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9 marzo 2020

La trascendenza e la grandezza della forza vitale di Dio



di Lin Ling, provincia di Shandong

Sono nata in una povera famiglia contadina e, dato che la mia non era una famiglia potente o prestigiosa, fin da piccola fui guardata dagli altri dall’alto in basso e spesso maltrattata. Ogni volta che succedeva mi sentivo estremamente umiliata e infelice, e attendevo con ansia il giorno in cui sarebbe arrivato un salvatore per cambiare il mio destino. Dopo che mi fui sposata, dato che la vita era difficile e mio figlio spesso era malato, i vicini mi parlarono della fede in Gesù, e quando appresi che il Signore Gesù poteva salvare coloro i quali sono tormentati da pene e sofferenze ne fui molto commossa. Sentivo che finalmente avevo trovato il mio Salvatore, e così da quel momento in poi ebbi fede in Gesù, partecipai con passione agli incontri e ascoltai i sermoni ovunque potevo. Tuttavia in seguito mi resi conto che le chiese erano sempre più desolate, e che la gelosia, le dispute e i complotti tra i fedeli stavano diventando sempre più gravi. Non era diverso dal resto della società. Non potei fare a meno di restarne estremamente delusa: la fede che avevo sentito all’inizio andò svanendo, e smisi di andare agli incontri.

Nel 2000, una sorella mi predicò il Vangelo di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Quando appresi che Dio Onnipotente è il Signore Gesù ritornato, le parole non potevano esprimere la gioia che sentivo nel cuore. Ogni giorno, tutte le volte che potevo, tenevo tra le mani la parola di Dio e la leggevo con la voracità con cui mangia un uomo che sta morendo di fame. La sincerità delle parole di Dio mi riscaldava e mi consolava. Sentivo la cura, misericordia e salvezza di Dio nei miei confronti, e il mio spirito assetato veniva nutrito e saziato. Da allora vissi insieme alla grande famiglia della Chiesa di Dio Onnipotente, dove partecipavo agli incontri e compivo i miei doveri insieme ai fratelli e alle sorelle. Ci sforzavamo tutti di perseguire la verità nutrendoci e saziandoci della parola di Dio Onnipotente; c’era amore tra i miei fratelli e le mie sorelle, e tutti ci aiutavamo a vicenda. Non c’erano complotti, inganno, né disprezzo della povertà e amore per la ricchezza, e ancor meno oppressione e abusi. Nella Chiesa di Dio Onnipotente godevo in modo autentico di una felicità e una gioia che non avevo mai provato prima. Tuttavia, a causa della mia fede in Dio Onnipotente, fui arrestata e torturata spietatamente dal governo del Partito Comunista Cinese, e successivamente incarcerata per un anno. In quell’oscuro covo di demoni fu la parola di Dio Onnipotente a darmi forza e fede, portandomi a poco a poco a sconfiggere Satana e a superare i limiti della morte.

La notte del 24 agosto 2009, ero appena andata a dormire quando fui svegliata improvvisamente da un violento bussare alla porta. Prima che avessi il tempo di reagire, sette o otto poliziotti avevano abbattuto la porta ed erano entrati nella stanza. Non appena entrati gridarono: “Non muoverti! Scendi dal letto e vieni con noi!” Prima ancora che riuscissi a vestirmi, sentii il rumore di una macchina fotografica che mi scattava una foto. Poi i poliziotti perquisirono la casa mettendola a soqquadro, senza lasciarsi sfuggire un solo pezzetto di carta. In breve la casa fu ridotta a un caos, come se fosse stata rovistata dai ladri. Il pavimento era ricoperto di oggetti e non c’era spazio per camminare. Dopo, tre poliziotti mi trascinarono in un furgone che attendeva all’esterno.

