Shiyin, Cina
Sono nata in una famiglia cristiana e ho molti parenti predicatori. Fin da piccola, ho seguito i miei genitori nella fede nel Signore. Quando sono diventata adulta, mi sono rivolta in preghiera al Signore: “Se potessi trovare un marito che crede nel Signore, mi offrirei in sacrificio, assieme a lui, al servizio del Signore”. Dopo il matrimonio, mio marito credeva veramente nel Signore e, in effetti, è diventato un predicatore devoto a tempo pieno. Affinché mio marito si sentisse a suo agio nel lavoro per il Signore e potesse adempiere all’impegno alla Sua presenza, mi sono assunta il carico di gestire la famiglia. Sebbene fosse un po’ difficile e stancante, il mio cuore era pieno di gioia e di pace, nonostante la sofferenza che pativo, perché avevo il Signore che mi sosteneva.
Dopo il 1997, ho scoperto che mio marito non aveva più dentro di sé tutta quella luce che aveva un tempo nella sua predicazione. Quando gli chiedevo di svolgere alcune mansioni domestiche, avanzava sempre delle scuse, dicendo che era occupato con il suo lavoro di predicatore. Anche se mi aiutava un po’ in casa, il suo cuore era da un’altra parte e spesso perdeva le staffe con me per cose banali. Sebbene dal di fuori sembrassi paziente e non litigassi con lui, dentro di me mi sentivo davvero insoddisfatta per i modi di mio marito. Il peso difficile della vita domestica e l’oscurità del mio spirito mi portavano a vivere nel tormento. Non potevo fare altro che venire alla presenza del Signore e pregare nel cuore della notte, quando tutti dormivano, e chiedere al Signore di darmi più fede e forza. Allo stesso tempo, desideravo che il Signore ritornasse presto e mi salvasse dalla mia miserabile vita.
Un giorno, ad aprile 2000, mentre stavo sistemando i vestiti, ho trovato la borsa di mio marito. Ho notato che era strapiena; quindi, per curiosità, ho aperto la zip e ho visto che conteneva una Bibbia e un libro di inni. C’era anche un nuovo libro, rilegato con una copertina rigida. Ho pensato: “Perché non ho mai visto prima questo libro? Deve essere una specie di libro da consultare per la predicazione o un libro che contiene le esperienze di alcune persone spirituali. Devo leggerlo; magari ne trarrò qualche beneficio”. Guidata dalla curiosità, ho visto un titolo che diceva: “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”. “Che titolo originale e poco comune!” Ho pensato: “A giudicare dal titolo, il raffinamento non è una brutta cosa! Ora mi trovo in una condizione di raffinamento che va al di là delle mie capacità; quindi, devo leggere attentamente come lui fa esperienza del raffinamento e, così, potrò trovare il cammino della pratica al suo interno”. Allora ho cominciato a leggere: “Era solito accadere che le persone esprimessero i propri propositi di fronte a Dio e dicessero: ‘Indipendentemente da chi non ama Dio, io Lo devo amare’. Ma ora, ti trovi a far fronte al raffinamento. Esso non è in linea con le tue concezioni e così tu perdi fede in Dio. Questo è amore genuino? Hai letto molte volte le vicende di Giobbe – te ne sei dimenticato? […] Quando affronti sofferenze, devi essere in grado di non considerare la carne e di non lamentarti di Dio. Quando Dio Si nasconde da te, devi essere in grado di avere la fede per seguirLo, per conservare il tuo precedente amore, senza permetterle di vacillare o di estinguersi. Indipendentemente da cosa Dio faccia, devi rispettare il Suo disegno ed essere più pronto a maledire la tua carne che a lamentarti di Lui. Quando ti trovi ad affrontare delle prove, devi soddisfare Dio a dispetto di qualsiasi riluttanza a separarti da qualcosa che ami, o malgrado ogni pianto amaro. Solo questo può essere chiamato vero amore e vera fede. A prescindere da quale sia la tua effettiva statura morale, devi prima possedere la volontà di soffrire dei disagi così come la vera fede, e devi avere la volontà di separarti