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5 aprile 2018

Il vangelo del giorno – “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II” Parte 7



Non nutrire dubbi sulle prove di Dio

Alla fine delle prove di Giobbe, dopo aver ricevuto la sua testimonianza, Dio decise che avrebbe guadagnato un gruppo, o più di uno, di persone simili a lui, ma decise anche di non permettere mai più a Satana di attaccare o maltrattare nessun’altra persona utilizzando gli stessi mezzi con i quali egli aveva tentato, attaccato e maltrattato Giobbe, per scommessa con Lui; Dio non permise più a Satana di compiere tali atti contro l’uomo, che è debole, stolto e ignorante! Satana aveva già tentato Giobbe, ed era più che sufficiente! La misericordia di Dio non consente più a Satana di maltrattare nessuno in qualunque modo desideri. A Dio era stato sufficiente che Giobbe avesse sofferto la tentazione e il maltrattamento di Satana. Egli non gli permise mai più di compiere tali atti, perché la vita e tutto ciò che riguarda le persone che seguono Dio sono da Lui governati e orchestrati, e Satana non ha l’autorizzazione di manipolare a suo piacimento i prescelti di Dio, questo dev’essere ben chiaro! Dio Si preoccupa della debolezza dell’uomo, e comprende la sua stoltezza e la sua ignoranza. Sebbene, affinché l’uomo potesse essere completamente salvato, Egli lo abbia consegnato nelle mani di Satana, Dio non desidera mai vedere Satana trastullarsi con l’uomo come un giocattolo e maltrattarlo, e non vuole vederlo sempre soffrire. L’uomo fu creato da Dio, e quindi è perfettamente giustificato che Egli governi e disponga tutto ciò che lo riguarda; si tratta della Sua responsabilità, e dell’autorità tramite la quale Egli governa ogni cosa! Dio non permette a Satana di maltrattare e tormentare l’uomo a suo piacimento, non gli consente di impiegare vari mezzi per sviarlo e, inoltre, non gli consente di intromettersi nella Sua sovranità sull’uomo, né di calpestare e distruggere le leggi tramite le quali Egli governa ogni cosa, per non parlare della Sua grande opera di gestione e di salvezza dell’umanità! Coloro che Dio desidera salvare e che sono capaci di renderGli testimonianza, sono il nocciolo e la cristallizzazione dell’opera del Suo piano di gestione, della durata di seimila anni, e anche il prezzo degli sforzi dei Suoi seimila anni di opera. Come potrebbe Dio, con indifferenza, abbandonare queste persone nelle mani di Satana?
A volte, le persone si preoccupano delle prove di Dio e le temono, e tuttavia vivono sempre nei tranelli di Satana, e in un territorio pericoloso nel quale vengono attaccate e maltrattate da esso, ma non ne hanno paura, e proseguono imperterriti. Cosa succede? La fede che l’uomo nutre nei confronti di Dio si limita solo alle cose che egli può vedere. Egli non ha la minima comprensione dell’amore di Dio e del Suo interesse per l’uomo o della sua tenerezza e riguardo per lui, ma quando si parla di una piccola