitati da Jahvè pronunciarono profezie per Lui, fornirono istruzioni alle varie tribù e nazioni e predissero l’opera che Jahvè avrebbe compiuto. Queste persone, che vennero innalzate e ricevettero tutte lo Spirito della profezia da Jahvè, furono in grado di vedere le visioni tramite Lui e di udire la Sua voce, e furono, dunque, ispirate da Lui a scrivere profezie. L’attività che svolsero era la manifestazione della voce di Jahvè, l’opera della profezia che compirono in Suo nome, e tale azione, all’epoca, era semplicemente una guida per le persone utilizzando lo Spirito; Jahvè non divenne carne e l’umanità non vide il Suo volto. Per svolgere il Suo operato Egli, dunque, innalzò molti profeti e donò loro oracoli che essi trasmisero a ogni tribù e gruppo di Israele. Il loro compito era quello di profetizzare e alcuni di loro trascrissero le indicazioni ricevute da Jahvè per mostrarle agli altri. Egli innalzò queste persone per raccontare profezie, predire l’opera del futuro o il lavoro ancora da realizzare in quel periodo, in modo che gli individui potessero contemplare la Sua meraviglia e la Sua saggezza. Questi libri di profezie erano abbastanza diversi dagli altri libri della Bibbia; si trattava di parole pronunciate o scritte da coloro ai quali venne dato lo Spirito della profezia, quanti avevano ricevuto la visione o la voce da Jahvè. A parte i libri delle profezie, tutto il resto dell’Antico Testamento venne messo per iscritto dall’uomo dopo che Jahvè ebbe portato a termine la Sua opera. Questi libri non possono sostituire le predizioni pronunciate dai profeti ispirati da Jahvè, proprio come la Genesi e l’Esodo non possono essere paragonati al Libro di Isaia e a quello di Daniele. Le profezie furono previste prima che l’opera fosse realizzata, mentre gli altri libri vennero scritti dopo il suo completamento, che rappresentava ciò di cui erano capaci gli uomini. I profeti di quel tempo erano ispirati da Jahvè e riferirono profezie, dissero molte parole, prevedendo cose dell’Età della Grazia, come pure la distruzione del mondo negli ultimi giorni: l’opera che Jahvè aveva progettato di realizzare. I libri restanti documentano tutti l’opera realizzata da Jahvè in Israele. Così, quando leggi la Bibbia, stai studiando principalmente ciò che Egli fece in Israele; l’Antico Testamento, in primo luogo, documenta l’opera di Jahvè alla guida di Israele, il Suo impiego di Mosè per condurre gli Israeliti fuori dall’Egitto, liberandoli dalle catene del Faraone, e portandoli nel deserto, oltrepassato il quale entrarono in Canaan. Quanto seguì costituì la loro vita in Canaan. Tutto, a parte questo, è il resoconto dell’opera di Jahvè in ogni parte di Israele. Quanto viene descritto nell’Antico Testamento rappresenta l’operato di Jahvè in questa regione, nella quale Egli creò Adamo ed Eva. Da quando Dio iniziò ufficialmente a guidare gli uomini sulla terra dopo Noè, tutto ciò che è scritto nell’Antico Testamento è il lavoro in Israele. E perché non vi è documentata nessuna azione al di fuori di Israele? Perché questa terra è la culla del genere umano. In principio, non esistevano altri paesi a parte Israele e Jahvè non operava in nessun altro luogo. In tal senso, ciò che viene annotato nella Bibbia è soltanto l’operato in Israele a quel tempo. Le parole pronunciate dai profeti: Isaia, Daniele, Geremia e Ezechiele… predicono l’altra Sua opera sulla terra, il lavoro di Jahvè Dio. Tutto ciò venne da Dio, fu opera dello Spirito Santo e, al di là di questi libri dei profeti, ogni altra cosa è una documentazione delle esperienze umane riguardo all’opera di Jahvè in quel periodo.