dalla carne. Dovresti essere disposto a sopportare personali disagi e soffrire perdite ai tuoi personali interessi, al fine di soddisfare la volontà di Dio. Devi anche avere il cuore di provare rimorso per te stesso, per non essere stato in grado di soddisfare Dio in passato, ed essere in grado di provare rimorso adesso. Non una di queste cose può mancare e Dio ti porterà a perfezione attraverso di esse. In mancanza di queste condizioni, non puoi essere portato a perfezione”. Queste parole mi hanno davvero toccato il cuore. Leggevo e piangevo contemporaneamente, perché le parole esprimevano esattamente le mie reali circostanze. Prima, avevo deciso di dedicare me stessa e mio marito al Signore. Ero proprio contenta di sobbarcarmi tutto il carico della gestione della casa, per sostenere mio marito nel lavoro che svolgeva in giro per il Signore, indipendentemente da quanto fosse doloroso o spossante. Tuttavia, a causa delle difficoltà a casa e della mancanza di considerazione da parte di mio marito, ora sentivo sempre di aver subito un grosso torto, vivendo in una condizione di continuo raffinamento e perdendo la fede e l’amore che un tempo avevo. Non ero capace di mantenere la risoluzione che avevo preso in presenza di Dio e stesso piangevo da sola, in segreto. Pensavo a come Giobbe fosse stato in grado di restare testimone per Dio nel bel mezzo di una prova così grande e ardua, non avesse perso la fede in Lui e avesse persino detto: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21). Come avevo potuto dimenticarlo? Dopo mi sono sentita piena di rimpianti per tutto ciò che avevo fatto in presenza di Dio: “Giobbe preferirebbe sopportare le difficoltà e trascurare i suoi interessi e, tuttavia, vorrebbe ancora soddisfare Dio. Io credevo nel Signore da così tanti anni, ma avevo perso la fede in Lui. Mi lamentavo con il Signore mentre sopportavo il raffinamento e quando mai ho espresso l’amore per Lui?” Tenendo questo presente, ho deciso in segreto, dentro di me, che non potevo più essere come prima, che dovevo sostenere mio marito nel lavoro che svolgeva per il Signore e che era giusto che io soffrissi qualche difficoltà.
Mentre pensavo a tutto questo, di colpo mi sono sentita molto meglio dal punto di vista emotivo. Pensavo che quelle parole fossero eloquenti e che riuscissero ad arrivare al nocciolo della mia situazione attuale. Ho sentito che riuscivano a indicarmi il cammino della pratica e che facevano inconsciamente nascere la fede e la forza dentro di me. Ho pensato: “Chi è che ha detto queste parole? Come faceva la sua conoscenza a essere così elevata? Ho letto qualche libro scritto da persone spirituali molto conosciute e, sebbene quei libri abbiano portato benefici ad alcune persone, non sono stati scritti in modo così chiaro e istruttivo come questo libro, né alcuno di quei libri possedeva la verità. Dico davvero: chi è che ha detto queste parole?” Quel libro mi spingeva a continuare a leggere, e più leggevo, più sentivo che quelle parole erano state espresse così bene. Ogni singola frase parlava direttamente alla parte più profonda del mio cuore. Da quelle parole ho capito che, per quanto grande possa essere la sofferenza di una persona, è necessario seguire Dio fino alla fine. Di fronte alla sofferenza, bisogna sottomettersi di buon grado a Dio. Se si diventa deboli di fronte alle difficoltà, bisogna avere fede e affidarsi a Dio, per rimanere saldi. Più leggevo, più mi sentivo illuminata nel mio cuore e più capivo come mettere in pratica tutto ciò. È stata una buona cosa, allora, che, quando mio marito è tornato a casa, gli ho chiesto subito: “Dove hai preso questo libro?” Mio marito ha sorriso e ha detto: “L’ho preso in prestito da qualcuno e devo ridarglielo presto”. Io ho risposto: “Anch’io voglio leggere questo libro”. Mio marito, sorridendo, ha detto: “Allora prega! Dio potrebbe fare in modo che ciò avvenga”.
