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6 agosto 2017

L’opera di Dio, l’indole di Dio, e Dio Stesso III Parte 7




12. Gesù parla ai Suoi discepoli dopo la Sua resurrezione
(Giovanni 20:26-29) E otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Toma era con loro. Venne Gesù, a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: Pace a voi! Poi disse a Toma: Porgi qua il dito, e vedi le mie mani; e porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente. Toma gli rispose e disse: Signor mio e Dio mio! Gesù gli disse: Perché m’hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non han veduto, e hanno creduto!
(Giovanni 21:16-17) Gli disse di nuovo una seconda volta: Simon di Giovanni, m’ami tu? Ei gli rispose: Sì, Signore; tu sai che io t’amo. Gesù gli disse: Pastura le mie pecorelle. Gli disse per la terza volta: Simon di Giovanni, mi ami tu? Pietro fu attristato ch’ei gli avesse detto per la terza volta: Mi ami tu? E gli rispose: Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che io t’amo. Gesù gli disse: Pasci le mie pecore.

Questi passaggi raccontano alcune cose che il Signore Gesù fece e disse ai Suoi discepoli dopo la Sua resurrezione. Innanzitutto, diamo uno sguardo alle differenze tra il Signore Gesù prima e dopo la resurrezione. Era lo stesso Signore Gesù dei giorni precedenti? Le Scritture contengono il seguente verso, che descrive il Signore Gesù dopo la resurrezione: “venne Gesù, a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: Pace a voi!” È piuttosto chiaro che il Signore Gesù in quel tempo non era più un essere umano, ma un corpo spirituale. Ciò accadde perché aveva trasceso i limiti della carne, e quando la porta venne chiusa, Egli poté ancora andare in mezzo alle persone e permettere loro di vederLo. Questa è la più grande differenza tra il Signore Gesù dopo la resurrezione e il Signore Gesù che viveva da uomo prima della resurrezione. Sebbene non ci fosse alcuna differenza tra l’aspetto esteriore del corpo spirituale di quel momento e l’aspetto esteriore precedente del Signore Gesù, Gesù in quel momento era visto come un estraneo dalla gente, perché era diventato un corpo spirituale dopo essere resuscitato dai morti, e in confronto al Suo aspetto umano precedente, questo corpo spirituale era più enigmatico e frastornante per le persone. Esso creò anche una maggiore distanza tra il Signore Gesù e le persone, che nei loro cuori sentivano che in quel momento il Signore Gesù era diventato più misterioso. Queste idee e questi sentimenti da parte delle persone le riportarono improvvisamente in un’età nella quale credevano in un Dio che non poteva essere visto né toccato. Quindi, per prima cosa, dopo la Sua resurrezione il Signore Gesù consentì a tutti di vederLo, per confermare la Sua esistenza e la Sua resurrezione. Inoltre, riallacciò il Suo rapporto con le persone a quello che aveva con loro durante la Sua vita da uomo, e tornò a essere il Cristo che potevano vedere e toccare. In questo modo, le persone non dubitarono della resurrezione del Signore Gesù dai morti dopo la Sua crocifissione, né della Sua opera di redenzione dell’umanità. In più, il fatto che il Signore Gesù Si sia manifestato agli uomini dopo la Sua resurrezione e abbia permesso loro di vederLo e toccarLo mise solidamente al sicuro l’umanità nell’Età della Grazia. Da allora in poi, le persone non poterono ritornare nell’età precedente, l’Età della Legge, per colpa della “scomparsa” o della “partenza” del Signore Gesù, ma poterono andare avanti, seguendo gli insegnamenti del Signore Gesù e l’opera che aveva svolto. Così, si aprì ufficialmente una nuova fase del lavoro nell’Età della Grazia, e le persone che avevano vissuto secondo la legge formalmente da quel momento in poi si liberarono dai loro vincoli ed entrarono in una nuova era, con un nuovo inizio. Questi sono i molteplici significati dell’apparizione del Signore Gesù in mezzo agli uomini dopo la Sua resurrezione.