da “In merito alla Bibbia (1)” in La Parola appare nella carne
3. Che tipo di libro è la Bibbia? L’Antico Testamento rappresenta l’opera di Dio durante l’Età della Legge e Ne documenta tutto l’operato durante quell’età e durante la creazione. Tutto di esso racconta dell’opera realizzata da Jahvè e alla fine ne tira le fila con il Libro di Malachia. L’Antico Testamento documenta due parti dell’operato divino: una è l’opera della creazione e l’altra è l’emanazione delle leggi. Entrambe vennero realizzate da Jahvè. L’Età della Legge rappresenta l’opera sotto il nome di Jahvè Dio; si tratta della totalità dell’opera, compiuta, essenzialmente, nel nome di Jahvè. L’Antico Testamento mette, quindi, per iscritto la Sua opera e il Nuovo Testamento documenta l’opera di Gesù, che venne realizzata principalmente nel Suo nome. Il significato del nome di Gesù e del Suo operato sono documentati in prevalenza nel Nuovo Testamento. Durante l’Età della Legge dell’Antico Testamento, Jahvè edificò il tempio e l’altare in Israele, guidando la vita degli Israeliti sulla terra e dimostrando che essi erano il Suo popolo eletto; il primo gruppo di persone che selezionò sulla terra e che erano compatibili con il Suo cuore; il primo gruppo che Egli condusse personalmente; le dodici tribù di Israele erano, cioè, i primi eletti di Jahvè, e così Egli operò sempre in loro, fino a quando non si concluse l’opera di Jahvè dell’Età della Legge. La seconda fase fu quella dell’Età della Grazia del Nuovo Testamento, attuata in seno alla tribù di Giuda, una delle dodici tribù di Israele. Che l’ambito dell’opera sia inferiore si deve al fatto che Gesù era Dio fattoSi carne. Gesù operò unicamente nella regione della Giudea e solamente per tre anni e mezzo; in tal modo ciò che viene documentato nel Nuovo Testamento è dunque ben lungi dall’essere in grado di superare la quantità di operato annotato nell’Antico Testamento. L’opera di Gesù dell’Età della Grazia è documentata soprattutto nei quattro Vangeli. Il cammino percorso dal popolo di quest’epoca fu composto di cambiamenti molto più superficiali nella loro indole di vita, la maggior parte dei quali viene indicata nelle epistole. Esse mostrano come lo Spirito Santo agì in quel periodo. (Naturalmente, indipendentemente dal fatto che Paolo fosse stato castigato o colpito dalla sventura, nel compito che svolse venne incaricato dallo Spirito Santo; si trattò di qualcuno da Lui utilizzato in quell’epoca; anche Pietro venne usato da Lui, ma non svolse così tanto lavoro quanto Paolo. Sebbene l’opera di Paolo contenesse le impurità dell’uomo, dalle epistole scritte da Paolo si evince come lo Spirito Santo operò in quel tempo; il percorso che Paolo seguì fu quello giusto, appropriato e fu il cammino dello Spirito Santo.)
da “In merito alla Bibbia (1)” in La Parola appare nella carne
4. Se desideri comprendere il lavoro dell’Età della Legge e vedere come gli Israeliti seguirono la via di Jahvè, devi leggere l’Antico Testamento; se vuoi capire l’opera dell’Età della Grazia, invece, devi leggere il Nuovo. Ma come fai a scorgere l’operato degli ultimi giorni? Devi accettare la guida del Dio odierno ed entrare nell’opera attuale, perché questo è il nuovo compito mai annotato da nessuno, in precedenza, nella Bibbia. Attualmente, Dio Si è fatto carne e ha scelto altri eletti in Cina. Egli agisce in queste persone, prosegue il Suo operato sulla terra, continua l’opera dell’Età della Grazia. Il lavoro odierno è un cammino che l’uomo non ha mai percorso e una via che nessuno ha mai visto. È un compito che non è mai stato svolto prima: è l’ultima opera di Dio sulla terra. Perciò, l’opera che non è mai stata compiuta prima non può essere storia, perché il presente è il presente, e deve ancora diventare passato. Le persone ignorano il fatto che Dio ha realizzato un’opera più grande e più recente sulla terra, al di fuori di Israele; che è già andato oltre l’ambito di Israele, al di là delle predizioni dei profeti; che è un’opera nuova e meravigliosa, distante dalle profezie, più attuale e lontana da Israele; si tratta di un’opera che le persone non possono né percepire né immaginare. Come potrebbe la Bibbia contenerne espressa annotazione? Chi avrebbe potuto documentare ogni singolo tratto dell’operato attuale, senza omissioni, in anticipo? Chi potrebbe mettere per iscritto in un vecchio libro ammuffito quest’opera più potente, più saggia, che sfida le convenzioni? Il lavoro odierno non è storia e, come tale, se desideri percorrere il nuovo cammino attuale, devi allontanarti dalla Bibbia, andare oltre i libri di profezie o la storia biblica. Solo in quel momento potrai percorrere il nuovo cammino adeguatamente, ed entrare nel nuovo regno e nella nuova opera. Devi comprendere il motivo per cui, in questo tempo, ti viene chiesto di non leggere la Bibbia, perché c’è un’altra opera che ne è separata, come mai Dio non cerca la pratica più recente, più dettagliata nella Bibbia, per quale motivo c’è invece un’opera straordinaria al di fuori di essa. Questo è tutto quello che dovreste comprendere. Devi comprendere la differenza tra il vecchio e il nuovo lavoro e, sebbene tu non legga la Bibbia, devi essere in grado di analizzarla; in caso contrario, la adorerai ancora, e ti sarà difficile prendere parte alla nuova opera e ai nuovi cambiamenti. Poiché vi è una via superiore, perché studiare quella umile e antiquata? Dato che ci sono espressioni più recenti e opere più attuali, perché vivere fra vecchi documenti storici? Le nuove parole possono provvedere a te, il che dimostra che è questa la nuova opera; i vecchi documenti non possono saziarti o soddisfare le tue esigenze correnti, e questo prova che sono storia e non l’opera del qui ed ora. La via più elevata è quella nuova e, con questo lavoro, non importa quanto sia superiore la via del passato, sarà sempre la storia delle considerazioni umane, e non importa il suo valore come punto di riferimento, sarà ancora la vecchia via. Sebbene sia documentata nel “libro sacro”, la vecchia via è storia; benché non vi sia alcuna traccia di essa nel “libro sacro”, la nuova via è quella del qui ed ora. Questo percorso può salvarti e cambiarti, poiché si tratta dell’opera dello Spirito Santo.
