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25 aprile 2018

La migliore protezione di Dio per il genere umano

Kuiqian Città di Rizhao, Provincia di Shandong
La mia posizione nella vita – o il mio status – è stata qualcosa di cui non sono mai riuscito a fare a meno, e quando Dio ha creato un contesto che mi rivelava, la mia reazione è stata solo negativa, di protesta e disperazione. Ci è voluto un lungo cammino di raffinamento per giungere a comprendere le buone intenzioni di Dio e capire che mi metteva alla prova non per tormentarmi, bensì per purificarmi e rendermi perfetto, per consentirmi di comprendere che credere in Lui per amore di una posizione sociale non poteva che condurmi alla rovina, permettendomi così di abbandonare vie di ricerca improprie e fissare un obiettivo più degno da seguire.
Dopo un periodo di servizio come capo di una Chiesa, sono stato promosso vicecapo di distretto. In breve tempo, ho ottenuto una nuova promozione e sono stato nominato capo di distretto. Questa “ascesa” lineare mi ha indotto a lavorare ancor più alacremente per adempiere ai miei doveri, nella trepidante attesa del giorno in cui mi sarebbero stati affidati incarichi ancora più importanti. Questa speranza diventò uno stimolo per la mia ricerca. Sennonché, proprio mentre sognavo la mia graduale “scalata”, venni sostituito! In quel momento fu un colpo durissimo, sentivo di aver perso la mia posizione sociale e che il mio cammino di fede in Dio fosse giunto al termine. La mia sofferenza fu tale che pensai di abbandonare la Chiesa. Giunsi perfino a meditare il suicidio. Più tardi, illuminato dalle parole di Dio, riuscii, poco alla volta, a uscire fuori da quella negatività. Le Sue parole furono: “Quando le montagne si spostano, esse potrebbero fare una deviazione nell’interesse della tua posizione? Quando le acque scorrono, si potrebbero fermare davanti alla tua posizione? I cieli e la terra potrebbero invertirsi per la tua posizione?” (“Il ventiduesimo discorso” in La Parola appare nella carne). A quel tempo, pur consapevole del mio eccessivo desiderio di uno status, e ben sapendo che la fede in Dio non ha nulla a che vedere con la ricerca di uno status, non avevo una reale comprensione di me e mi dicevo: “Non cercherò più lo status, quali che siano le mansioni che mi verranno affidate, obbedirò e basta”. Più tardi, la Chiesa mi affidò l’incarico di predicare il Vangelo e di prendere cura dei nuovi credenti. Accettai tutto, convinto, così facendo, di aver rinunciato al mio desiderio di uno status.
Di lì a poco, passai dal prendere cura dei nuovi credenti a essere di nuovo capo di una Chiesa. In quel momento, si riaccese il desiderio che covava nel profondo del mio cuore di “tornare in auge”. Dominato da quel desiderio, feci di tutto per mettermi in bella mostra, nella speranza che i direttori notassero il mio “cambiamento”. Quando giunse il momento di organizzare i distretti ecclesiastici non potei fare a meno di pensare: questa volta ci sono buone probabilità che mi nominino vicecapo di distretto. Ma, ancora una volta, il piano di Dio infranse il mio sogno di uno status sociale e finii per diventare aiutante diacono per un’altra Chiesa. Confrontato con questa realtà, la fraintesi, protestai e sentii nascere nel mio cuore un moto di rivolta: “Oh Dio, anche altri non sono immuni alla corruzione, commettono errori sul lavoro, eppure continuano a lavorare come capi. Io non ho dato meno di altri, sotto ogni aspetto: perché Dio non Si serve di me? Perché sono così sfortunato?”