Dal momento che Egli era un corpo spirituale, le persone come potevano toccarLo e vederLo? La risposta a questa domanda si lega all’importanza dell’apparizione del Signore Gesù tra gli uomini. Avete notato qualcosa in questi passaggi delle Scritture? Generalmente, i corpi spirituali non possono essere visti né toccati, e dopo la resurrezione l’opera intrapresa dal Signore Gesù era già stata portata a compimento. Quindi, in teoria, Egli non aveva alcuna necessità di ritornare in mezzo alle persone con la Sua immagine originale per incontrarle, ma l’apparizione del corpo spirituale del Signore Gesù davanti a persone come Tommaso rese il suo significato più concreto, e permeò più profondamente i cuori delle persone. Quando Egli Si avvicinò al dubbioso Tommaso, gli permise di toccarGli la mano e gli disse: “porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente”. Queste parole, queste azioni non erano quelle che il Signore Gesù voleva dire e fare soltanto dopo la Sua resurrezione, ma erano cose che voleva fare anche prima di essere crocifisso. È evidente che anche quando non era ancora stato crocifisso, il Signore Gesù riuscisse già a capire il carattere delle persone come Tommaso. Quindi che cosa possiamo dedurre da questo? Egli era ancora lo stesso Signore Gesù dopo la Sua resurrezione. La Sua essenza non era cambiata. I dubbi di Tommaso non erano sorti da poco ma lo avevano accompagnato durante tutto il periodo in cui aveva seguito il Signore Gesù. Per questa ragione il Signore Gesù risorto dai morti, e tornato dal mondo spirituale con la Sua immagine originale, con la Sua indole originale e con la Sua capacità di comprendere l’umanità acquisita nel Suo periodo da uomo, per prima cosa andò a cercare Tommaso per fargli toccare il Suo costato, affinché vedesse il Suo corpo spirituale dopo la resurrezione e potesse anche toccare e sentire l’esistenza del Suo corpo spirituale, cancellando così del tutto i suoi dubbi. Prima che il Signore Gesù fosse crocifisso, Tommaso aveva sempre dubitato che Egli fosse Cristo, e non riusciva a crederci. La sua fede in Dio si fondava soltanto sulla base di ciò che egli poteva vedere con i suoi stessi occhi, e di ciò che poteva toccare con le sue mani. Il Signore Gesù riusciva a comprendere bene la fede delle persone come lui. Esse credevano solo nel Dio nei cieli, e non credevano affatto, né avrebbero accettato quel Qualcuno inviato da Dio, o il Cristo fattoSi carne. Affinché Tommaso credesse nell’esistenza del Signore Gesù e la riconoscesse, e ammettesse che Egli era realmente il Dio incarnato, Gesù gli consentì di prendere la sua mano e di toccare il Suo costato. I dubbi di Tommaso erano diversi prima e dopo la resurrezione del Signore Gesù? Egli aveva sempre nutrito dei dubbi, e a parte il Signore Gesù, che gli era apparso personalmente con il Suo corpo spirituale e gli aveva permesso di toccare i segni lasciati dai chiodi sul Suo corpo, nessuno avrebbe potuto dirimere i suoi dubbi e risolverli. Quindi, dal momento in cui il Signore Gesù gli consentì di toccare il Suo costato e di sentire realmente l’esistenza dei segni lasciati dai chiodi, i dubbi di Tommaso sparirono, ed egli seppe con certezza che il Signore Gesù era risorto, e ammise e credette che il Signore Gesù era il vero Cristo, il Dio incarnato. Anche se da quel momento Tommaso non ebbe più dubbi, egli aveva perso per sempre l’opportunità di incontrare Cristo, di essere insieme a Lui, di seguirLo, di conoscerLo e di essere reso perfetto da Lui. L’apparizione del Signore Gesù e le Sue parole rappresentarono una conclusione, e un verdetto sulla fede di coloro che erano pieni di dubbi. Egli usò le Sue reali parole e azioni per dire agli scettici, a coloro che credevano soltanto nel Dio dei cieli ma non in Cristo: Dio non ha lodato la loro fede, né il loro modo di seguirLo, che era pieno di dubbi. Il giorno in cui avrebbero creduto pienamente in Dio e in Cristo avrebbe potuto essere soltanto il giorno in cui Dio