Se non hai alcuna esperienza in qualcosa, allora sicuramente non sai come gestirla e la gestirai male. Anche se riesci a gestirla e pensi: “Ho spiegato abbastanza tutto questo e ho detto molto a questo proposito. Loro vi hanno anche prestato molto ascolto. Ne ho parlato così tanto. Penso che tutto quello che ho condiviso riguardo a questo problema è fondamentalmente la verità, non è così?” eppure, in effetti, non è altro che dottrina, e tu stai usando la dottrina per risolvere il problema. Perché la definisci dottrina? Ogni parola che dici è corretta, ma ciò che dici non è diretto al problema e non va alla radice di esso—dove questo problema si verifica, quale questione pone, perché questa gente possa fare tali cose o quali condizioni abbiano suscitato al loro interno. Se non puoi sviscerare queste cose, allora non puoi risolvere il problema; devi scavare alla sorgente di esso. Proprio come quando, talvolta, le persone si ritrovano con il mal di stomaco. Ci sono molti tipi di mal di stomaco: alcuni soffrono di mal di stomaco perché hanno preso freddo, altri perché hanno mangiato qualcosa di freddo, altri perché hanno un’infiammazione e altri ancora a causa di crampi. Non importa se non sei in grado di discernerli chiaramente uno dall’altro. Se fai prendere a tutti costoro degli analgesici, alcuni potrebbero trovare sollievo dal dolore solo per un po’, mentre ad altri gli analgesici non faranno essenzialmente alcun effetto. Chi guida le persone, quindi, è come un dottore che cura un paziente. Bisogna che tu comprenda a fondo dove si trovi la radice della malattia. Se non riesci a individuare la radice o la condizione, o a scoprire dove stia l’errore, o quale sia il problema, o quali cose le persone rivelino quando parlano, allora non sarai in grado di risolvere il problema. Pensi che qualsiasi cosa tu dica sia la verità, quando in effetti è solo tutta dottrina, e si ferma appena sotto l’epidermide. Per esempio, alcune persone sotto di te fanno degli errori nello svolgimento del proprio dovere, e allora fai loro una predica: “Nello svolgimento del nostro dovere, dobbiamo essere devoti. Nello svolgimento del nostro dovere dobbiamo assumerci le responsabilità per amore di Dio. Lo svolgimento del nostro dovere è un obbligo che dobbiamo assolvere. Non dobbiamo essere trascurati nell’adempimento del nostro dovere!” Predichi sempre a proposito di questo. Nella realtà dei fatti, loro comprendono tutto circa lo svolgimento del loro dovere, e sanno come non essere trascurati nel lavoro, e sanno come fare bene il proprio dovere. Ma non lo fanno bene, pertanto devi chiaramente discernere di quali situazioni si tratti. È possibile che manchino di calibro e pertanto facciano le cose malamente, o che siano stupidi e non siano capaci di essere perfezionati, che, indipendentemente da come tu li istruisca, non riescano a fare le cose nel modo giusto, e questo è un tipo di situazione. Un altro tipo di situazione è che essi possano essere attaccati alla propria famiglia. Un altro è che forse siano avvinghiati a questioni relative al loro lavoro o al loro matrimonio. Un altro ancora è che abbiano timori nella parte più recondita della loro mente, del tipo: “Se vengo mandato a casa perché non riesco a ottenere risultati nel mio dovere, che cosa devo fare?” Ci sono molti tipi di situazioni, pertanto che tu dica queste poche parole non è di alcuna utilità. “Non dobbiamo essere trascurati nel nostro lavoro, dobbiamo essere devoti a Dio. Le nostre intime intenzioni dovrebbero essere corrette, non dobbiamo essere particolari circa le condizioni in cui svolgiamo il nostro dovere e dovremmo obbedire a Dio, indipendentemente da come Egli ci tratti!” Non è di alcuna utilità predicare in tal modo! Tu predichi anche il punto di vista della fede in Dio, dicendo: “Perché compiamo il nostro dovere?” Questo è ancor meno utile e tu non puoi applicarlo a situazioni differenti, indiscriminatamente. Quanto