apprensione e di un minimo timore delle prove, del giudizio e del castigo, della maestà e dell’ira di Dio, l’uomo non ha la più pallida idea delle Sue buone intenzioni. Non appena si parla di prove, si pensa che Dio abbia moventi nascosti, e alcuni ritengono addirittura che covi propositi malvagi, ignari di ciò che Egli farà loro realmente; quindi, mentre sbandierano ai quattro venti obbedienza alla sovranità e alle disposizioni di Dio, fanno tutto ciò che è in loro potere per resistere e opporsi alla Sua sovranità sull’uomo e alle Sue disposizioni per lui, perché ritengono che se non stanno attenti saranno ingannati da Lui, se non controllano il loro destino, tutto ciò che hanno sarà loro rubato da Dio, e potrebbero addirittura morire. L’uomo si trova nell’accampamento di Satana, ma non si preoccupa di essere maltrattato da esso, e viene tormentato da Satana, ma non teme di finirne prigioniero. Continua a ripetere di accettare la salvezza di Dio, ma non ha mai avuto fiducia in Lui o creduto che Egli lo salverà veramente dagli artigli di Satana. Se, come Giobbe, l’uomo è capace di sottomettersi alla direzione e alle disposizioni di Dio e può mettere tutto il suo essere nelle Sue mani, non avrà forse lo stesso destino di Giobbe: il ricevimento delle benedizioni di Dio? Se l’uomo è capace di accettare il governo di Dio e di sottomervisi, che cos’ha da perdere? Quindi, vi suggerisco di fare attenzione alle vostre azioni, e di essere guardinghi nei confronti di tutto ciò che vi succederà. Non essere avventato o impulsivo, e non trattare Dio, le persone, le questioni e gli oggetti che ha disposto per te a seconda del tuo sangue caldo, della tua spontaneità o in base alle tue immaginazioni o concezioni; dovete essere prudenti nelle vostre azioni, pregare e ricercare di più, per evitare di suscitare l’ira di Dio. Ricordatelo!
Ora, prenderemo in esame lo stato di Giobbe dopo le sue prove.
5. Giobbe dopo le sue prove
(Giobbe 42:7-9) Dopo che ebbe rivolto questi discorsi a Giobbe, l’Eterno disse a Elifaz di Teman: “L’ira mia è accesa contro te e contro i tuoi due amici, perché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe. Ora dunque prendetevi sette tori e sette montoni, venite a trovare il mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi stessi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi; ed io avrò riguardo a lui per non punir la vostra follia; poiché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe”. Elifaz di Teman e Bildad di Suach e Tsofar di Naama se ne andarono e fecero come l’Eterno aveva loro ordinato; e l’Eterno ebbe riguardo a Giobbe.
(Giobbe 42:10) E quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, l’Eterno lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto.
(Giobbe 42:12) E l’Eterno benedì gli ultimi anni di Giobbe più de’ primi; ed ei s’ebbe quattordicimila pecore, seimila cammelli, mille paia di bovi e mille asine.
(Giobbe 42:17) Poi Giobbe morì vecchio e sazio di giorni.