avrebbe completato la Sua grande opera. Ovviamente, quel giorno sarebbe stato anche il giorno in cui i loro dubbi avrebbero ricevuto un verdetto. Il loro atteggiamento nei confronti di Cristo determinò la loro sorte, i loro ostinati dubbi significarono che la loro fede non aveva portato loro alcun risultato, e la loro rigidità comportò che le loro speranze risultassero vane. Poiché la loro fede nel Dio dei cieli era alimentata da illusioni, e i loro dubbi nei riguardi di Cristo di fatto rappresentavano il loro reale atteggiamento verso Dio, anche se avevano toccato i segni lasciati dai chiodi sul corpo del Signore Gesù, la loro fede era ancora incerta, e il loro destino era senza speranza – vano. Quello che il Signore Gesù disse a Tommaso era molto chiaro anche per le altre persone: il Signore Gesù risorto è il Signore Gesù che inizialmente aveva trascorso trentatré anni e mezzo di vita tra gli uomini. Anche se è stato crocifisso, ha camminato nella valle dell’ombra della morte ed è risorto, ogni Suo aspetto è rimasto immutato. Sebbene Egli adesso avesse i segni lasciati dai chiodi sul Suo corpo, e fosse risorto e uscito dal sepolcro, la Sua indole, la Sua capacità di comprendere l’umanità, e le Sue intenzioni con essa non erano cambiate minimamente. Inoltre, Egli stava comunicando alla gente che era venuto giù dalla croce e aveva trionfato sul peccato, sulla sofferenza e sulla morte. I segni lasciati dai chiodi erano la prova visibile della Sua vittoria su Satana, la prova che Egli era servito da offerta sacrificale per redimere con successo tutta l’umanità. Stava dicendo alle persone che Si era già fatto carico dei peccati dell’umanità e che aveva completato la Sua opera di redenzione. Quando tornò a vedere i Suoi discepoli, disse loro con il Suo aspetto fisico: “sono ancora vivo, esisto ancora; oggi sono realmente davanti a voi in modo che possiate vederMi e toccarMi. Sarò sempre con voi”. Il Signore Gesù voleva anche usare l’esempio di Tommaso come un avvertimento per le genti future: anche se credi nel Signore Gesù, non puoi né vederLo né toccarLo, tuttavia, puoi essere benedetto dalla tua fede sincera, e puoi vedere il Signore Gesù attraverso la tua fede autentica; persone del genere si possono considerare benedette.
Queste parole riportate nella Bibbia, pronunciate dal Signore Gesù quando Si palesò a Tommaso, furono di grande aiuto per tutti coloro che vivevano nell’Età della Grazia. Il Suo aspetto esteriore e le parole che disse a Tommaso avevano avuto un profondo impatto sulle future generazioni, e rivestono un’importanza imperitura. Tommaso rappresenta un tipo di persona che crede in Dio ma Ne dubita. Gli individui come lui hanno una natura sospettosa e un cuore sinistro, sono infidi e non credono nelle cose che Dio può rendere perfette, nel Dio incarnato, nell’onnipotenza di Dio e nel Suo controllo. Tuttavia, per loro la resurrezione del Signore Gesù fu come uno schiaffo in pieno viso, e diede loro l’opportunità di scoprire il loro dubbio e di riconoscerlo, e di ammettere la loro slealtà, credendo sinceramente nell’esistenza e nella resurrezione del Signore Gesù. Quello che successe con Tommaso fu un avvertimento e un ammonimento per le generazioni future, affinché più persone potessero evitare di avere dubbi come i suoi, e se li avessero avuti sarebbero sprofondate nell’oscurità. Se segui Dio, ma proprio come Tommaso vuoi sempre toccare il costato del Signore e sentire i segni lasciati dai chiodi per confermare, per verificare, per fare ipotesi sull’esistenza di Dio, Dio ti abbandonerà. Quindi, il Signore Gesù chiede alle persone di non essere come Tommaso, che credeva soltanto a ciò che poteva vedere con i suoi occhi, ma di essere oneste e pure, di non nutrire dubbi nei riguardi di Dio, di credere in Lui e di seguirLo. Persone di questo genere si possono considerare benedette. Questa è una richiesta molto piccola fatta dal Signore Gesù agli uomini, ed è una sorta di raccomandazione per i Suoi seguaci.