da “In merito alla Bibbia (1)” in La Parola appare nella carne
5. La Bibbia è un libro storico, e se ti fossi nutrito dell’Antico Testamento durante l’Età della Grazia, se, durante l’Età della Grazia, avessi messo in pratica ciò che veniva richiesto ai tempi dell’Antico Testamento, Gesù ti avrebbe respinto e condannato; se avessi applicato l’Antico Testamento all’operato di Gesù, saresti stato un fariseo. Se, nel presente, mettessi insieme l’Antico e il Nuovo Testamento per nutrirtene e praticarlo, il Dio di oggi ti condannerebbe; rimarresti indietro nell’opera attuale dello Spirito Santo! Se ti nutri dell’Antico e del Nuovo Testamento, ti trovi dunque fuori dal Suo flusso! Durante l’epoca di Gesù, Egli condusse gli Ebrei e tutti coloro che Lo seguivano, secondo l’operato dello Spirito Santo in Lui in quel momento. Egli non prese la Bibbia come base per quello che faceva, ma parlò conformemente al Suo lavoro; non prestò alcuna attenzione a ciò che era scritto nella Bibbia, né cercò in essa un percorso per condurre i Suoi seguaci. Fin da quando iniziò a operare, diffuse la via del pentimento, una parola di cui non si faceva assolutamente menzione nelle profezie dell’Antico Testamento. Non solo non agì secondo la Bibbia, ma introdusse altresì un nuovo cammino, e compì una nuova opera. Quando predicò, non fece mai alcun riferimento alla Bibbia. Durante l’Età della Legge, nessuno era mai stato in grado di compiere i Suoi miracoli di guarigione dei malati e di esorcizzazione dei demoni. Allo stesso modo, anche la Sua opera, i Suoi insegnamenti, l’autorità e il potere delle Sue parole erano al di là di qualsiasi uomo durante l’Età della Legge. Gesù compì semplicemente il Suo operato più nuovo e, anche se molte persone Lo condannarono facendo ricorso alla Bibbia, e addirittura si appellarono all’Antico Testamento per crocifiggerLo, il Suo lavoro trascese l’Antico Testamento; se così non fosse, perché Lo avrebbero inchiodato alla croce? Non fu perché nell’Antico Testamento non si menzionava nulla del Suo insegnamento e della Sua capacità di guarire i malati e di cacciare i demoni? La Sua opera aveva lo scopo di dirigere un nuovo cammino, non di muovere guerra intenzionalmente alla Bibbia, o di fare volutamente a meno dell’Antico Testamento. Egli venne solamente a svolgere il Suo ministero, per portare il nuovo lavoro a quanti Lo bramavano e Lo cercavano. Egli non venne per spiegare l’Antico Testamento o sostenerne l’operato. La Sua opera non aveva il fine di consentire all’Età della Legge di continuare a svilupparsi, poiché essa non teneva in alcuna considerazione il fatto di avere la Bibbia come fondamento; Gesù venne semplicemente a compiere l’opera che doveva realizzare. Quindi, Egli non spiegò le profezie dell’Antico Testamento, né agì secondo le parole dell’Età della Legge. Egli, invece, ignorò ciò che recitava l’Antico Testamento; non Gli importava se era conforme con il Suo operato, e non Si curava di quello che gli altri conoscevano della Sua opera o del modo in cui lo condannavano. Continuò semplicemente a fare ciò che doveva, sebbene molte persone utilizzassero le predizioni dei profeti dell’Antico Testamento per condannarLo. Agli uomini sembrava che il Suo lavoro fosse privo di fondamento e che molta parte fosse in contrasto con quanto vi era scritto. Non è una follia? La dottrina necessita di essere applicata all’opera di Dio? E deve essere conforme alle predizioni dei profeti? Dopotutto, cos’è più grande, Dio o la Bibbia? Perché l’opera divina deve concordare con essa? Potrebbe Dio non avere il diritto di essere superiore alla Bibbia? Egli non può discostarSi da essa e realizzare altre opere? Perché Gesù e i Suoi discepoli non osservavano il sabato? Se avesse osservato il sabato e la prassi, secondo i comandamenti dell’Antico Testamento, perché Gesù non osservò il sabato dopo la Sua venuta, ma invece lavò i piedi, coprì il capo, spezzò il pane e bevve il vino? Non manca tutto ciò nei comandamenti dell’Antico Testamento? Se Gesù lo onorava, perché sfidò queste dottrine? Dovresti sapere chi venne per primo, Dio o la Bibbia! Essendo il Signore del sabato, poteva non essere anche il Signore della Bibbia?