Coloro che temono Dio e fuggono il male sono guardati da Dio con sollecitudine, mentre gli stolti sono considerati da Lui come gente di poco conto

In Giobbe 42:7-9, Dio afferma che Giobbe è il Suo servo. L’uso del termine “servo” in riferimento a Giobbe dimostra quanto fosse importante Giobbe nel cuore di Dio; sebbene Egli non apostrofò Giobbe con un epiteto più pregiato, tale appellativo non influì sull’importanza che lui aveva nel Suo cuore. In questo testo, “servo” è il soprannome che Dio attribuisce a Giobbe. I ripetuti riferimenti di Dio al “mio servo Giobbe” dimostrano quanto egli Gli piacesse e, sebbene Dio non parlò del significato soggiacente al termine “servo”, dalle Sue parole in questo passo della Scrittura si evince la Sua definizione di tale appellativo. Prima di tutto, Dio disse a Elifaz di Teman: “L’ira mia è accesa contro te e contro i tuoi due amici, perché non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe”. Con queste parole, per la prima volta, Dio dichiarò apertamente di aver accettato tutto ciò che era stato detto e fatto da Giobbe nel periodo successivo alle prove cui lo aveva sottoposto, e quindi questa è la prima volta che Egli confermò apertamente l’esattezza e la correttezza di tutto ciò che Giobbe aveva fatto e detto. Dio era adirato con Elifaz e gli altri a causa del loro discorso scorretto e assurdo, perché, come Giobbe, non avevano saputo vedere la Sua manifestazione o udire le parole che Egli pronunciava per loro. Tuttavia Giobbe possedeva una conoscenza molto accurata di Dio, mentre loro erano capaci solo di fare supposizioni alla cieca su di Lui, trasgredendo la Sua volontà e mettendo alla prova la Sua pazienza in tutte le loro azioni. Di conseguenza, mentre accettava tutto ciò che era stato detto e fatto da Giobbe, Dio Si adirò verso gli altri, perché in loro non riusciva a scorgere la benché minima parvenza di timore nei Suoi confronti, e in ciò che dicevano non poteva udire niente che somigliasse al timore verso di Lui. Quindi, Egli proseguì facendo loro le richieste seguenti: “Ora dunque prendetevi sette tori e sette montoni, venite a trovare il mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi stessi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi; ed io avrò riguardo a lui per non punir la vostra follia”. In questo passo, Dio chiede ad Elifaz e agli altri di fare qualcosa per redimere i loro peccati, perché la loro stoltezza era un peccato contro Jahvè Dio, e quindi dovevano presentare olocausti per rimediare ai loro errori. Gli olocausti venivano spesso offerti a Dio, ma ciò che è insolito, in questo caso, è che essi vennero offerti a Giobbe. Giobbe fu accettato da Dio perché Gli rese testimonianza durante le sue prove. Nel frattempo, durante il periodo delle sue prove, fu rivelata la vera natura dei suoi amici; a causa della loro stoltezza, furono condannati da Dio, accesero la Sua ira, e avrebbero dovuto essere puniti da Lui, tramite la presentazione di olocausti a Giobbe, dopo di che, Giobbe pregò per loro per dissipare la punizione e l’ira di Dio nei loro confronti. L’intenzione di Dio era quella di svergognarli, perché non temevano Dio, non fuggivano il male e avevano condannato l’integrità di Giobbe. Da un certo punto di vista, Dio stava dicendo loro che non accettava le loro azioni ma accettava in massimo grado Giobbe e Si compiaceva di lui; da un altro punto di vista, Egli stava dicendo loro che l’essere accettati da Lui eleva l’uomo al Suo cospetto, che l’uomo è aborrito da Dio a causa della sua stoltezza, a causa di essa egli Lo offende, ed è vile e detestabile ai Suoi occhi. Queste sono le definizioni che Dio dà di due tipi di persone, gli atteggiamenti verso di essi, e la spiegazione che Egli dà del loro valore e del loro rango. Anche se Dio definì Giobbe Suo servo, ai Suoi occhi questo servo era amato, e gli venne concessa l’autorità di pregare per altri e di perdonare i loro errori. Tale servo era in grado di parlare direttamente con Dio e di presentarsi direttamente al Suo cospetto, la sua reputazione era superiore e più onorevole rispetto a quella degli altri. Questo è il vero significato del termine “servo”, pronunciato da Dio. A Giobbe fu conferito questo onore speciale perché temeva Dio e fuggiva il male, e altri non vennero definiti servi di Dio perché non Lo temevano e non fuggivano il male. I due atteggiamenti nettamente diversi di Dio sono i Suoi atteggiamenti nei confronti di due tipi di persone: coloro che temono Dio e fuggono il male sono accettati da Lui, e preziosi ai Suoi occhi, mentre gli stolti non temono Dio, sono incapaci di fuggire il male, e di ricevere l’approvazione di Dio; spesso sono aborriti e condannati da Dio, e ai Suoi occhi valgono ben poco.

Dio riveste Giobbe di autorità

Giobbe pregò per i suoi amici e, in seguito, grazie alle sue preghiere, Dio non li trattò come sarebbe convenuto alla loro stoltezza. Non li punì e non applicò loro nessuna pena. Perché? Perché le preghiere presentate dal Suo servo, Giobbe, in loro favore erano giunte alle Sue orecchie; Dio li perdonò perché aveva accettato le preghiere di Giobbe. Che lezione ne possiamo trarre? Quando Dio benedice qualcuno, gli concede molte ricompense, e non solo di tipo materiale: lo riveste di autorità, e lo autorizza a pregare per altri. Inoltre, dimentica le loro trasgressioni e ci passa sopra perché ascolta queste preghiere. Ecco l’autorità di cui Dio rivestì Giobbe. Tramite le preghiere di Giobbe per impedire la loro condanna, Jahvè Dio svergognò gli stolti, e questa fu, naturalmente, la Sua punizione speciale per Elifaz e gli altri.

