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17 giugno 2019

La parola di Dio "La visione dell’opera di Dio (1)"

Giovanni lavorò sette anni per Gesù e aveva già aperto la strada quando Egli arrivò. Prima di questo momento, il Vangelo del Regno dei Cieli predicato da Giovanni era stato ascoltato in tutta la terra

Giovanni lavorò sette anni per Gesù e aveva già aperto la strada quando Egli arrivò. Prima di questo momento, il Vangelo del Regno dei Cieli predicato da Giovanni era stato ascoltato in tutta la terra; pertanto, si era diffuso in tutta la Giudea, e tutti consideravano Giovanni un profeta. A quell’epoca, il re Erode voleva ucciderlo, ma non osava perché il popolo teneva Giovanni in grande considerazione ed Erode temeva che, se lo avesse ucciso, la gente sarebbe insorta contro di lui. Il lavoro svolto da Giovanni, infatti, si era radicato tra la gente comune e aveva convertito molti Ebrei. Per sette anni, Giovanni aveva preparato la strada per Gesù, fino al momento in cui Egli iniziò a svolgere il Suo ministero. Giovanni, dunque, fu il più grande di tutti i profeti. Gesù iniziò ufficialmente la Sua opera solo dopo l’imprigionamento di Giovanni. Prima di lui, non c’era mai stato un profeta che avesse spianato il cammino a Dio perché, prima di Gesù, Dio non Si era mai fatto carne. E così, di tutti i profeti fino ad arrivare a Giovanni, egli fu l’unico a preparare la strada a Dio incarnato e, in questo modo, divenne il più grande profeta dell’Antico e del Nuovo Testamento. Giovanni iniziò a diffondere il Vangelo del Regno dei Cieli sette anni prima del battesimo di Gesù. Alla gente, il lavoro che egli svolse sembrò superiore all’opera successiva di Gesù, eppure egli fu soltanto un profeta. Non operò né parlò nel tempio, ma nelle città e nei villaggi al di fuori di esso. Lo fece, naturalmente, tra il popolo ebraico, in particolare tra i poveri. Raramente Giovanni entrò in contatto con persone delle alte sfere della società, diffondendo il Vangelo solo tra la gente comune della Giudea, al fine di preparare le persone giuste per il Signore Gesù e i luoghi adatti alla realizzazione della Sua opera. Con un profeta come Giovanni a spianare la strada, il Signore Gesù poté intraprendere direttamente il cammino verso la croce già dal Suo arrivo. Quando Dio Si fece carne per compiere la Sua opera, non dovette scegliere le persone e non ebbe bisogno di cercarle personalmente o di trovare un luogo in cui operare. Egli non svolse questo lavoro quando venne, poiché la persona giusta aveva già predisposto ogni cosa per Lui, prima del Suo arrivo. Giovanni aveva già compiuto questo lavoro prima che Gesù iniziasse la Sua opera, perché, quando Dio incarnato venne per svolgere la Sua opera, poté iniziare immediatamente a operare su coloro che Lo attendevano da lungo tempo. Gesù non era venuto per svolgere il lavoro dell’uomo o il lavoro di correzione che spettava all’uomo. Egli era venuto unicamente per eseguire il ministero che doveva compiere, tutto il resto non aveva nulla a che vedere con Lui. Quando Giovanni venne, non fece altro che tirare fuori dal tempio e tra gli Ebrei un gruppo di coloro che accettavano il Vangelo del Regno dei Cieli, in modo che potessero diventare oggetto dell’opera del Signore Gesù. Giovanni lavorò per sette anni, vale a dire che diffuse il Vangelo per sette anni. Durante il suo lavoro, Giovanni non compì molti miracoli, perché il suo compito era di aprire la strada, era il lavoro di preparazione. Tutto il lavoro restante, l’opera che Gesù avrebbe compiuto, gli era estraneo; chiese solo all’uomo di confessare i peccati e di pentirsi, battezzò la gente, affinché potesse essere salvata. Anche se compì un lavoro nuovo e aprì un percorso che l’uomo non aveva mai intrapreso prima, egli preparò soltanto la via per Gesù. Fu semplicemente un profeta che eseguì il lavoro di preparazione e non era in grado di svolgere l’opera di Gesù. Anche se Gesù non fu il primo a predicare il Vangelo del Regno dei Cieli e anche se continuò il percorso che Giovanni aveva avviato, non c’era comunque nessun altro che potesse portare a compimento la Sua opera, che era superiore a quella di Giovanni. Gesù non poteva prepararSi la strada; la Sua opera fu eseguita direttamente per conto di Dio. Non importa, quindi, quanti anni Giovanni lavorò, egli fu comunque un profeta e colui che preparò la strada. I tre anni dell’opera di Gesù superarono i sette anni del lavoro di Giovanni, perché la sostanza della Sua opera non era la stessa. Quando Gesù cominciò a svolgere il Suo ministero, ovvero quando il compito di Giovanni si concluse, Giovanni aveva preparato un numero sufficiente di persone e di luoghi per l’uso da parte del Signore Gesù, sufficienti perché Egli iniziasse i tre anni della Sua opera. Così, non appena il lavoro di Giovanni fu terminato, il Signore Gesù iniziò ufficialmente la Sua opera e le parole di Giovanni vennero messe da parte. Questo perché il lavoro svolto da Giovanni era unicamente ai fini della transizione, e le sue parole non erano le parole di vita che avrebbero portato l’uomo a una nuova crescita; in ultima analisi, le sue parole furono soltanto per un uso temporaneo.