Dopo avermi portata alla stazione di polizia, mi costrinsero a mettermi in piedi con la faccia al muro. Un agente di polizia mi interrogò con voce severa, dicendo: “Dicci la verità sulla tua fede in Dio Onnipotente! Qual è il tuo ruolo nella Chiesa? Chi è il tuo capo? Dove si trova? Dicci tutto!” Risposi senza paura: “Non so nulla!” La loro frustrazione mutò immediatamente in rabbia. Mi presero a calci insultandomi e minacciandomi ferocemente: “Se ce lo dici, ti lasceremo andare. Ma se non ce lo dici ti picchieremo a morte!” Mentre parlavano mi spinsero su una sedia di metallo, munita di una spessa sbarra che poi mi chiusero davanti. Visto il modo in cui questi poliziotti malvagi mi avevano arrestata, con tutto quello spiegamento di forze, per non parlare delle diaboliche occhiatacce che mi rivolgevano e del modo in cui trattavano me, una donna indifesa, come se avessi commesso un efferato crimine, fui sopraffatta dallo spavento e dal panico. Pensai: “Quali tormenti hanno in serbo per me? Cosa farò se davvero mi tortureranno o mi picchieranno?” Non riuscii a fare a meno di pregare freneticamente Dio in cuor mio: “Dio Onnipotente! La mia levatura è davvero troppo bassa, e circondata dalle forze del male di Satana ho cominciato ad aver paura. Ti imploro di darmi forza e fede. Proteggimi, così che io non chini il capo a Satana e a questi demoni, e così che possa restare salda e rendertTi testimonianza!” Fu in quel momento che mi ricordai le parole di Dio: “Dovresti sapere che tutto quello che si trova nell’ambiente circostante esiste perché Io l’ho permesso, Io l’ho disposto. Vedi con chiarezza e appaga il Mio cuore nell’ambiente che ti ho dato. Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi protegge ed è il vostro scudo” (Capitolo 26 di “Discorsi di Cristo al principio” in “La Parola appare nella carne”). Sì, tutto quello che mi stava accadendo quel giorno era stato permesso dal trono di Dio; quindi, nonostante fossi intrappolata in un covo di demoni e stessi affrontando un branco di bruti crudeli e demoniaci, non stavo combattendo da sola: Dio Onnipotente era con me. Potevo fare affidamento su di Lui ed Egli era il mio forte sostegno, quindi cosa avevo da temere? Pensando a queste cose, smisi di sentirmi timorosa o spaventata, ebbi la forza di combattere contro Satana fino alla fine, e giurai che sarei rimasta salda nella mia testimonianza per Dio anche a costo della mia stessa vita!