Giobbe viene benedetto ancora una volta da Dio, e non viene mai più accusato da Satana

Tra le dichiarazioni di Dio, troviamo le parole seguenti: “non avete parlato di me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe”. Cosa aveva detto Giobbe? Quello di cui abbiamo parlato in precedenza, e anche tante altre parole riportate nelle svariate pagine del libro che porta il suo nome. In tutte queste molteplici pagine di parole, Giobbe non presentò mai lamentele o dubbi a proposito di Dio. Egli attese solo l’esito finale. Grazie a questa attesa, prova di un atteggiamento di obbedienza, e grazie alle parole che egli disse a Dio, Giobbe fu accettato da Lui. Quando sopportò le prove e soffrì i patimenti, Dio era al suo fianco, e anche se i suoi patimenti non venivano alleviati dalla Sua presenza, Egli vide ciò che desiderava vedere, e ascoltò ciò che desiderava ascoltare. Ogni azione e parola di Giobbe raggiunse gli occhi e le orecchie di Dio; Egli ascoltò, e vide, ecco tutto. La conoscenza che Giobbe aveva di Dio, e i pensieri che in quel periodo nutriva su di Lui, in realtà non erano così specifici come quelli delle persone di oggi ma, in quel contesto, Dio riconobbe tutto ciò che egli aveva detto, perché il suo comportamento, i suoi pensieri intimi, e ciò che aveva espresso e rivelato, erano sufficienti per le Sue esigenze. Nel periodo in cui Giobbe fu sottoposto alle prove, ciò che egli pensava intimamente e ciò che decise di fare mostrarono a Dio un esito finale soddisfacente per Lui, e dopo che Dio ebbe messo fine alle prove di Giobbe, egli emerse dalle sue sofferenze. Le sue prove erano terminate e non sarebbero mai più tornate su di lui. Poiché Giobbe era già stato assoggettato alle prove, non aveva vacillato, e aveva trionfato completamente sopra Satana, Dio gli concesse le benedizioni che aveva giustamente meritato. Come viene detto in Giobbe 42:10, 12, egli venne benedetto ancora, e più della prima volta. In quel momento Satana se n’era già andato, e non disse e non fece niente, e da quel momento in poi Giobbe non fu mai più intralciato o attaccato da Satana, ed egli non lanciò più accuse contro le benedizioni che Dio aveva concesso a Giobbe.

Giobbe trascorre la seconda metà della sua vita circondato dalle benedizioni di Dio

Sebbene le benedizioni di quel tempo fossero solo limitate a pecore, bovini, cammelli, beni materiali e così via, le benedizioni interiori che Dio desiderava concedere a Giobbe erano molto più grandi. In quel tempo, venne specificato che tipo di promesse eterne Dio desiderava concedere a Giobbe? Nelle Sue benedizioni per Giobbe, Dio non menzionò e non affrontò questo tema e, a prescindere da quale importanza o posizione Giobbe occupasse nel cuore di Dio, in complesso Egli fece una distinzione nelle Sue benedizioni. Dio non rivelò la fine di Giobbe. Che significa? In quei tempi, quando il piano di Dio non aveva ancora raggiunto il momento della proclamazione della fine dell’uomo e non era ancora entrato nella fase finale della Sua opera, Dio non fece cenno alla fine, concedendo all’uomo solo benedizioni materiali. Ciò significa che Giobbe trascorse la seconda parte della sua vita circondato dalle benedizioni di Dio, il che lo rese diverso dagli altri, ma come gli altri egli invecchiò, e come ogni altra persona normale venne il giorno in cui dovette salutare questo mondo. Viene detto che “Poi Giobbe morì vecchio e sazio di giorni” (Giobbe 42:17). In questo testo, cosa significa “morì… sazio di giorni”? Nell’età precedente alla proclamazione della fine delle persone, Dio aveva fissato per Giobbe un determinato periodo di vita, e quando l’età stabilita fu raggiunta, Egli permise a Giobbe di lasciare questo mondo in modo naturale. Dalla seconda benedizione di Giobbe fino alla sua morte, Dio non aggiunse altri patimenti. Per Lui, la morte di Giobbe fu naturale, e anche necessaria. Qualcosa di assolutamente normale, senza giudizio né condanna. In vita, Giobbe aveva adorato e temuto Dio; su cosa gli sarebbe successo dopo la morte, Dio non disse nulla, e non fece alcun commento al riguardo. Egli è saggio in ciò che dice e fa, e il contenuto e i principi della Sue parole e azioni vanno di pari passo con le fasi della Sua opera e con l’età in cui sta operando. Nel cuore di Dio, che tipo di fine tocca a persone come Giobbe? Dio aveva raggiunto intimamente una decisione a proposito? Certo! Solo che all’uomo non era stato rivelato; Dio non voleva dirlo all’uomo, e non aveva nessuna intenzione di rivelarglielo. Quindi, parlando superficialmente, Giobbe morì sazio di giorni e così si concluse la sua vita.