Questo è l’atteggiamento del Signore Gesù nei confronti di chi è pieno di dubbi. Quindi che cosa disse il Signore Gesù a coloro che sono capaci di credere in Lui onestamente e di seguirLo? E che cosa fece per loro? Adesso ci soffermeremo proprio su questo tema, parlando di qualcosa che il Signore Gesù disse a Pietro.
In questa conversazione, il Signore Gesù chiese ripetutamente a Pietro: “Pietro, tu mi ami?” Questo è uno standard più elevato richiesto dal Signore Gesù dopo la Sua resurrezione a persone come Pietro, che credono sinceramente in Cristo e si sforzano di amare il Signore. Questa domanda fu una sorta di indagine e di interrogazione, ma ancor di più fu una richiesta fatta dal Signore e un’aspettativa che Egli nutriva su persone come Pietro. Egli usò questo metodo indagatore affinché le persone riflettessero su se stesse e si guardassero dentro: che cosa chiede il Signore Gesù alle persone? Io amo il Signore? Sono una persona che ama Dio? Come dovrei amare Dio? Anche se il Signore Gesù fece questa domanda soltanto a Pietro, la verità è che nel Suo cuore voleva sfruttare l’opportunità di porre questo tipo di domanda a Pietro per farla anche ad altre persone che cercano di amare Dio. Pietro ebbe il dono di poter rappresentare questa categoria di persone, di sentire questa domanda direttamente dalla bocca del Signore Gesù.
In confronto alla frase “porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente”, che il Signore Gesù disse a Tommaso dopo la Sua resurrezione, la triplice formulazione a Pietro della domanda: “Simon di Giovanni, mi ami tu?” consentì alle persone di percepire meglio la durezza dell’atteggiamento del Signore Gesù, e la sensazione di impellenza che Egli provava nel momento in cui poneva questa domanda. Per quanto riguarda lo scettico Tommaso e la sua natura astuta, il Signore Gesù gli permise di allungare la sua mano e di toccare i segni lasciati dai chiodi, e in questo modo egli riuscì a credere che il Signore Gesù fosse il Figlio dell’uomo risorto e a riconoscere l’identità del Signore Gesù in Cristo. E sebbene il Signore Gesù non avesse rimproverato aspramente Tommaso, e non avesse espresso a parole alcun chiaro giudizio su di lui, attraverso azioni pratiche lo informò del fatto che Egli riusciva a capirlo, mostrando anche il Suo atteggiamento e la Sua risolutezza nei riguardi degli uomini come lui. Le richieste fatte dal Signore Gesù a questi uomini e le aspettative che Egli nutriva su di loro non sono riscontrabili in quello che diceva, semplicemente perché le persone come Tommaso non hanno una vera fede. Il Signore Gesù richiedeva a loro soltanto questo, ma l’atteggiamento che mostrava verso gli uomini come Pietro era totalmente diverso. Egli non chiese a Pietro di allungare la sua mano e di toccare i segni lasciati dai chiodi, né gli disse: “non essere incredulo, ma credente”. Invece, gli fece ripetutamente