da “In merito alla Bibbia (1)” in La Parola appare nella carne
6. La Bibbia viene anche denominata Antico e Nuovo Testamento. Sapete a cosa si riferisce la parola “testamento”? Il “testamento” contenuto nell’Antico Testamento deriva dal patto di Jahvè con il popolo di Israele, quando Egli uccise gli Egiziani e salvò gli Israeliti dal Faraone. Naturalmente la prova di questo patto fu il sangue dell’agnello, sparso sugli architravi, per mezzo del quale Dio stabilì un patto con l’uomo, in cui si affermava che tutti coloro che avevano il sangue di agnello sopra e ai lati del telaio della porta erano Israeliti, il popolo eletto da Dio, e sarebbero stati tutti risparmiati da Jahvè (poiché allora Egli stava per uccidere tutti i primogeniti d’Egitto e degli ovini e bovini). Questo patto aveva due livelli di significato. Nessuno del popolo o del bestiame d’Egitto sarebbe stato salvato da Jahvè; Egli avrebbe ucciso tutti i figli primogeniti di entrambi. Di conseguenza, in molti libri di profezie è stato predetto che gli Egiziani sarebbero stati castigati severamente in seguito al patto di Jahvè. Questo è il primo livello di significato del patto. Jahvè uccise i figli primogeniti d’Egitto e tutti i primogeniti del bestiame, e risparmiò tutti gli Israeliti, il che stava a significare che tutti coloro che erano della terra di Israele erano amati da Jahvè e sarebbero stati risparmiati; era Suo desiderio intraprendere un’opera a lungo termine su di loro, ed Egli stabilì l’alleanza con loro per mezzo del sangue dell’agnello. Da allora in poi, Jahvè non avrebbe più ucciso gli Israeliti e disse, anzi, che sarebbero stati per sempre i Suoi eletti. Egli avrebbe intrapreso la Sua opera tra le dodici tribù d’Israele per tutta l’Età della Legge, rendendo note tutte le Sue leggi agli Israeliti, scegliendo tra di loro giudici e profeti, ed essi sarebbero stati al centro della Sua opera. Jahvé istituì un patto con loro: a meno che non fosse cambiata l’età, Egli avrebbe operato solo tra gli eletti. L’alleanza di Jahvè era immutabile, poiché fatta con il sangue e stabilita con il Suo popolo eletto. Soprattutto, Egli aveva scelto un campo d’applicazione e un obiettivo appropriati tramite i quali intraprendere la Sua opera per tutta l’età, e così il popolo guardò al patto come a qualcosa di speciale importanza. Questo è il secondo livello di significato dell’alleanza. Con l’eccezione della Genesi, che esisteva da prima che venisse stabilito il patto, tutti gli altri libri dell’Antico Testamento narrano l’opera di Dio tra gli israeliti dopo la stipula dell’alleanza. Certo, ci sono racconti sporadici dei Gentili ma, nel complesso, l’Antico Testamento documenta l’opera di Dio in Israele. A causa del patto di Jahvè con gli Israeliti, i libri scritti durante l’Età della Legge sono chiamati “Antico Testamento” e ne prendono il nome.
Il Nuovo Testamento si chiama così a causa del sangue versato da Gesù sulla croce e del Suo patto con tutti quelli che credevano in Lui. L’alleanza di Gesù era la seguente: gli uomini non avevano che da credere in Lui e i loro peccati sarebbero stati perdonati con il Suo sangue versato, e così si sarebbero salvati, sarebbero rinati per mezzo di Lui e non sarebbero più stati peccatori; l’umanità doveva solo credere in Lui per ricevere la Sua grazia e, dopo la morte, non avrebbe sofferto all’inferno. Tutti i libri scritti durante l’Età della Grazia seguono questo patto, e documentano l’opera e le espressioni in esso contenute. Non vanno oltre la salvezza per mezzo della crocifissione del Signore Gesù o dell’alleanza; sono tutti libri scritti dai fratelli nel Signore che ne ebbero esperienza. Quindi, anche questi libri prendono il nome da un patto: vengono chiamati Nuovo Testamento. Questi due testamenti comprendono solo l’Età della Grazia e l’Età della Legge e non hanno alcun collegamento con l’età finale. Per questo la Bibbia non è di grande aiuto per il popolo odierno degli ultimi giorni. Per lo più serve come riferimento provvisorio, ma fondamentalmente ha scarso valore di uso.
da “In merito alla Bibbia (2)” in La Parola appare nella carne
7. Non tutto nella Bibbia è il resoconto delle parole proferite personalmente da Dio. La Bibbia documenta semplicemente le due fasi precedenti dell’opera divina, delle quali una parte è una documentazione delle predizioni dei profeti e un’altra riguarda la conoscenza e le esperienze scritte dagli uomini di cui Dio Si è servito nel corso delle epoche. Le esperienze umane sono inevitabilmente contaminate dalla conoscenza e dalle opinioni personali. In molti dei libri biblici vi sono concezioni, pregiudizi e assurde interpretazioni umane. Naturalmente, la maggior parte delle parole sono il risultato della rivelazione e dell’illuminazione dello Spirito Santo e sono interpretazioni corrette, tuttavia non si può dire che siano espressioni del tutto accurate della verità. Le loro opinioni su certe cose non rappresentano altro che la consapevolezza dell’esperienza personale o della rivelazione dello Spirito Santo. Le predizioni dei profeti vennero personalmente insegnate da Dio. Le profezie di Isaia, Daniele, Ezra, Geremia ed Ezechiele provennero dall’istruzione diretta dello Spirito Santo; essi erano veggenti, avevano ricevuto lo Spirito della profezia, erano tutti profeti dell’Antico Testamento. Durante l’Età della Legge queste persone, che avevano ricevuto l’ispirazione di Jahvè, raccontarono molte profezie, che vennero insegnate direttamente da Lui. E perché Egli agì in loro? Perché il popolo d’Israele era il popolo scelto da Dio; l’operato dei profeti dovette essere svolto fra di loro ed essi erano qualificati per ricevere tali rivelazioni. Di fatto, da loro stessi non sarebbero riusciti a comprendere le rivelazioni che Dio aveva fatto loro. Lo Spirito Santo pronunciò quelle parole attraverso le loro bocche, in modo che la gente del futuro potesse comprendere quelle cose e vedere che erano davvero opera dello Spirito di Dio, dello Spirito Santo, e non avevano origine dall’uomo, e per confermare loro l’azione dello Spirito Santo.