Il prezzo concretizzato da Giobbe nel corso della sua vita

La vita di Giobbe fu una vita di valore? In che cosa consistette questo valore? Perché viene detto che visse una vita di valore? Per l’uomo, cosa fu questo valore? Dal punto di vista umano, egli rappresentava l’umanità che Dio desidera salvare, rendendo un’illustre testimonianza a Dio di fronte a Satana e agli abitanti del mondo. Egli adempì il dovere che dovrebbe essere adempiuto da ogni creatura di Dio, stabilì un esempio, e agì come modello di tutti coloro che Dio desidera salvare, consentendo alle persone di constatare che è completamente possibile trionfare su Satana, affidandosi a Dio. Quale fu il suo valore per Dio? Per Lui, il valore della vita di Giobbe stava nella sua capacità di temerLo, di adorarLo, di rendere testimonianza dei Suoi atti, e di lodare le Sue azioni, portandoGli conforto e qualcosa di cui gioire; per Dio, il valore della vita di Giobbe stava anche nel modo in cui, prima della morte, egli aveva affrontato le prove e trionfato su Satana, e reso un’illustre testimonianza a Dio di fronte a Satana e agli abitanti del mondo, glorificando Dio in mezzo all’umanità, confortando il Suo cuore, e consentendo al Suo cuore bramoso di scorgere un esito e di trovare la speranza. La sua testimonianza creò un esempio di capacità di rimanere saldi nella testimonianza personale per Dio, e di essere capaci di svergognare Satana a nome di Dio, nell’opera di gestione dell’umanità da parte Sua. Non è forse questo il valore della vita di Giobbe? Egli portò conforto al cuore di Dio, diede a Dio un assaggio della delizia della glorificazione, e fornì un meraviglioso inizio al Suo piano di gestione. Da questo momento in poi, il nome di Giobbe divenne il simbolo della glorificazione di Dio, e il segno del trionfo dell’umanità nei confronti di Satana. Ciò che Giobbe realizzò durante la sua vita e il suo notevole trionfo su Satana saranno sempre serbati in cuore da Dio e la sua perfezione, la sua rettitudine, e il suo timore di Dio saranno venerati ed emulati nelle generazioni a venire. Egli sarà sempre serbato in cuore da Dio come una perla impeccabile, luminosa, ed è degno di essere fatto tesoro anche da parte dell’uomo!
Ora, diamo uno sguardo all’opera di Dio durante l’Età della Legge.
D. Norme dell’Età della Legge
1. I Dieci Comandamenti
2. Disposizioni per l’edificazione degli altari
3. Norme per il trattamento dei servi
4. Norme per il furto e la compensazione
5. Osservanza dell’anno sabatico e delle tre feste (di pellegrinaggio)
6. Norme per il giorno del sabato
7. Norme per offerte e sacrifici
  a. Olocausti
  b. Offerte di grano
  c. Sacrifici di azioni di grazie
  d. Sacrifici per il peccato
  e. Sacrifici di riparazione
  f. Norme per offerte e sacrifici presentati dai sacerdoti (sono tenuti ad osservarle Aaronne e i suoi discendenti)
     1) Olocausti presentati dai sacerdoti
     2) Offerte di grano presentate dai sacerdoti
     3) Sacrifici per il peccato presentati dai sacerdoti
     4) Sacrifici di riparazione presentati dai sacerdoti
     5) Sacrifici di azioni di grazie presentati dai sacerdoti
8. Norme per la consumazione delle offerte da parte dei sacerdoti
9. Animali puri e impuri (consentiti o vietati per l’alimentazione)
10. Norme per la purificazione delle donne dopo il parto
11. Direttive per l’esame della lebbra
12. Norme per coloro che sono stati guariti dalla lebbra
13. Norme per la purificazione delle case infette
14. Norme per coloro che soffrono di gonorrea
15. Giorno delle Espiazioni, da festeggiare una volta l’anno
16. Norme per la macellazione di bovini e pecore
17. Proibizione delle pratiche odiose dei Gentili (astenersi da incesto, ecc.)
18. Norme che il popolo deve seguire (“Mi sarete santi, perché io, l’Eterno, son santo”.)
19. Esecuzione di coloro che sacrificano i propri figli a Moloc
20. Norme per la punizione del crimine di adulterio
21. Norme che devono essere osservate dai sacerdoti (norme per il comportamento quotidiano, norme per la consumazione dei sacrifici santi, norme per la presentazione dei sacrifici, ecc.)
22. Feste da osservare (sabato, Pasqua, Pentecoste, Giorno delle Espiazioni, ecc.)
23. Altre norme (accensione delle lampade, anno del Giubileo, riscatto della terra, voti, offerta delle decime, ecc.)

