Lavoravo come ragioniere in una scuola. Un pomeriggio nell’agosto 2007, circa alle 14, io e il mio collega stavamo guidando le nostre moto per andare al distretto scolastico centrale per prendere i libri. Lui era loquace. All’inizio, guardavo la strada davanti mentre parlavo con lui. Più tardi, mi interessavo solo a parlare ma non guardavo avanti. Poi, tutto ciò che ho sentito era un forte “bang” e la mia moto ha colpito un camion. Svenni immediatamente.
Quando mi sono svegliato, ho visto il mio collega così spaventato che era fermo lì, pietrificato. Ho cercato di allungare le gambe, scoprendo che ero in grado di farlo. Così pensai che non c’erano problemi nel mio corpo. Poi ho cercato di alzarmi in piedi, ma la mia testa non poteva muoversi. Vidi che c’era sangue ovunque sul posto e che i miei vestiti erano tutti tinti di rosso. Solo allora realizzai che ero gravemente ferito. Inoltre, non riuscivo a sentire i miei denti. Poi vidi il mio petto che continuava a sanguinare, e quindi pensai: se continuo a sanguinare in questo modo, anche se non mi sono ucciso, morirò dissanguato. Ho urlato forte: “Aiuto! Aiuto!”. Comunque, dopo aver gridato più volte, il mio collega era ancora in piedi al mio fianco senza muoversi come se non mi avesse sentito affatto. Solo allora realizzai che avevo perso la voce.
C’erano sempre più passanti che mi circondavano, ma nessuno osava farsi avanti per vedermi e supportarmi. Giacevo al suolo come un uomo morto. Pensavo: non posso morire. Devo vivere! Perciò, alzai la mia testa con tutte le forze. A quel punto, quando il mio collega vide che ero vivo, si affrettò a farsi avanti per aiutarmi a sedere. Quando mi sono seduto, sentivo solo che la mia testa era così pesante da non riuscire a reggerla, come se ci fosse stata una pentola su di essa. Poi ho visto che la mia moto era a più di un metro di distanza da me e che una delle mie scarpe era stata buttata sulla strada opposta, a dieci metri di distanza.
Il mio collega mi ha mandato al centro sanitario della nostra città. Il mio naso continuava a sanguinare e quando il dottore ha chiuso una delle mie narici, il sangue fluiva dall’altra, come spaghetti all’amido. Dopo un semplice trattamento, il dottore mi trasferì all’ospedale della città. Sono stato messo su un’ambulanza di emergenza con una flebo e diversi membri del personale medico erano al mio fianco. Uno di loro disse: “Se fossi stato mandato nel nostro ospedale un po’ più tardi, la tua vita sarebbe stata in pericolo”. Quando arrivai all’ospedale, feci una TAC che mostrava che il mio naso era rotto, che la mia bocca era distorta all’orecchio e anche che i miei due incisivi si erano staccati. Durante il trattamento, all’inizio, i miei denti non erano in grado di muoversi. Per un mese ho potuto mangiare solo congee e bere latte in polvere e ho anche subito due operazioni al ponte nasale.
Una volta parlai con un paziente. Durante la nostra conversazione, sono venuto a sapere che siamo stati ospedalizzati lo stesso giorno e che anche lui ha avuto un incidente mentre guidava la sua moto. In quel momento, il manubrio della sua moto si conficcò nel suo petto, le sue cosce erano fratturate e rotte, c’erano diversi tagli sulla sua testa. Vidi che le sue gambe erano fasciate e che la sua testa era avvolta da bende.
Era appoggiato al muro nel corridoio fuori dal nostro reparto, con le stampelle al suo fianco, come un soldato ferito che era appena tornato dal campo di battaglia. Sentendogli dire che forse una delle sue gambe doveva essere amputato, pensai quanto fossi realmente fortunato rispetto a lui.
Dopo un periodo di tempo, ho recuperato gradualmente e il ponte del mio naso è tornato alla sua forma originale. Non solo il mio naso non era affatto sfregiato, ma potevo anche respirare normalmente. In più avevo perso tantissimo sangue ma non ho mai sofferto di anemia. Era davvero inconcepibile!
Dopo questo incidente stradale, il mio collega mi ha parlato del Vangelo di Dio. Le riunioni e la lettura della parola di Dio mi hanno fatto capire alcune verità e sapere che il destino dell’uomo è controllato dalle mani di Dio e che se viviamo o moriamo dipendono dai pensieri di Dio. Ricordando quell’incidente, ho sentito la cura e la protezione di Dio. Come la Bibbia dice: “O Eterno, tu sei il mio rifugio; tu hai preso l’Altissimo per il tuo asilo, male alcuno non ti coglierà, né piaga alcuna s’accosterà alla tua tenda. Poiché egli comanderà ai suoi angeli di guardarti in tutte le tue vie”. (Salmi 91:9-11)
Ho davvero ottenuto la benedizione da questo dolore! Attraverso questo incidente, ho avuto modo di credere e seguire Dio, questa era la grazia speciale di Dio per me. Grazie a Dio! Amen!
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