da “In merito alla Bibbia (3)” in La Parola appare nella carne
8. Al giorno d’oggi, le persone credono che la Bibbia sia Dio e che Dio sia la Bibbia. Parimenti, ritengono anche che tutte le parole della Bibbia siano le uniche parole pronunciate da Dio e che furono tutte dette da Lui. Coloro che credono in Dio, pensano altresì che, sebbene tutti i sessantasei libri dell’Antico e del Nuovo Testamento fossero stati scritti da persone, vennero tutti ispirati da Dio e furono un resoconto dei discorsi dello Spirito Santo. Questa è l’interpretazione errata delle persone, non completamente in accordo con i fatti. In effetti, ad esclusione dei libri delle profezie, la maggior parte dell’Antico Testamento è un resoconto storico. Alcune delle epistole del Nuovo Testamento provengono da esperienze personali e altre derivano dalla rivelazione dello Spirito Santo; le lettere di Paolo, per esempio, ebbero origine dall’opera di un uomo, furono il risultato della rivelazione dello Spirito Santo e furono scritte per le Chiese; sono parole di esortazione e di incoraggiamento per i fratelli e le sorelle delle Chiese. Non si trattava di parole pronunciate dallo Spirito Santo, Paolo non poteva parlare in Suo nome, e nemmeno era un profeta, ancor meno aveva visioni come Giovanni. Le sue lettere vennero scritte per le Chiese di Efeso, Filadelfia, Galazia e per altre. E, quindi, le lettere paoline del Nuovo Testamento sono epistole che egli scrisse per le Chiese e non ispirazioni dello Spirito Santo, né sono espressioni dirette di quest’ultimo. Si tratta soltanto di parole di esortazione, di consolazione e d’incoraggiamento che Paolo mise per iscritto per le Chiese durante lo svolgimento del suo lavoro. Sono, inoltre, un resoconto di gran parte del lavoro svolto da Paolo all’epoca. Furono scritte per tutti i fratelli e le sorelle nel Signore appartenenti a tutte le Chiese, per far sì che questi ultimi, in quel momento, seguissero il suo consiglio e si conformassero alle vie del Signore Gesù. In nessun modo Paolo disse che, le Chiese di quell’epoca o del futuro, avrebbero tutte dovuto nutrirsi delle parole che egli scrisse, né dichiarò che queste provenivano tutte da Dio. Secondo le condizioni della Chiesa in quel periodo, egli era semplicemente in comunione con i fratelli e le sorelle, li esortava e ispirava in loro la fede; semplicemente, predicava o ricordava alle persone e le esortava. Le sue parole erano basate sul suo stesso fardello e, attraverso di esse, egli sosteneva le persone. Egli svolse il lavoro di un apostolo delle Chiese di quel tempo, fu un lavoratore utilizzato dal Signore Gesù, e quindi gli venne data la responsabilità delle Chiese; fu incaricato di eseguire l’opera delle Chiese e dovette conoscere le situazioni dei fratelli e delle sorelle, per questo scrisse le lettere per questi ultimi. Tutto ciò di edificante e positivo che disse per le persone, era giusto, ma non rappresentava le espressioni dello Spirito Santo e nemmeno di Dio. Si tratta di un equivoco madornale e di una terribile bestemmia per gli uomini, trattare i resoconti delle esperienze di un uomo e le sue lettere come parole pronunciate dallo Spirito Santo alle Chiese! Ciò è particolarmente vero quando si tratta delle lettere che Paolo scrisse per le Chiese, perché queste vennero composte per i fratelli e le sorelle secondo le circostanze e la situazione di ogni Chiesa in quell’epoca, al fine di esortare i fratelli e le sorelle nel Signore a ricevere la grazia di quest’ultimo. Le sue epistole mirano a risvegliare i fratelli e le sorelle di quel periodo. Si può affermare che questo era sia il suo fardello, che quello datogli dallo Spirito Santo; dopotutto, egli era un apostolo che guidava le Chiese dell’epoca, che scriveva lettere per le Chiese e le esortava: ecco la sua responsabilità. La sua identità non era nient’altro che quella di un apostolo all’opera, semplicemente mandato da Dio; non era né un profeta, né un indovino. Per lui, il suo incarico e le vite dei fratelli e delle sorelle erano, quindi, della massima importanza. Perciò, non poteva parlare a nome dello Spirito Santo. Le sue parole non erano quelle di quest’ultimo, tantomeno potevano essere considerate parole proferite da Dio, visto che Paolo altri non era che una Sua creatura, e non certamente l’incarnazione di Dio. La sua identità non era la stessa