Le norme dell’Età della Legge sono la prova autentica che Dio dirige tutta l’umanità

Ora, avete letto le norme e i principi dell’Età della Legge, vero? Le norme abbracciano i soggetti più disparati? Prima di tutto, troviamo i Dieci Comandamenti, seguiti dalle disposizioni per l’edificazione degli altari, ecc. In seguito, troviamo le norme per l’osservanza del sabato e delle tre feste (di pellegrinaggio), dopo di che vengono le norme relative ai sacrifici. Avete visto quanti tipi di offerte e sacrifici ci sono? Olocausti, offerte di grano, sacrifici di azioni di grazie, sacrifici per il peccato, ecc., seguiti dalle norme per le offerte e i sacrifici presentati dai sacerdoti, inclusi gli olocausti, le offerte di grano ed altri tipi di sacrifici presentati dai sacerdoti. Le ottave norme riguardano la consumazione di offerte e sacrifici da parte dei sacerdoti, e quindi sono presentate norme relative alla vita quotidiana vengono riportate disposizioni riguardanti molti aspetti della vita delle persone, come ciò che si poteva o non si poteva mangiare, la purificazione delle donne dopo il parto e di coloro che erano stati guariti dalla lebbra. Nell’ambito di queste disposizioni, Dio Si spinge fino a parlare della malattia. Troviamo anche norme per la macellazione di pecore e bovini, e così via. Pecore e bovini furono creati da Dio e dovevano essere macellati comunque Dio richiedesse; senza dubbio, le parole di Dio avevano una ragione, è indubbiamente giusto agire come decretato da Lui, e sicuramente va a beneficio del popolo! C’erano anche feste e norme da osservare, come il sabato, la Pasqua e altre. Dio parlò di tutte. Diamo uno sguardo alle ultime norme: accensione delle lampade, anno del Giubileo, riscatto della terra, voti, offerta delle decime, e così via. Tutte queste norme abbracciano i soggetti più disparati? La prima cosa di cui parlare è la questione di offerte e sacrifici, poi vengono le norme per il furto e la compensazione e l’osservanza del giorno del sabato…; vi sono implicati tutti gli aspetti della vita individuale. In altri termini, quando Dio diede inizio all’opera ufficiale del Suo piano di gestione, mise per iscritto molte norme che dovevano essere seguite dall’uomo. Esse servivano a consentire all’uomo di condurre una vita normale su questa terra, una vita umana normale inseparabile da Dio e dalla Sua guida. Prima di tutto, Dio ordinò all’uomo di costruire degli altari, e specificò come costruirli. In seguito, gli disse come eseguire sacrifici, e stabilì in che modo l’uomo doveva vivere, a cosa doveva fare attenzione nella vita, a cosa si doveva attenere, cosa avrebbe dovuto e non avrebbe dovuto fare. Le norme disposte da Dio per l’uomo comprendevano ogni aspetto e, con queste usanze, norme e principi, Egli standardizzò il comportamento delle persone, guidò le loro vite e la loro iniziazione alle Sue leggi, li guidò a presentarsi di fronte al Suo altare, a vivere tra tutte le cose che Egli aveva creato per l’uomo, caratterizzate da ordine, regolarità e moderazione. Dapprima Dio utilizzò queste semplici norme e questi semplici principi per porre dei limiti all’uomo, in modo che potesse condurre sulla terra una vita normale di adorazione a Dio, una vita umana normale; questo è il contenuto specifico della fase iniziale del Suo piano di gestione di seimila anni. Le norme e le regole abbracciano un’area molto ampia, e costituiscono l’aspetto specifico della guida dell’umanità da parte di Dio durante l’Età della Legge. Dovevano essere accettate e onorate dalle persone che vivevano prima dell’Età della Legge, sono il resoconto dell’opera compiuta da Dio durante l’Età della Legge, e costituiscono l’autentica prova della direzione e della guida di Dio nei confronti dell’umanità.