Cominciarono i tentativi dei i poliziotti di estorcermi una confessione con la tortura. La mattina del primo giorno mi ammanettarono e mi condussero a fare un esame del sangue trascinandomi con la forza, per cui i bordi delle manette mi incisero i polsi. In breve mi ritrovai la pelle dei polsi lacerata, trafitta da un dolore pungente e intenso. Poi mi ammanettarono a un termosifone, e per paura che fuggissi via strinsero le manette a tal punto che i miei polsi si ridussero a una poltiglia sanguinolenta. Quei malvagi agenti di polizia mi sommersero di domande, cercando invano di obbligarmi a rivelare informazioni riguardo alla Chiesa, ma dato che ogni volta dicevo di non saperne nulla si arrabbiavano e perdevano la pazienza. Uno di loro, furioso, scattò in avanti e mi schiaffeggiò violentemente. Vidi subito le stelle e quasi svenni; i miei denti produssero un rumore secco traballando nelle gengive e dagli occhi mi sgorgarono involontariamente le lacrime. Quando il funzionario di polizia mi vide in lacrime ma sempre decisa a non parlare, con una smorfia di rabbia afferrò senza pietà i capelli che mi scendevano dalla fronte, li arrotolò intorno alla mano e mi sbatté la nuca contro il muro. Quel colpo violento mi fece girare la testa e fischiare le orecchie. Non contento, mi schiaffeggiò diverse volte di fila gridando rabbiosamente: “Ti farò piangere! È quello che ti tocca se non parli!” Nel dirlo mi pestò ferocemente il piede con la scarpa. Dopo essere stata sottoposta ai crudeli pestaggi e ai supplizi di quei diavoli, ero tutta dolorante e stremata. Giacevo al suolo immobile, come se stessi per morire. Vedendo le mie condizioni, i poliziotti uscirono a grandi passi imprecando e sbattendo la porta. Nel pomeriggio, mi sottoposero ad altri violenti pestaggi cercando di costringermi a rivelare informazioni riguardanti la Chiesa. I loro ripetuti attacchi mi lasciarono in preda alle vertigini e alla nausea, e il mio corpo era indolenzito al punto che sembrava stesse per andare a pezzi. Mi sembrava che sarei morta da un momento all’altro. Ma quei poliziotti malvagi non diminuirono neanche un po’ l’intensità dell’interrogatorio. Senza neppure un briciolo di umanità mi bruciarono i piedi con un accendino, facendo comparire subito due grosse vesciche. Faceva male al punto che non riuscivo a trattenere il pianto. In preda al dolore mi sedetti sul pavimento con gli occhi fissi su quei malvagi poliziotti, che mi guardavano tutti con lo sguardo truce e una rabbia animalesca, come fossero demoni degli inferi desiderosi solo di farmi a pezzetti, e mio malgrado mi sentii assalire dalla debolezza. In silenzio, mi lamentai rivolta a Dio: “Dio Onnipotente, quando smetteranno di tormentarmi questi malvagi poliziotti? Davvero non ce la faccio più…” Mi sentivo così debole che stavo per crollare, e non potevo fare a meno di pensare: “E se dicessi loro qualcosa? A quel punto non dovrò più soffrire…” Ma subito pensai: “Se dico anche solo una cosa sono un Giuda, e significa che sto tradendo Dio”. Un’aspra battaglia mi attanagliava il cuore, e fu allora che ricordai le parole di Dio: “Dovreste fare ciò che è gradito a tutti e ciò che porta beneficio a tutti gli uomini e alla vostra destinazione, altrimenti quello che soffrirà nel mezzo del disastro non sarà altri che tu stesso” (“Prepara sufficienti buone azioni per la tua destinazione” in “La Parola appare nella carne”). “Non avrò più alcuna pietà per coloro che non Mi hanno dato uno iota di lealtà al tempo della tribolazione, poiché la Mia pietà giunge solo fino a questo punto. Inoltre, non provo alcuna simpatia per chi un tempo Mi ha tradito, e meno ancora Mi piace associarMi a coloro che hanno tradito l’interesse dei loro amici. Questa è la Mia indole, indipendentemente da quale persona si tratti” (“Prepara sufficienti buone azioni per la tua destinazione” in “La Parola appare nella carne”). Le parole di Dio furono un improvviso lampo di consapevolezza. Non potei fare a meno di provare un senso di sbigottimento per i pensieri che avevo avuto. Pensai: “Oggi mi ha colpita la persecuzione di Satana, e piuttosto che pensare a fare affidamento su Dio per sconfiggere questi diavoli e rimanere salda e renderGli testimonianza, mi stavo invece preoccupando della mia carne. Questo non mi rende egoista e vile? Dio è santo e giusto, e se tradissi i miei fratelli e le mie sorelle diventando un deplorevole giuda, non starei offendendo l’indole di Dio e avviando in tal modo me stessa alla distruzione? La volontà espressa da Dio permettendo che oggi questi malvagi poliziotti mi torturino serve a farmi vedere chiaramente l’essenza demoniaca del Partito Comunista Cinese, che lo porta a resistere accanitamente a Dio e farseLo nemico, affinché io sia maggiormente in grado di volgere il cuore a Dio, mantenere la mia lealtà a Dio, e rimanere salda e rendere testimonianza a Dio”. Giunta a queste conclusioni, provai rimorso e senso di colpa per la mia disobbedienza. Desideravo pentirmi davanti a Dio. Non importava quanto mi facesse del male o mi torturasse la polizia, mi sarei rifiutata di assecondare la mia carne. Volevo solo obbedire al disegno e alle disposizioni di Dio, sopportare tutta la sofferenza, e restare salda e rendere testimonianza a Dio, per dimostrare la mia lealtà a Lui attraverso le mie azioni. Anche a costo della mia stessa vita, non sarei diventata un giuda tradendo Dio! Fino all’ultimo respiro, non mi sarei mai arresa né avrei ceduto a Satana! Quella sera, quei malvagi poliziotti mi ordinarono di sedermi a terra con le gambe distese, e poi mi sollevarono con forza le braccia ammanettandole dietro la schiena a mezz’aria, e io sentii immediatamente un intenso dolore nelle braccia e ai polsi già feriti. I poliziotti, furiosi dalla rabbia, accesero un ventilatore al massimo e lo diressero verso di me investendomi il corpo con un getto d’aria fredda. Avevo talmente freddo che non facevo che tremare e battere i denti. Avevo il ciclo, e quei malvagi poliziotti mi impedirono di cambiare l’assorbente pretendendo che la “risolvessi” nei miei pantaloni. Eppure, nemmeno quello bastò a fermarli. Portarono una verga ricavata da un ramo flessibile e mi percossero dappertutto, lasciando a ogni colpo una scia sanguinante. Faceva tanto male che cercai di divincolarmi, ma quando videro che schivavo i colpi mi percossero ancora più violentemente, dicendo: “Vediamo se parlerai adesso! Stasera farò di te una storpia!” La crudeltà e la ferocia di quei malvagi funzionari della polizia era abominevole, ma grazie alla guida e alla protezione di Dio non mi sottomisi a loro, e non ottennero niente da quell’interrogatorio.