a quelli di voi che ora hanno una certa conoscenza letterale e comprendono un po’ di dottrina, non appena entrate in contatto con alcuni problemi nel corso della vostra vita quotidiana, pensate: “Con quale problema ciò ha a che fare? Oh, ci sono ora così tante questioni riguardanti lo svolgimento del proprio dovere e la diffusione del Vangelo, quindi condividiamo circa lo svolgimento del proprio dovere!” E, andando un po’ più a fondo: “Condividiamo un insegnamento a proposito del punto di vista circa la fede in Dio!” Dopo che tu hai predicato questo, loro se ne vanno. Ma in seguito, compiono ancora gli stessi errori. Effettivamente, ciò non è stato fondamentalmente di alcuna utilità, poiché tu hai condiviso senza aver colto la radice del problema. Prima, c’erano alcuni completamente stonati, che cantavano in modo terribile e dicevano: “Perché non posso cantare?” In seguito, la gente chiedeva loro: “Che tipo di problema è questo?” “Si tratta di mancanza di calibro!” Dicevano questo. In che modo questo è mancanza di calibro? Si tratta del fatto che il gene del canto non era intrinseco in loro. Non puoi dire che si trattasse di una mancanza di calibro. Ho ragione? Il loro essere stonati era intrinseco e non poteva in alcun modo essere cambiato. Alla fine, giunsero alla conclusione che si trattava di “mancanza di calibro”, ma non si trattava forse di un errore? Non è vero? Non è giusto fare indiscriminatamente due più due. Poiché quelli di voi che sono ora dotati di un po’ di dottrina e di conoscenza letterale, ancora non sanno dove mai sulla terra queste parole possano essere applicate o dove possano essere utilizzate, così alla fine non sono in grado di risolvere alcun problema. Alla fine, quando ti viene chiesto di usare la verità per risolvere i problemi, ti chiedi: “Ah, possiedo un sacco di verità, pertanto, come è possibile che io non sappia risolvere questi problemi? Come è possibile che mi senta in ansia non appena incontro un problema?” Ciò prova che tu ancora non comprendi la verità e non hai compreso la verità. Alcune persone dicono: “Ah, possiedo un elevato livello di conoscenza. Ho frequentato l’università per diversi anni, quindi ho una notevole comprensione della filosofia, della politica e della legge, ho una mente acuta quando si tratta di linguaggio. Ho letto molto della parola di Dio e ho memorizzato molte cose. Ma quando finisco di risolvere problemi, come possono affermare che ho usato la dottrina, e non la verità, per risolverli?” Qual è il problema qui? Tu non comprendi affatto la verità; tu non comprendi che cosa si intenda per “verità”.
La Chiesa di Dio Onnipotente – la salvezza del Regno, Dio Onnipotente è il nostro Salvatore.
3 ottobre 2017
2 ottobre 2017
Discorsi di Dio Onnipotente | "Riguardo all’appellativo e all’identità" Parte 1
Se vuoi che Dio Si possa servire di te, devi conoscere l’opera di Dio, sia quella compiuta in precedenza (nel Nuovo e nel Vecchio Testamento), sia quella odierna. Vale a dire che è necessario conoscere le tre fasi dell’opera divina nell'arco di seimila anni. Se ti viene chiesto di diffondere il Vangelo, non puoi farlo senza conoscere l’opera di Dio. Gli uomini ti chiederanno tutto sulla Bibbia, sul Vecchio Testamento e su ciò che Gesù disse e fece in quell'epoca. Affermeranno: “Il vostro Dio non vi ha parlato di tutto ciò? Se Egli (Dio) non vi può dire quello che è davvero avvenuto nella Bibbia, significa che non è Dio; se invece può, siamo convinti”. Inizialmente, Gesù parlò molto con i Suoi discepoli a proposito del Vecchio Testamento. Tutto quello che leggevano era tratto dal Vecchio Testamento; il Nuovo Testamento fu scritto solo alcuni decenni dopo la crocifissione di Gesù. Per diffondere il Vangelo, dovete principalmente cogliere la verità intrinseca della Bibbia e l’opera di Dio in Israele, cioè l’opera compiuta da Jahvè. E dovete altresì comprendere l’opera realizzata da Gesù.