L’umanità non si potrà mai distaccare dagli insegnamenti e dalle forniture di Dio

In queste norme notiamo che l’atteggiamento di Dio nei confronti della Sua opera, della Sua gestione, e nei confronti dell’umanità è serio, coscienzioso, rigoroso e responsabile. Egli compie l’opera dovuta nell’ambito dell’umanità in base alle Sue fasi, senza la minima discrepanza, pronunciando all’umanità le parole dovute senza il minimo errore od omissione, consentendo all’uomo di constatare che egli è inseparabile dalla direzione di Dio, e mostrandogli quanto sia importante per l’umanità tutto ciò che Egli fa e dice. In breve, a prescindere da quello che sarebbe stato l’uomo nell’età successiva, all’inizio, durante l’Età della Legge, Dio compì questi semplici atti. Per Lui, in quell’Età, le idee che gli uomini avevano di Lui, del mondo e dell’umanità erano astratte e poco chiare, e anche se essi possedevano alcune idee e intenzioni coscienti, erano tutte oscure e sbagliate, e quindi l’umanità era inseparabile dagli insegnamenti e dalle forniture di Dio per essa. I primi uomini non sapevano niente, per cui Dio dovette iniziare il Suo insegnamento dai principi più superficiali e basilari di sopravvivenza, dalle norme necessarie per vivere, instillando, goccia a goccia, queste cose nel cuore dell’uomo e, tramite norme e regole espresse a parole, concedergli una graduale comprensione di Lui, un graduale apprezzamento e una graduale comprensione della Sua direzione, e un’idea di base della relazione tra uomo e Dio. Solo dopo aver raggiunto questo obiettivo, Dio poté, poco a poco, compiere l’opera che aveva programmato per il seguito, e quindi queste norme e l’opera compiuta da Dio durante l’Età della Legge sono il fondamento della Sua opera di salvezza dell’umanità, e la prima fase dell’opera del Suo piano di gestione. Sebbene, prima dell’opera dell’Età della Legge, Dio avesse parlato a Adamo, a Eva, e ai loro discendenti, i Suoi comandi e i Suoi insegnamenti non erano stati così sistematici o specifici da essere promulgati all’uomo uno per uno, non erano stati messi per iscritto, e non erano diventati norme. Questo perché, in quel tempo, il piano di Dio non era ancora arrivato a quel punto; solo quando Dio ebbe condotto l’uomo a questa fase, poté iniziare a presentare le norme dell’Età della Legge, e iniziare a fare in modo che l’uomo le seguisse. Fu un processo necessario, e l’esito fu inevitabile. Queste semplici abitudini e norme mostrano all’uomo le fasi dell’opera di gestione di Dio e la Sua sapienza, rivelata nel Suo piano di gestione. Dio sapeva quale materiale e quali mezzi usare per iniziare, quali mezzi usare per continuare, e quali per terminare, al fine di guadagnare un gruppo di persone che Gli rendesse testimonianza, un gruppo di persone che condividesse i Suoi pensieri. Egli conosce ciò che giace nell’intimità dell’uomo, e sa che cosa gli manca, sa che cosa deve fornire, e come deve condurre l’uomo, e