di Gesù. Le parole di Gesù erano quelle dello Spirito Santo, di Dio, perché la Sua identità era quella di Cristo, il Figlio di Dio. Come potrebbe Paolo essere Suo pari? Se le persone considerano lettere o parole come quelle di Paolo quali espressioni dello Spirito Santo, e le adorano come Dio, si può solamente affermare che non fanno troppi discernimenti. Per parlare più duramente, non si tratta solo di bestemmie? Come può un uomo parlare in nome di Dio? E come possono le persone inchinarsi davanti alla documentazione delle sue epistole e delle parole che pronunciò, come fossero un libro sacro o divino? Le parole divine potrebbero essere dette a caso da un uomo? Come può un uomo parlare per conto di Dio? E, dunque, cosa dici, le lettere che scrisse per le Chiese non potrebbero essere contaminate dalle sue idee personali? Come potrebbero non essere macchiate da concezioni umane? Egli scrisse le lettere per le Chiese basandosi sulle sue esperienze personali e sul livello della sua vita. Ad esempio, Paolo scrisse una lettera alle Chiese della Galazia, che contiene una certa idea e Pietro ne scrisse un’altra con un altro punto di vista. Quale delle due proveniva dallo Spirito Santo? Nessuno può dirlo con certezza. Si può solo dire, quindi, che entrambi avevano un fardello nei confronti delle Chiese, ma le loro lettere rappresentano la loro statura morale, la loro fornitura, il loro supporto per i fratelli e le sorelle, il loro fardello verso le Chiese e rappresentano solo l’operato umano; non furono del tutto opera dello Spirito Santo. Se dici che le sue epistole sono parole dello Spirito Santo, sei quindi ridicolo e stai bestemmiando! Le lettere di Paolo e le altre epistole del Nuovo Testamento equivalgono alle memorie delle figure spirituali più recenti. Sono alla pari dei libri di Watchman Nee o delle esperienze di Lawrence, e così via. Semplicemente, i libri delle figure spirituali più moderne non sono inseriti nel Nuovo Testamento, eppure l’essenza di queste persone è la stessa; sono uomini utilizzati dallo Spirito Santo in un determinato periodo, ma non potrebbero rappresentare direttamente Dio.
da “In merito alla Bibbia (3)” in La Parola appare nella carne
9. Il Vangelo di Matteo del Nuovo Testamento documenta la genealogia di Gesù. All’inizio, afferma che Egli era un discendente di Abramo, figlio di Davide e di Giuseppe; poi dice che Gesù fu concepito dallo Spirito Santo e nacque da una vergine, il che significherebbe che non era il figlio di Giuseppe o il discendente di Abramo e nemmeno il figlio di Davide. Tuttavia, la genealogia insiste nel collegare Gesù a Giuseppe. In seguito, inizia a documentare il processo mediante il quale nacque Gesù. Si legge che Egli venne concepito per opera dello Spirito Santo, nacque da una vergine e non era figlio di Giuseppe. Eppure, nella genealogia è scritto chiaramente che Gesù era figlio di Giuseppe e, poiché la genealogia è scritta partendo da Gesù, registra quarantadue generazioni. Quando si giunge alla generazione di Giuseppe, si dice in modo frettoloso che Giuseppe era il marito di Maria, parole che servono a dimostrare che Gesù era il discendente di Abramo. Non si tratta di una contraddizione? La genealogia documenta chiaramente gli antenati di Giuseppe, è ovviamente la sua genealogia, ma Matteo insiste che si tratta della genealogia di Gesù. Questo non nega il fatto del concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo? La genealogia scritta da Matteo non è, dunque, un’idea umana? È ridicola! In questo modo capisci che questo libro non proviene del tutto dallo Spirito Santo. Ci sono, forse, alcuni che pensano che Dio debba avere una genealogia sulla terra, a seguito della quale assegnano Gesù alla quarantaduesima generazione di Abramo. Questo è davvero assurdo! Dopo essere giunto sulla terra, come potrebbe Dio avere un albero genealogico? Se dici che Dio ha una genealogia, non Lo collochi tra le Sue creature? Dio non appartiene alla terra, Egli è il Signore della creazione e, sebbene Si sia fatto carne, non è della stessa sostanza dell’uomo. Come potresti classificare Dio alla stessa stregua di una Sua creatura? Abramo non può rappresentare Dio; egli fu l’oggetto dell’opera di Jahvè in quel periodo, era solo un fedele servitore a Lui gradito e un uomo del popolo di Israele. Come potrebbe essere un antenato di Gesù?