Un giorno, mentre stavo cucinando, ascoltavo alcuni inni che aveva messo su mio marito: “Chi non si meraviglia di ciò? Chi non desidera vedere Dio? Dio ha speso anni tra gli uomini, ma l’uomo ne è inconsapevole. Oggi, Dio Stesso è apparso per rinnovar per l’uomo il Suo vecchio amore. Dopo aver lasciato la Giudea, senza traccia Dio svanì. La gente brama vederLo ancora, ma non si sarebbe aspettata mai di riunirsi con Lui qui ed oggi. Come può ciò non richiamar memorie del passato? Duemila anni fa, Simone figlio di Giona incontrò Gesù, e mangiò col Signore alla stessa tavola. Gli anni in cui Lo seguì aumentò il suo amore per Lui. Amò Gesù dal profondo del suo cuor. Dio ha speso anni tra gli uomini, ma l’uomo ne è inconsapevole. Oggi, Dio Stesso è apparso per rinnovar per l’uomo il Suo vecchio amore, rinnovar per l’uomo il Suo vecchio amore” (“Duemila anni di brama” in Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Le parole di quell’inno hanno dato voce ai miei stessi pensieri e hanno suscitato in me il desiderio del ritorno del Signore. Mentre ascoltavo, piangevo e pensavo dentro di me: “Da quando ho iniziato a credere nel Signore, penso ogni giorno al Signore Gesù e spero che possa ritornare presto, così da poter condividere con Lui i racconti del tempo passato. Queste parole erano così genuine e commoventi e, ancor più, riuscivano a esprimere il desiderio delle persone per il Signore”. Poi ho interrotto il lavoro, ho ascoltato molto attentamente un altro inno, intitolato “Cerca solo un cuore che ami Dio”: “Non chiedo altro nella vita se non che i miei pensieri di amore per Dio e il desiderio che ho nel cuore vengano accettati da Dio”. Ho pensato: “Chi ha scritto questo inno? Com’è possibile che la sua risoluzione sia così meravigliosa? Questo inno è estremamente motivante per me. Quanto è puro il cuore che ama Dio, come dice la frase: ‘Non chiedo altro nella vita che i miei pensieri di amore per Dio!’ Prima, quando credevo nel Signore, non sapevo amarLo e volevo solo godere della grazia, della pace e della gioia che provenivano dal Signore. Oggi, questo inno ha ampliato la mia visione del mondo. Ho capito che le persone che credono in Dio devono amarLo, che non devono cercare niente per se stesse e che solo questo tipo di amore può essere puro. Questo inno è molto chiaro al riguardo”. In seguito ho deciso in segreto, nel mio cuore, che anch’io volevo perseguire questo obiettivo e che avrei amato il Signore, ignorando le persone che non Lo amavano.
Dopo aver letto le parole di quel libro e aver ascoltato quegli inni, ho agito in conformità con quelle parole. Quando mio marito usciva per andare di nuovo a lavorare e non aveva tempo per aiutarmi con le faccende domestiche, non mi sentivo così stressata angosciata in cuor mio come succedeva prima. Se i fratelli e le sorelle avevano difetti o dicevano cose sbagliate, riuscivo anche a perdonarli, perché volevo fare contento Dio. Volevo solo cercare un cuore che amasse Dio, come quello cantato nell’inno.
In un battibaleno, è arrivato il tempo della semina. Una sera, mio marito stava mettendo in ordine e mi ha detto: “Domani vado a lavorare in una Chiesa di un’altra zona”. Subito gli ho detto: “Tornerai dopo qualche giorno?” E lui: “Non lo so. Farò del mio meglio per tornare prima, così non dovrai preoccuparti delle faccende domestiche”. Quando ho sentito questo, mi sono fatta scura in volto e ho pensato: “Mi dici di non preoccuparmi, ma come potrei non farlo? Te ne vai senza avere idea di quando ritornerai e le altre famiglie hanno già iniziato a seminare i campi. Il nostro campo non è nemmeno ancora stato arato e, se i semi vengono piantati troppo tardi, in autunno non avremo un buon raccolto. Quando sarà arrivato il momento, cosa faremo? Se solo mio marito potesse finire di seminare il campo prima di andarsene ad assistere i fratelli e le sorelle!” La sera di quello stesso giorno ero a letto senza riuscire a dormire, in preda a un irrefrenabile tumulto interiore. Pensavo: “L’ultima volta, mio marito ha