per questo sa anche ciò che l’uomo deve e non deve fare. L’uomo è come un burattino: anche se non aveva nessuna comprensione della volontà di Dio, non poteva fare altro che essere condotto dalla Sua opera di gestione, passo dopo passo, fino a oggi. Nel Suo cuore, Dio non nutriva alcuna incertezza su ciò che stava per fare; nel Suo cuore era presente un piano molto chiaro e vivido, ed Egli attuò l’opera che voleva compiere in base alle varie fasi e al Suo piano, progredendo dal superficiale al profondo. Anche se non aveva ancora indicato l’opera che avrebbe compiuto in seguito, la Sua opera successiva continuò a essere compiuta e a progredire in stretto accordo con il Suo piano, manifestazione di ciò che Dio ha ed è, e anche dell’autorità di Dio. A prescindere da quale fase del Suo piano di gestione Egli stia realizzando, la Sua indole e la Sua sostanza Lo rappresentano, e questo è sicuramente vero. A prescindere dall’età, o dalla fase dell’opera, da quale tipo di persone Dio ami, oppure detesti, la Sua indole e tutto ciò che Egli ha ed è non cambieranno mai. Anche se alle persone di oggi le norme e i principi che Dio stabilì durante l’opera dell’Età della Legge sembrano molto semplici e superficiali, e anche se sono facili da capire e da mettere in pratica, in essi è sempre presente la sapienza di Dio, e anche la Sua indole e ciò che Egli ha ed è. Perché, nell’ambito di queste norme apparentemente semplici sono espresse la responsabilità di Dio, la Sua preoccupazione per l’umanità, e la mirabile sostanza dei Suoi pensieri, che consentono all’uomo di comprendere veramente il fatto che Egli regna sopra ogni cosa e che tutte le cose sono controllate dalla Sua mano. Indipendentemente dal livello di conoscenza che l’umanità può raggiungere, o da quante teorie o misteri essa riesca a comprendere, per Dio nessuna di queste cose è in grado di sostituire la Sua fornitura e la Sua direzione per l’umanità; l’umanità sarà sempre inseparabile dalla guida di Dio e dalla Sua opera personale. Questa è la relazione inscindibile tra Dio e l’uomo. A prescindere dal fatto che Dio ti indichi un comandamento, o una norma, o ti fornisca delle verità per farti conoscere il Suo volere, indipendentemente da ciò che fa, l’obiettivo di Dio è guidare l’uomo verso un futuro meraviglioso. Le parole pronunciate da Dio e l’opera che Egli compie sono entrambe la rivelazione di un aspetto della Sua sostanza, della Sua indole e della Sua sapienza, sono un passo indispensabile del Suo piano di gestione. Questo non deve essere ignorato! La volontà di Dio è presente in tutto ciò che fa; Egli non teme osservazioni fuori luogo, né le concezioni o le idee che l’uomo ha su di Lui. Egli compie semplicemente la Sua opera, e continua la Sua gestione, in accordo con il Suo piano di gestione, senza costrizioni da parte di alcuna persona, cosa o oggetto.
da La Parola appare nella carne

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