16 giugno 2019

Danza di lode 2019 - Cantiamo e danziamo in lode a Dio

Danza di lode 2019 - Cantiamo e danziamo in lode a Dio

Il Cristo degli ultimi giorni è apparso per agire e salvare l'uomo. Egli rivela l'amore di Dio dissetando, nutrendo e guidando l'uomo. Le parole di Dio posseggono calore e potere, conquistano il nostro cuore. Noi ci nutriamo e godiamo di esse, partecipiamo alla festa. Se ci nutriamo delle parole di Dio, se meditiamo su di esse e le condividiamo, lo Spirito Santo ci illumina e noi comprendiamo la verità. Ci liberiamo dei legami terreni e compiamo il nostro dovere. Che benedizione è entrare nel Regno di Dio! Cantiamo e danziamo in lode a Dio, in lode a Dio. RendiamoGli grazie poiché ci guida sul cammino della vita. Godiamo delle parole di Dio ogni giorno e viviamo alla Sua presenza. Non smetteremo mai di lodare e testimoniare la Sua giustizia!

15 giugno 2019

Qual è la differenza tra una persona onesta e una falsa?

Parole di Dio attinenti:
Sincerità significa donare il vostro cuore a Dio, mai imbrogliarLo; essere franchi con Lui in ogni cosa, senza mai nascondere la verità; mai fare ciò che inganna i superiori e illude i subordinati e mai fare ciò che serve soltanto a ingraziarsi Dio. In breve, essere sinceri vuol dire astenersi dall’impurità nelle vostre azioni e parole, e non ingannare né Dio né gli uomini. Ciò che dico è molto semplice, ma per voi è doppiamente difficoltoso. Molti preferirebbero essere condannati all’inferno piuttosto che parlare e agire onestamente. C’è poco da stupirsi se ho altri trattamenti in serbo per coloro che sono disonesti. Naturalmente, capisco bene la grande difficoltà che affrontate nel cercare di essere uomini leali. Siete tutti terribilmente bravi ed esperti nel misurare il valore di un gentiluomo con il vostro insignificante metro di paragone; stando così le cose, il Mio lavoro diventa molto più semplice. E poiché ognuno di voi tiene stretti i propri segreti, bene, allora vi manderò, uno alla volta, alla rovina per sottoporvi alla “prova” del fuoco, in modo che dopo possiate impegnarvi ad aver fede nelle Mie parole. Alla fine, vi strapperò di bocca le parole “Dio è un Dio di lealtà”, al che vi batterete il petto e lamenterete che “infido è il cuore dell’uomo”.
da “Tre ammonimenti” in La Parola appare nella carne

Parole di Cristo degli ultimi giorni - Dio Stesso, l’Unico III L’autorità di Dio (II) (Estratto 3)

Dio Onnipotente dice: “Poiché le persone non riconoscono le orchestrazioni e la sovranità di Dio, affrontano sempre il destino con aria di sfida, con atteggiamento ribelle, e vogliono sempre sbarazzarsi della Sua autorità e sovranità e delle cose che la sorte ha in serbo, sperando invano di cambiare le proprie circostanze attuali e di modificare il proprio destino. Però non ci riescono mai; vengono frustrate a ogni piè sospinto. Questa lotta, che avviene nel profondo dell’anima, è dolorosa; il dolore è indimenticabile, e nel frattempo si spreca la propria vita. Qual è la causa di questo dolore?

