In questo giorno santo custodiamo nel nostro cuore i nostri lettori e tutte le persone che in Cina soffrono, tra cui i nostri giornalisti ancora in carcere
Il messaggio scritto sulla cartolina natalizia (tratto da Facebook) |
Massimo Introvigne
Il Natale è gioia, ma quest’anno a Londra una bambina di sei anni ha vissuto un’esperienza speciale. Aveva acquistato in un negozio vicino a casa alcune cartoline di Natale che voleva spedire ai suoi amici e ha scoperto che erano state fabbricate in Cina. All’interno di una di esse ha trovato un messaggio scritto dai detenuti stranieri della prigione di Qingpu a Shanghai «costretti a lavorare contro la loro volontà». La ragazza e la sua famiglia hanno pensato che si trattasse uno scherzo, ma il messaggio menzionava Peter Humphrey, un giornalista britannico che era stato detenuto in quel carcere. La famiglia ha contattato il giornalista che ha confermato l’autenticità del messaggio e che il lavoro degli schiavi è effettivamente comune nella prigione di Qingpu. Grazie ai media britannici è presto scoppiato uno scandalo e la società produttrice delle cartoline ha dovuto ritirarle dal mercato e sospendere la produzione in Cina.
Sfortunatamente però non si tratta solo della prigione di Qingpu e la pratica della schiavitù è comune nelle carceri e nei campi di concentramento cinesi. Di recente ho scritto sulla rivista Our World di Liu Jixia, una fedele della Chiesa di Dio Onnipotente, morta a causa dello sfinimento e della malnutrizione dopo aver trascorso diciotto mesi nel campo di “rieducazione attraverso il lavoro” di Ji’nan dove era stata imprigionata perché appartenente a un movimento religioso vietato. Nel campo era costretta a fabbricare cavalli giocattolo, alcuni dei quali senza dubbio venduti in occidente per il Natale. Normalmente doveva lavorare 17 ore al giorno che diventavano 20 quando era necessario aumentare la produzione. La dieta del campo era molto povera e costituita solamente da farina di mais e sottaceti.
Dopo alcuni mesi, a causa del superlavoro e della malnutrizione, Liu ha contratto una grave forma di nefrite. La donna aveva consultato il personale medico del campo ma le è stato detto che non era abbastanza malata per smettere di lavorare e che i cavalli giocattolo dovevano essere prodotti. Quando nel 2009 Liu è stata rilasciata, la nefrite era ormai cronica e il 20 agosto 2012 è deceduta al First People’s Hospital di Linqing, nello Shandong.
Per via della fede che professano milioni di persone sono tuttora detenute nelle carceri, nei campi di lavoro e nei campi per la trasformazione attraverso l’educazione. Ciò riguarda tutte le fedi e sebbene la Chiesa di Dio Onnipotente rimanga il singolo movimento religioso più perseguitato. La persecuzione colpisce uiguri e altri musulmani, praticanti del Falun Gong, cristiani delle chiese domestiche, cattolici dissidenti, tibetani e altri buddhisti.
Nell’augurare un buon Natale e un felice anno nuovo a tutti i nostri lettori – siamo certi che anche i non cristiani apprezzeranno gli auguri – il nostro cuore è con i nostri giornalisti cinesi che sono in carcere per aver commesso il “crimine” di inviare notizie, video e immagini a Bitter Winter.
Non sempre pubblichiamo informazioni su dove e quando i nostri giornalisti vengono arrestati e detenuti, perché talvolta ciò potrebbe compromettere ulteriormente la loro sicurezza e peggiorare la loro situazione. Come ha scritto di recente un giornalista, il PCC considera Bitter Winter «una spina nel fianco» e non lesina gli sforzi per impedire che notizie e documenti escano dalla Cina.
Sappiamo che venti dei nostri giornalisti sono tuttora in carcere, anche se ignoriamo dove alcuni di loro siano. Il nostro Natale è per loro. Ovunque si trovino, questi coraggiosi guerrieri per la verità e la libertà possono stare certi che a Natale non saranno soli.
Anche noi speriamo di non essere soli. Bitter Winter ha decine di migliaia di lettori regolari. Ci dicono spesso che ci amano e che pregano per noi. Questo è molto importante. Avrete però notato che tempo fa abbiamo dovuto cessare tre delle nostre edizioni straniere (tedesco, francese e giapponese). Sebbene molti volontari lavorino gratuitamente per Bitter Winter, alcuni traduttori vengono pagati e semplicemente non siamo stati in grado di permetterci i pesanti costi di traduzione in queste lingue. In poche parole, le donazioni che abbiamo ricevuto non erano sufficienti. Manteniamo ancora cinque edizioni in inglese, cinese, coreano, spagnolo e italiano, ma i costi delle traduzioni e altri ancora ci rendono la vita difficile.
Sappiamo che Natale significa anche donare e che sei subissato dalle richieste di dozzine di organizzazioni benefiche tutte meritevoli di essere aiutate. Tuttavia, se per te è importante dire la verità sulla Cina e contrastare la massiccia propaganda del PCC, ti preghiamo di dedicare i tre minuti necessari cliccando qui e inviando un regalo di Natale a Bitter Winter. La causa della libertà religiosa e dei diritti umani in Cina ha bisogno di aiuto questo Natale. Ha bisogno di te.
Fonte: Bitter Winter/MASSIMO INTROVIGNE
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