viaggiato per più di due settimane prima di ritornare a casa, ma allora non era la stagione della semina. Ora è arrivato il periodo cruciale per il lavoro agricolo e, se partirà per altre due settimane, come farò? Forse dovrei proprio mandarlo a cercare i suoi collaboratori, affinché svolgano loro il lavoro e finirla lì”. Ma poi ci ho ripensato: “Non va bene così, perché i fratelli e le sorelle lo aspettano per farsi assistere. Se non andrà, non sarà forse un’offesa contro il Signore?” Nella condizione di raffinamento, sono arrivata in presenza di Dio e ho pregato: “Signore! Non è che non voglio che mio marito vada ad aiutare i fratelli e le sorelle; è solo che è il momento giusto in cui la nostra famiglia dovrebbe lavorare nei campi. In cuor mio, sto sopportando, senza dubbio, un raffinamento davvero intenso e non so cosa fare. Signore! Chiedo il Tuo aiuto per proteggere il mio cuore e non farmi turbare da queste cose”. Dopo aver pregato, mi sono venute in mente molto chiaramente queste parole: “A prescindere da quale sia la tua effettiva statura morale, devi prima possedere la volontà di soffrire dei disagi così come la vera fede, e devi avere la volontà di separarti dalla carne. Dovresti essere disposto a sopportare personali disagi e soffrire perdite ai tuoi personali interessi, al fine di soddisfare la volontà di Dio” (“Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento” in La Parola appare nella carne). Queste parole mi hanno catturato istantaneamente il cuore e hanno portato una luce chiarificatrice. Proprio così! Se qualcuno vuole soddisfare il Signore, deve avere la determinazione di sopportare le difficoltà e deve essere disposto a soffrire fisicamente e a sopportare perdite nei suoi interessi, al fine di soddisfare la volontà di Dio! Queste parole mi hanno dato fiducia e ho pensato: “Pazienza se i campi saranno seminati più tardi! Quanto raccolto avremo dipende da Dio, e la cosa più importante è che mio marito lavori per il bene del Signore”. Tenendo questo presente, mi sono sentita libera e leggera in cuor mio e, in un attimo, mi sono addormentata. Il mattino dopo, ho detto a mio marito: “Stai tranquillo e vai a lavorare al servizio del Signore! Non importa quando ritornerai. Mi sottometto alle disposizioni di Dio”. Quando pensavo che quello che facevo soddisfaceva il Signore, provavo gioia e fermezza nel cuore.
Mio marito è ritornato dopo qualche giorno e ho scoperto che sembrava essere diventato un’altra persona. Mi aiutava con le faccende domestiche e mi ha detto: “Lavori troppo duramente! Questi ultimi anni sono stati piuttosto difficili per te; hai dovuto fare tutto quanto, sia dentro che fuori casa. Di questo mi rendo conto. Prima andavo spesso via a lavorare e non condividevo con te il peso delle faccende domestiche. In futuro, quando avrò tempo, farò di più”. Nel sentire queste parole, mi sono commossa, perché mio marito non aveva mai detto cose simili. Ho pensato: “Da quando mio marito legge quel libro, è in atto un’enorme trasformazione in lui. Non solo predica in modo illuminato, ma anche il suo atteggiamento nei miei confronti è diverso rispetto a prima. La lettura della Bibbia non lo aveva fatto cambiare così tanto, ma, dopo aver letto quel libro, si è trasformato così tanto in così poco tempo! Sembra che le parole di quel libro abbiano veramente il potere di cambiare le persone!” Allo stesso tempo, sentivo che le parole di quel libro mi avevano portato un grande beneficio. Dopo averlo letto, avevo fede e forza e, quando agivo in conformità con le sue parole, l’insoddisfazione che provavo nei confronti di mio marito scompariva. Dopo che mio marito ha letto quel libro, anche il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato e lui ha capito come rispettarmi e prendersi cura di me. Tutti quei cambiamenti mi hanno fatto pensare ancora di più che le parole di quel libro fossero davvero potenti e autorevoli! Ma, in realtà, chi è che aveva scritto le parole di quel libro? Non avevo mai trovato la risposta a questa domanda.