la stessa domanda. Si trattava di una domanda che stimola il pensiero e piena di significato, che non è di aiuto ma fa provare pentimento e paura a ogni seguace di Cristo, e fa anche percepire l’umore afflitto e ansioso del Signore Gesù. Quando vivono un momento di grande dolore e sofferenza, sono più capaci di comprendere le preoccupazioni e la sollecitudine del Signore Gesù Cristo; realizzano i Suoi scrupolosi insegnamenti e i rigidi requisiti di persone pure, oneste. La domanda posta dal Signore Gesù permette agli uomini di percepire che le Sue aspettative sulla gente manifestate in queste semplici parole non si limitano soltanto al fatto di credere in Lui e di seguirLo, ma sono orientate al raggiungimento dell’amore, dell’amore per il tuo Signore, dell’amore per il tuo Dio. Questo tipo di amore è premuroso e obbediente. È proprio degli esseri umani che vivono per Dio, muoiono per Lui, dedicano tutto a Lui, e offrono e consacrano ogni cosa a Lui. Questo tipo di amore dà anche conforto a Dio, e Gli permette di avere dei Suoi testimoni e di riposare. È un modo che ha l’umanità per ripagare Dio, è una sua responsabilità, un suo obbligo e un suo dovere, ed è un cammino che gli uomini devono seguire per tutta la vita. Queste tre domande rappresentavano una richiesta e un’esortazione fatte dal Signore Gesù a Pietro e a tutte le persone che sarebbero state rese perfette. Queste tre domande convinsero e motivarono Pietro a completare il suo percorso di vita, e furono le domande poste al momento della partenza del Signore Gesù a spingerlo a iniziare il suo cammino verso la perfezione, perché il suo amore per il Signore lo portò a preoccuparsi per il Suo cuore, ad obbedirGli, ad offrirGli conforto e a consacrarGli la sua intera vita e tutto il suo essere.
Durante l’Età della Grazia, l’opera di Dio era rivolta principalmente a due tipologie di persone. Alla prima appartenevano le persone che credevano in Lui e Lo seguivano, quelle che rispettavano i Suoi comandamenti, e quelle che potevano portare la croce e restare fedeli al cammino dell’Età della Grazia. Queste persone si sarebbero conquistate la benedizione di Dio e avrebbero goduto della Sua grazia. Alla seconda appartenevano invece gli uomini come Pietro, quelli che sarebbero stati resi perfetti. Quindi, dopo la Sua resurrezione, il Signore Gesù in primo luogo fece queste due cose molto significative. Una riguardò Tommaso, e l’altra Pietro. Che cosa rappresentano queste due cose? Simboleggiano le reali intenzioni di Dio di salvare l’umanità? Indicano la sincerità di Dio nei confronti dell’umanità? Con l’esempio di Tommaso Egli avvertì le persone di non dubitare, ma soltanto di credere. Con l’esempio di Pietro mirò invece a rafforzare la fede delle persone come lui, e a chiarire ciò che Egli esigeva da queste persone, allo scopo di mostrare loro gli obiettivi che avrebbero dovuto perseguire.