da “In merito alla Bibbia (3)” in La Parola appare nella carne
10. Questi ultimi, contenuti nel Nuovo Testamento, vennero messi per iscritto venti o trent’anni dopo che Gesù era stato crocifisso. Prima, il popolo d’Israele leggeva solo l’Antico Testamento, cioè, all’inizio dell’Età della Grazia, il popolo leggeva l’Antico Testamento. Il Nuovo Testamento apparve soltanto durante l’Età della Grazia, non esisteva quando Gesù era in azione; le persone documentarono il Suo operato dopo che Egli risorse e ascese al cielo. Solo allora comparvero i quattro Vangeli, oltre ai quali si annoverarono anche le lettere di Paolo e di Pietro, come pure l’Apocalisse. Solamente dopo trecento anni che Gesù era asceso al cielo, quando le generazioni successive raccolsero i loro resoconti, nacque il Nuovo Testamento. Unicamente dopo che quest’opera venne portata a termine, apparve il Nuovo Testamento; non esisteva in precedenza. Dio compì tutta quell’opera e l’apostolo Paolo realizzò tutto quell’operato, e in seguito le lettere di Paolo e di Pietro vennero unite e la più grande visione documentata da Giovanni nell’isola di Patmos venne inserita per ultima, perché profetizzava l’opera degli ultimi giorni. Furono tutti provvedimenti delle generazioni successive e sono diversi dalle parole odierne. Ciò che viene documentato nel tempo presente segue le fasi dell’opera divina; ciò con cui la gente tratta attualmente è l’attività personalmente realizzata da Dio, e le parole pronunciate da Lui Stesso. Tu non hai bisogno di interferire, le parole, che provengono direttamente dallo Spirito, sono state predisposte passo dopo passo e sono diverse dalle disposizioni delle documentazioni umane. Quello che annotarono si può dire sia stato conforme al loro livello di istruzione e alla levatura umana. Quello che documentarono furono le esperienze umane, ognuno aveva i propri mezzi per annotare e conoscere e ogni resoconto era diverso. Quindi, se adori la Bibbia come Dio sei incredibilmente ignorante e stolto! Perché non cerchi, invece, l’opera del Dio di oggi? Solo questa può salvare l’uomo. La Bibbia non può salvarlo, potrebbe leggerla per migliaia di anni senza che in lui ci sia il benché minimo cambiamento, e se la adori non riceverai mai l’operato dello Spirito Santo.
da “In merito alla Bibbia (3)” in La Parola appare nella carne
11. Molte persone credono che la comprensione e la capacità di interpretare la Bibbia equivalgano a trovare la vera via, ma in realtà le cose sono davvero così semplici? Nessuno conosce la realtà della Bibbia, che non è altro che un documento storico dell’opera divina, un testamento delle due fasi precedenti dell’opera di Dio, e non ti offre nessuna conoscenza degli obiettivi della stessa. Chiunque abbia letto la Bibbia sa che documenta le due fasi dell’opera divina durante l’Età della Legge e l’Età della Grazia. L’Antico Testamento documenta la storia d’Israele e l’opera di Jahvè dalla creazione fino al termine dell’Età della Legge. Il Nuovo Testamento mette per iscritto l’opera di Gesù sulla terra, che è narrata nei quattro Vangeli, come pure l’operato di Paolo; non sono forse documenti storici? Riproporre le cose del passato al giorno d’oggi le rende storia, e non importa quanto possano essere vere o reali, sono sempre storia e la storia non può porre rimedio al presente, perché Dio non riesamina la storia! E così, se comprendi solo la Bibbia e non capisci nulla dell’opera che Dio intende fare nel presente, e se credi in Lui, ma non cerchi l’opera dello Spirito Santo, non sai quindi cosa significhi cercare Dio. Se leggi la Bibbia al fine di studiare la storia di Israele, per cercare il racconto della creazione dei cieli e della terra da parte di Dio, di conseguenza non credi in Lui. Tuttavia, attualmente, dato che credi in Dio e ricerchi la vita, dal momento che cerchi di raggiungere la Sua conoscenza e non vai dietro a lettere e dottrine morte o alla comprensione della storia, devi cercare la volontà divina nel presente e la direzione dell’opera dello Spirito Santo. Se tu fossi un archeologo potresti leggere la Bibbia, ma non lo sei, sei uno di quelli che credono in Dio e faresti meglio ad andare alla ricerca della volontà divina odierna.
da “In merito alla Bibbia (4)” in La Parola appare nella carne
12. La Bibbia è un documento storico dell’opera divina in Israele e annota molte predizioni degli antichi profeti, nonché alcune espressioni di Jahvè durante la Sua opera in quel periodo. Quindi, tutte le persone considerano questo libro come santo (perché Dio è santo e grande). Naturalmente tutto ciò è il risultato del loro timore verso Jahvè e della loro adorazione verso Dio. Le persone si riferiscono in questo modo a tale libro solo perché le creature di Dio adorano il loro Creatore, e ve ne sono alcune che lo definiscono persino un libro celeste. In realtà, si tratta semplicemente di un resoconto umano. Non è stato personalmente menzionato da Jahvè, né Egli ne ha diretto di persona la creazione. In altre parole, l’autore di questo libro non è Dio, ma l’umanità. La Sacra Bibbia è solo il titolo rispettoso dato a essa dall’uomo, non è stato deciso da Jahvè e Gesù dopo aver discusso tra Loro; non è nulla di più di un’idea umana. Poiché questo libro non è stato scritto da Jahvè, né tantomeno da Gesù. Per contro, si tratta delle descrizioni di molti antichi profeti, apostoli e veggenti, che sono state stilate dalle generazioni successive in un libro di antichi scritti che, alle persone, sembra particolarmente sacro, un libro che credono contenga molti misteri insondabili e profondi che sono in attesa di essere svelati dalle generazioni future. In tal senso, le persone sono ulteriormente disposte a credere che questo sia un libro celeste. Con l’aggiunta dei quattro Vangeli e dell’Apocalisse, l’atteggiamento degli uomini nei suoi confronti è diventato particolarmente diverso da quello nei confronti di qualsiasi altro libro e dunque nessuno osa analizzare questo “libro celeste”, perché troppo “santo”.