Due mesi dopo, un giorno mio marito ha detto che voleva portarmi con lui a una riunione. Avevo la sensazione che quell’incontro sarebbe stato qualcosa di molto speciale, altrimenti mio marito non mi avrebbe portato con lui per farmi partecipare. In cuor mio, ero piena di aspettative e non vedevo l’ora di rivedere quel libro. Il giorno seguente, io e mio marito, insieme a due sorelle, eravamo seduti allegramente in un veicolo diretto a casa di una sorella. C’erano molti fratelli e sorelle che partecipavano a quell’incontro. Tra di loro, c’era una sorella sulla trentina che integrava la Bibbia con le sue spiegazioni e condivideva con noi diverse verità sull’opera di Dio negli ultimi giorni. Mentre ascoltavo la condivisione di quella sorella, ho sentito una speciale vivacità nel mio cuore e sono riuscita a capire completamente molti passaggi della Bibbia e altri, riguardanti Dio che ritornava a svolgere l’opera di giudizio, che non avevo capito prima. Ho pensato: “Come fa a condividere queste cose così bene e a comunicare la Bibbia in modo così chiaro? Come fa ad aver capito tutte queste cose?” Allora, la sorella, con un sorriso che le riempiva il volto, ci ha detto ad alta voce: “Comunicherò ai fratelli e alle sorelle un’eccellente informazione che emozionerà i cuori delle persone. Il Signore Gesù, che attendiamo con ansia da tanto tempo, Si è incarnato ed è ritornato tra noi per svolgere la Sua nuova opera, per esprimere la parola e rivelare tutte le verità e i misteri, per svelare le tre fasi dell’opera di Dio e del Suo piano di gestione lungo seimila anni, oltre all’incarnazione di Dio e ai misteri della Bibbia. Oggi, il contenuto di ciò che condivido proviene dalle parole che sono state espresse da Dio”. I fratelli, le sorelle e io, che eravamo seduti, abbiamo sentito quella fantastica notizia e finalmente abbiamo capito perché la sorella avesse compreso così tante cose. A quanto pare, era stato tutto detto alle persone dalla voce del Signore, che era ritornato. In quel momento, anche noi abbiamo sentito la voce del Signore e ci siamo tutti abbracciati allegramente, abbiamo versato lacrime di emozione e l’intero luogo ha iniziato a tremare per l’entusiasmo. Ero così contenta che avevo voglia di saltare dalla gioia. Pensavo: “Finora ho sempre sperato che il Signore Gesù ritornasse un po’ in anticipo. Ora il Signore è veramente ritornato! Mentre sono ancora in vita, posso accogliere il ritorno del Signore Gesù e, per questo motivo, sono veramente fortunata!”
Poco dopo, quando è arrivato il momento di andarsene, le sorelle hanno dato a ognuno di noi un libro intitolato “Il giudizio comincia dalla casa di Dio”. Mentre tenevo in mano il libro della parola di Dio, improvvisamente ho pensato al libro precedente. Poteva darsi che fosse lo stesso libro? Quando sono tornata a casa, ho chiesto impazientemente a mio marito: “Il libro che ho visto quel giorno è la stessa parola di Dio di cui ha parlato oggi la sorella?” Mio marito ha sorriso e ha detto: “Sì”. In quel momento, mi sembrava di essermi svegliata da un sogno. Quella voce, in realtà, proviene da Dio, è la voce dell’incarnazione del Signore Gesù ritornato ed è la voce di Dio! Non c’è da meravigliarsi che queste parole riescano a colpirmi così profondamente, mi diano fede e forza, cambino la mia indole corrotta e mi portino lontano dalla sofferenza. Poi ho sgridato mio marito, dicendogli: “Hai ricevuto la nuova opera di Dio. Perché me l’hai nascosta?” Mio marito mi ha risposto: “In realtà, allora volevo dirtelo, ma la maggior parte delle persone della tua famiglia predica nella chiesa e avevo paura che non avresti capito, quando te lo avessi spiegato. Temevo che i tuoi parenti lo avrebbero scoperto e, se avessero iniziato a turbarti e a frenarti, questo, oltre a farvi perdere l’occasione di ricevere la salvezza, mi avrebbe anche reso una persona malvagia!” Nell’ascoltare ciò che mi diceva mio marito, la mia incomprensione nei suoi confronti è sparita e ho ringraziato ancora di più Dio per avermi salvata. Mi sono poi ripromessa di leggere attentamente quel libro.
Grazie alla lettura della parola di Dio Onnipotente, il mio spirito inaridito ha ottenuto nutrimento e sostentamento… Non avrei mai pensato che sarei stata capace di ascoltare la parola del Signore ritornato con le mie stesse orecchie, di essere portata innanzi a Dio, di incontrarLo faccia a faccia, e mi sono sentita particolarmente grata a Dio per il Suo amore e la Sua salvezza. Dopo più di dieci giorni, io, mio marito e le sorelle che diffondono il Vangelo ci siamo incontrati e abbiamo preso i fratelli e le sorelle della nostra Chiesa che avevano una vera fede nel Signore per portarli a incontrare Dio Onnipotente. Tutto l’onore e la gloria vadano a Dio!
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