Dopo la Sua resurrezione, il Signore Gesù apparve soltanto alle persone che riteneva necessarie, parlò con loro e fece loro delle richieste, lasciando da parte le Sue intenzioni e le Sue aspettative sulla gente. In altre parole, il Dio incarnato, a prescindere dal fatto che stesse vivendo la Sua vita da uomo, o che stesse vivendo nel Suo corpo spirituale dopo la Sua crocifissione e resurrezione – ebbe sempre la stessa preoccupazione per gli uomini e fece loro le stesse richieste. Si interessava dei Suoi discepoli anche prima di essere messo in croce; nel Suo cuore, aveva le idee chiare sulla situazione di ogni singola persona, capiva le mancanze di tutti e ovviamente la Sua capacità di comprendere ogni persona era la stessa sia quando viveva da uomo sia dopo che era morto, risorto e diventato un corpo spirituale. Sapeva che le persone non erano del tutto certe della Sua identità come Cristo, e durante la Sua vita da uomo non fece loro richieste inattuabili. Ma dopo la Sua resurrezione, Egli apparve ai Suoi discepoli e li rese totalmente certi del fatto che il Signore Gesù fosse stato mandato da Dio e che Egli fosse il Dio incarnato, e fece in modo che la Sua apparizione e la Sua resurrezione diventassero la motivazione e la visione più importanti per stimolare l’umanità ad avere un obiettivo permanente da perseguire. La Sua resurrezione dai morti non soltanto rafforzò coloro che Lo seguivano, ma mise anche completamente in atto in mezzo agli uomini la Sua opera dell’Età della Grazia, e così il Vangelo della salvezza del Signore Gesù nell’Età della Grazia gradualmente si diffuse in ogni angolo dell’umanità. Secondo te l’apparizione del Signore Gesù dopo la Sua resurrezione rivestì una certa importanza? Se in quel tempo fosti stato Tommaso o Pietro, e nella tua vita ti fosti trovato davanti a una cosa così significativa, come avresti reagito? L’avresti considerata la visione migliore e più importante della tua vita di fede in Dio? L’avresti considerata il motore della tua fede in Dio, e del tuo sforzo di soddisfarLo e di perseguire il Suo amore nella tua vita? Avresti trascorso la tua vita a fare sforzi per diffondere la più grande delle visioni? Avresti interpretato la diffusione della salvezza del Signore Gesù come un incarico assegnatoti da Dio? Anche se non avete avuto esperienze del genere, i due casi di Tommaso e Pietro sono già sufficienti affinché le persone che vivono nell’epoca moderna abbiano una chiara comprensione della volontà di Dio e di Dio Stesso. Si potrebbe dire che, dopo esserSi fatto carne, Dio abbia sperimentato personalmente la vita in mezzo alle persone e una vita umana, e dopo aver visto la depravazione dell’umanità e la situazione della vita umana, il Dio incarnato percepì più profondamente la debolezza, la tristezza e lo stato pietoso del genere umano. Dio provò una maggiore compassione per la condizione umana grazie al Suo periodo di vita da uomo e ai Suoi istinti carnali. Ciò Lo portò ad aumentare il Suo interesse per i Suoi seguaci. Probabilmente voi non potete capire queste cose, ma Io posso descrivere la preoccupazione e la sollecitudine del Dio incarnato per ognuno dei Suoi fedeli con due parole: forte inquietudine. Anche se questa espressione proviene dal linguaggio umano, ed è molto usata dagli uomini, essa manifesta sinceramente e descrive i sentimenti di Dio verso i Suoi seguaci. Per quanto riguarda la forte inquietudine di Dio nei confronti degli esseri umani, potrete rendervene conto gradualmente e averne un assaggio nel corso delle vostre esperienze. Tuttavia, ci riuscirete soltanto comprendendo passo dopo passo l’indole di Dio sulla base della ricerca di un cambiamento nella vostra stessa indole. L’apparizione del Signore Gesù materializzò la Sua forte inquietudine per i Suoi discepoli tra gli uomini e la passò al Suo corpo spirituale, oppure, si potrebbe dire, al Suo lato divino. La Sua apparizione consentì alle persone di sperimentare e sentire ancora una volta la sollecitudine e l’interesse di Dio, e nel contempo dimostrò con forza che Dio è l’Unico che può aprire un’epoca, svilupparla e mettervi fine. Attraverso la Sua apparizione, Egli rafforzò la fede di tutti gli uomini e mostrò al mondo che Egli era Dio Stesso. Questo evento diede ai Suoi seguaci una conferma eterna, e aprì anche una fase della Sua opera nella nuova età.

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