da “In merito alla Bibbia (4)” in La Parola appare nella carne
13. Oggi sto analizzando la Bibbia in questo modo e non vuol dire che Io la detesti, o che neghi il suo valore come punto di riferimento. Ti sto spiegando e chiarendo il valore intrinseco e le origini della Bibbia per cessare di tenerti all’oscuro, perché le persone hanno così tanti punti di vista sulla Bibbia, dei quali la maggior parte è sbagliata; leggere la Bibbia in tal modo impedisce loro non solo di ricevere quello che dovrebbero, ma, cosa più importante, ostacola il lavoro che ho intenzione di fare. Si tratta di un enorme problema per l’operato del futuro e offre solo svantaggi, non vantaggi. Quanto ti sto insegnando è, dunque, proprio la sostanza e la storia nella Bibbia. Non ti sto chiedendo di non leggerla, o di andare in giro a dire che è totalmente priva di valore, ma che tu abbia la conoscenza e il punto di vista corretti riguardo ad essa. Non essere troppo fazioso! Sebbene la Bibbia sia un libro di storia che è stato scritto dagli uomini, documenta altresì molti dei principi con cui gli antichi santi e profeti servirono Dio, come pure le recenti esperienze degli apostoli nel Suo servizio; tutto questo fu realmente visto e conosciuto da queste persone, e può servire come riferimento per gli uomini di oggi al fine di ricercare la vera via. Nel leggere la Bibbia, le persone sono quindi in grado di ricevere anche molte vie di vita che non possono essere trovate in altri libri. Queste strade sono le vie di vita dell’opera dello Spirito Santo, sperimentate dai profeti e dagli apostoli nelle epoche passate, e molte di queste parole sono preziose e in grado di fornire ciò di cui necessitano gli uomini. Così, le persone amano tutte leggere la Bibbia. Poiché c’è così tanto di nascosto in essa, i punti di vista degli uomini nei suoi confronti sono dissimili da quelli verso gli scritti delle grandi figure spirituali. La Bibbia è un documento e una raccolta delle esperienze e delle conoscenze di persone che servirono Jahvè e Gesù nella vecchia e nuova epoca, e pertanto le generazioni successive sono state in grado di ricevere da essa molta rivelazione, illuminazione e percorsi da praticare. Il motivo per cui la Bibbia è superiore agli scritti di qualsiasi grande figura spirituale, si deve al fatto che ognuno di questi scritti è tratto dalla Bibbia, ogni loro esperienza proviene da essa e la spiega. E così, sebbene le persone possano ottenere benefici dai libri di una grande figura spirituale, continuano ad adorare la Bibbia, perché sembra loro così superiore e profonda! Benché la Bibbia riunisca alcuni dei libri delle parole di vita, come ad esempio le lettere di Paolo e Pietro, e nonostante le persone possano essere nutrite e sostenute da tali libri, essi rimangono obsoleti, appartengono ancora alla vecchia epoca, e per quanto siano validi, sono adatti solo per un determinato periodo e non sono eterni. Questo perché l’opera di Dio è sempre in fase di sviluppo e non si può semplicemente fermare al periodo di Paolo e di Pietro, o all’Età della Grazia, in cui Gesù venne crocifisso. Questi libri sono quindi adatti solo per l’Età della Grazia, non per l’Età del Regno degli ultimi giorni. Possono solo provvedere ai credenti dell’Età della Grazia, non ai santi dell’Età del Regno e, per quanto siano eccellenti, sono pur sempre obsoleti. È lo stesso con l’opera della creazione da parte di Jahvè o il Suo operato in Israele: non importa quanto sia stata grande tale opera, è pur sempre superata, e verrà ancora il tempo in cui è passata. Anche per l’opera di Dio è la stessa cosa: è grande, ma verrà un momento in cui finirà; non potrà rimanere sempre nell’ambito dell’opera della creazione o di quella della crocifissione. Per quanto sia convincente l’opera della crocifissione, efficace nello sconfiggere Satana, il lavoro è, dopotutto, sempre lavoro, e le epoche sono, in fondo, sempre epoche; l’opera non può avere sempre lo stesso fondamento, né possono le epoche rimanere immutabili perché vi fu la creazione e ci dovranno essere gli ultimi giorni. È inevitabile! Così, attualmente, le parole di vita del Nuovo Testamento, ossia le lettere degli apostoli e i quattro Vangeli, sono diventati libri storici, antichi almanacchi, e come potrebbero quest’ultimi portare gli uomini nella nuova epoca? Non importa quanto tali scritti siano in grado di fornire la vita alle persone, di condurle alla croce, non sono forse superati? Non sono privi di valore? Perciò ti dico di non credere ciecamente in questi almanacchi. Sono troppo vecchi, non possono portarti nella nuova opera e possono solo opprimerti. Non solo non possono condurti nella nuova opera e a un nuovo ingresso, ma ti portano nelle antiche chiese religiose e così non stai dunque regredendo nella tua fede in Dio?
da “In merito alla Bibbia (4)” in La Parola appare nella carne
Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente
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