14 giugno 2019

La parola di Dio "Lavoro e ingresso (10)"

Il fatto che l’umanità sia progredita fino a questo punto è una situazione senza precedenti. L’opera di Dio e l’ingresso dell’uomo procedono fianco a fianco, e dunque anche l’opera di Dio è una grandiosa occasione senza uguali.
Il fatto che l’umanità sia progredita fino a questo punto è una situazione senza precedenti. L’opera di Dio e l’ingresso dell’uomo procedono fianco a fianco, e dunque anche l’opera di Dio è una grandiosa occasione senza uguali. Finora l’ingresso dell’uomo è un miracolo mai immaginato dall’essere umano. L’opera di Dio ha raggiunto lo zenit e, successivamente, anche l’“ingresso”[1] dell’uomo ha toccato il suo apice. Dio Si è abbassato fin dove poteva e non ha mai protestato contro l’umanità né contro tutte le cose nell’universo. L’uomo, nel frattempo, si erge sopra la testa di Dio, opprimendoLo massimamente; ogni cosa ha raggiunto il suo apice, è giunto il momento che arrivi il giorno in cui appare la giustizia. Perché continuare a permettere che il buio copra la terra e l’oscurità ammanti tutti i popoli? Dio è stato a guardare per diversi millenni – per decine di millenni, addirittura – e la Sua sopportazione è ormai arrivata al limite. Egli ha osservato ogni mossa dell’umanità, ha rilevato quanto a lungo l’ingiustizia dell’uomo avrebbe imperversato, e tuttavia l’uomo, che si è da tempo intorpidito, non sente nulla. Chi ha mai osservato le azioni di Dio? Chi ha mai alzato gli occhi e guardato lontano? Chi ha mai ascoltato con attenzione? Chi è mai stato nelle mani dell’Onnipotente? Le persone sono tutte afflitte da paure immaginarie.[2] A cosa serve un mucchio di fieno e di paglia? L’unica cosa che sanno fare è torturare a morte il Dio vivo, incarnato. Anche se sono soltanto mucchi di fieno e di paglia, c’è ancora una cosa che fanno “meglio di tutti”:[3]torturare a morte il Dio vivo e poi gridare che “ciò allieta il cuore delle persone”. Che risma di soldati gambero e di generali granchio! Sorprendentemente, in mezzo a un’incessante fiumana di persone, concentrano l’attenzione su Dio, circondandoLo con una barriera impenetrabile. Con un fervore ancora più ardente,[4] Lo hanno attorniato a orde, cosicché non riesce a muoverSi di un centimetro. Nelle loro armi stringono ogni sorta di armi e Lo guardano come se guardassero un nemico, gli occhi pieni di rabbia; muoiono dalla voglia di “farLo a pezzi”. È sconcertante: perché l’uomo e Dio sono diventati nemici così inconciliabili? Potrebbe essere che ci sia del rancore tra il Dio più amorevole e l’uomo? Potrebbe essere che le azioni di Dio non siano di alcun beneficio per l’uomo? Che lo danneggino? L’uomo punta uno sguardo fermo su Dio, con la profonda paura che Egli sfondi la sua barriera, che torni nel terzo cielo e lo getti ancora una volta nella segreta. L’uomo è diffidente nei confronti di Dio, sta sulle spine e si contorce sul terreno, a distanza, stringendo una “mitragliatrice” puntata contro il Dio tra gli uomini. È come se, al minimo movimento di Dio, egli voglia cancellare tutto di Lui – tutto il Suo corpo e tutto ciò che Egli indossa – senza lasciare niente. La relazione tra Dio e l’uomo è irrecuperabile. Dio è incomprensibile per l’uomo; l’uomo, nel frattempo, chiude volutamente gli occhi e si trastulla, per nulla disposto a vedere la Mia esistenza, ed è implacabile verso il Mio giudizio. Così, quando non se lo aspetta, Io scivolo via silenziosamente e non deciderò più chi sia elevato e chi sia meschino al suo confronto. La specie umana è l’“animale” più vile di tutti e Io non desidero più darle retta. Da tempo ho riportato tutta la Mia grazia nel luogo in cui dimoro serenamente; poiché l’uomo è così disobbediente, quale ragione ha per godere ancora della Mia preziosa grazia? Non sono disposto ad accordarla invano a forze che Mi sono ostili. Preferirei donare i Miei frutti preziosi agli zelanti contadini di Canaan, che accolgono con entusiasmo il Mio ritorno. Desidero solo che i cieli durino in eterno e, ancor più, che l’uomo non invecchi mai, che i cieli e l’uomo siano a riposo per sempre e che quei “pini e cipressi” accompagnino Dio per l’eternità, e accompagnino per l’eternità i cieli quando entreranno insieme nell’era ideale.

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