. Ancora una volta, sprofondai nei tormenti del cammino di raffinamento. In mezzo alle tenebre, furono le parole di Dio a guidarmi: “Non ritieni che un colpo dopo l’altro e una disciplina dopo l’altra siano la miglior protezione possibile, bensì consideri ciò alla stregua di irragionevoli provocazioni del Cielo o di un’adeguata ricompensa nei tuoi confronti. Sei un vero ignorante! … Il castigo che ritieni spietato non ti ha affatto cambiato il cuore, né lo ha occupato. Al contrario, lo ha solamente ferito. Ti sei limitato a considerare questo ‘castigo spietato’ come il tuo nemico in questa vita, ma non hai ottenuto nulla. Sei talmente presuntuoso! Raramente credi di essere soggetto a questo genere di prove perché sei davvero spregevole; anzi, ritieni di essere troppo sfortunato e, come se non bastasse, asserisci che Io sia sempre puntiglioso nei tuoi confronti” (“Coloro che non imparano e non sanno nulla non sono forse altro che bestie?” in La Parola appare nella carne). Le parole di Dio mi trafissero il cuore come una spada affilata. Era vero! Non avevo imparato nulla dai miei tanti passi falsi. Ogni volta che avevo perso la mia posizione, mi ero sentito in sospeso tra la vita e la morte, come se, assieme alla posizione, fosse andato perduto anche il senso della vita. Lo stato sociale era diventato la mia ferita mortale. Eppure, tutti quelli castighi non mi avevano insegnato niente su me stesso, e ancor meno sulle sincere intenzioni di Dio. Non avevo capito che le prove cui Dio mi sottoponeva servivano a contrastare il mio desiderio di status, affinché mi instradassi su un cammino più degno. Al contrario, fraintesi Dio e mi abbandonai al lamento, convinto che Lui mi stesse tormentando di proposito, cercando di rendermi le cose difficili, e che la sfortuna mi perseguitasse. Ero davvero così insensato, così assurdo!
La mia posizione nella vita – o il mio status – è stata qualcosa di cui non sono mai riuscito a fare a meno, e quando Dio ha creato un contesto che mi rivelava, la mia reazione è stata solo negativa, di protesta e disperazione.
In seguito, nella comunione di Dio vidi: “La corruzione nella natura umana deve essere risolta attraverso delle prove. In ogni aspetto in cui non si va avanti, è lì che è necessario raffinare, questo è il piano di Dio. Dio crea un ambiente per te, costringendoti a raffinare per riconoscere la tua propria corruzione. … In qualsiasi aspetto tu sia ancora soggetto alla schiavitù di Satana, in qualsiasi aspetto tu abbia ancora dei tuoi desideri propri, delle tue esigenze: è in questi aspetti che soffrirai” (“Come soddisfare Dio nel corso delle prove” in Registrazione dei discorsi di Cristo). Osservando le parole di Dio, pensando agli affinamenti continui che ricevevo, compresi infine le Sue gentili intenzioni, e potei gustare il grande amore e la salvezza di Dio. Benché io fossi arrogante e ignorante e non avessi alcuna comprensione del cuore di Dio, Egli creò un contesto per mettermi continuamente alla prova, costringendomi, in mezzo al dolore di essere affinato, a riconoscere la mia corruzione, la mia arroganza e irragionevolezza, e che il mio desiderio di uno status era eccessivo. Egli mi condusse a scrollarmi di dosso la tirannia della mia condizione sociale, Egli mi condusse a non ricercare più lo status. Più cercavo di sondarlo, più sentivo che l’amore di Dio per me era veramente grande, mentre io ero cieco e ignorante. Fraintendevo Dio e Lo incolpavo, e ferivo davvero il Suo cuore. A quel tempo, non riuscivo a evitare di spargere lacrime di rimpianto e cadere davanti a Dio in preghiera: “Oh Dio! Grazie per il Tuo amore e la Tua salvezza per me. Se non avessi da Te questi castighi e giudizi, sarei su una strada senza ritorno verso la mia rovina a causa della mia ricerca di uno status. Le Tue prove e affinamenti della mia persona sono per me una grande protezione e salvezza. Oh Dio! Ho compreso le Tue buone intenzioni verso di me, e voglio liberarmi di queste barriere per ricercare la verità, per cercare ulteriormente la Tua volontà nel contesto che Tu crei, per perseguire la verità e un cambiamento nell’indole, per essere una creatura cosciente, razionale, per non permettere che la Tua opera sia vana dentro di me”.

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