1 ottobre 2017
Il ciclo della vita e della morte delle persone che seguono Dio
3) Il ciclo della vita e della morte delle persone che seguono Dio
Parliamo ora del ciclo della vita e della morte di coloro che seguono Dio. Ciò riguarda voi, perciò prestate attenzione. Innanzitutto, pensate alle categorie in cui si possono dividere le persone che credono in Dio. Ce ne sono due: gli eletti di Dio e i servitori. Prima parleremo degli eletti di Dio, che sono pochi. A cosa si riferisce l’espressione “eletti di Dio”? Dopo aver creato tutte le cose e l’umanità, Egli selezionò un gruppo di persone che Lo seguirono, e semplicemente li chiamò “eletti di Dio”. Ci sono un intento e un significato speciali nella scelta di queste persone da parte Sua. L’intento è che, ogni volta che Dio svolge un’opera importante, esse devono venire, e questa è la prima delle cose che le rendono speciali. E qual è il loro significato? Il fatto che siano state scelte da Dio implica che abbiano un grande significato. In altre parole, Egli desidera renderle complete e perfette e, dopo che la Sua opera di gestione sarà terminata, Dio le guadagnerà. Non è un grande significato? Così questi eletti sono di grande importanza per Lui, perché sono coloro che Egli intende guadagnare. I servitori, invece… Be’, accantoniamo la predestinazione di Dio e parliamo prima delle loro origini. Il significato letterale di “servitore” è colui che serve. Coloro che servono sono provvisori; non svolgono questo compito a lungo termine o per sempre, bensì vengono arruolati o reclutati temporaneamente. Quasi tutti vengono selezionati tra i miscredenti. Il momento in cui vengono sulla terra è quello in cui è stato stabilito che assumeranno il ruolo di servitori nell’opera di Dio. Potrebbero essere stati animali nella vita precedente, ma potrebbero anche essere stati miscredenti. Queste sono le origini dei servitori.
30 settembre 2017
Il sospiro dell'Onnipotente— La Chiesa di Dio Onnipotente
Il sospiro dell'Onnipotente
Un inno delle parole di Dio
L'Onnipotente guarda all'umanità, così profondamente afflitta.
Egli ascolta il lamento di quelli che soffrono,
vede la spudoratezza degli afflitti,
e sente il terrore e l'impotenza dell'umanità che ha perso la salvezza.
Rifiutano le Sue cure, scelgono la loro strada,
e sfuggono al Suo sguardo indagatore.
Preferiscono assaggiare il dolore del profondo mare, insieme al nemico.
Il sospiro dell'Onnipotente non è più ascoltato da nessuno.
Le Sue mani non vogliono più toccar questa miserabile umanità.
Guadagnando e perdendo ripetutamente,
così ripete incessantemente la Sua opera.
Da quel momento, Egli Si stanca di ciò,
e ferma il lavoro delle Sue mani, non vagherà più tra gli uomini. …
Nessuno ha percepito tutti questi cambiamenti.
Nessuno conosce la tristezza e la delusione,
l'andare e venire dell'Onnipotente.
Dio Stesso, l’Unico I L’autorità di Dio (I) Parte 4
L’autorità del Creatore non è limitata da tempo, spazio o geografia, e l’autorità del Creatore è inestimabile
Esaminiamo Genesi 22,17-18. È un altro discorso in cui Jahvè Dio dice ad Abramo: “Io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido del mare; e la tua progenie possederà la porta de’ suoi nemici. E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai ubbidito alla Mia voce”. Jahvè Dio benedisse Abramo molte volte dicendo che la sua prole si sarebbe moltiplicata; e moltiplicata in che misura? Nella misura di cui si parla nella Scrittura: “Come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido del mare”. Vale a dire che Dio desiderava dare ad Abramo una progenie numerosa quanto le stelle del cielo e abbondante quanto la sabbia sulla riva del mare. Dio parlò usando immagini, e da queste immagini non è difficile vedere che Dio non avrebbe conferito ad Abramo uno, due o perfino migliaia di discendenti, ma una quantità innumerevole, sufficiente a far sì che divenisse una moltitudine di nazioni, poiché Dio promise ad Abramo che sarebbe stato il padre delle nazioni. E quel numero fu deciso dall’uomo o fu deciso da Dio? Può l’uomo stabilire quanti discendenti avrà? Rientra nelle sue facoltà? Non rientra nelle facoltà dell’uomo dire se ne avrà alcuni, meno ancora può dire se ne avrà tanti “come le stelle del cielo e come la rena ch’è sul lido del mare”. Chi non desidera che la sua prole sia numerosa come le stelle? Purtroppo, le cose non vanno sempre come vuoi tu. Per quanto l’uomo sia abile e capace, questo non rientra nelle sue facoltà; nessuno può porsi al di fuori di ciò che è disposto da Dio. Quanto Egli ti concede, tanto avrai: se Dio ti dà poco, non avrai mai molto, e se Dio ti dà molto, non serve che tu ti risenta di quanto hai. Non è forse così? Tutto questo rientra nelle capacità di Dio, non dell’uomo! L’uomo è governato da Dio, e nessuno ne è esente!
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