Quei brutali interrogatori si protrassero per diversi giorni e nel bel mezzo arrivava sempre un ufficiale del Corpo di Sicurezza Nazionale che si fingeva un “poliziotto buono” e tentava invano con le buone di indurmi a tradire la Chiesa. Aveva un’espressione dolce e gentile, mi versava dell’acqua, mi portava una mela, e con falsa premurosità diceva: “È proprio un peccato che tu, così giovane, soffra in questa maniera. Ma c’è un modo per smettere: basta tu ci dica quello che vogliamo sapere. Potrai tornare a casa da tuo marito e tuo figlio, che ti aspettano!” In un primo momento mi sembrò una brava persona, e invece era il più violento e minaccioso di tutti quanti loro. Quando capì che non gli avrei detto niente, sul suo volto si disegnò una rabbia feroce che lo rivelò in tutta la sua natura bestiale, e si mise a torturarmi in modo ancora più crudele e spietato. Mi condusse nella sala centrale della stazione di polizia, dove mi costrinse a sedere da sola in un angolo per due ore esposta all’aria gelida; al suo ritorno mi chiamò a gran voce e dato che secondo lui avevo risposto troppo flebilmente mi obbligò ad allungare le gambe, mi schiacciò le rotule con un calcio e mi sollevò in malo modo per le mani, che erano ammanettate dietro la schiena. Sentii uno schiocco nella zona lombare, seguito da un dolore lancinante; lanciai un urlo e mi accorsi che avevo perso la sensibilità in quella parte del corpo. Non avrei mai pensato che il mio urlo potesse mandare quel diavolo su tutte le furie. Adirato, ordinò a uno dei suoi tirapiedi: “Prendi uno straccio e infilaglielo in bocca, così la smetterà di gridare!” Portarono uno straccio lurido e maleodorante che mi infilarono in bocca, provocandomi dei conati. L’uomo mi intimò a gran voce: “Tienilo stretto coi denti e che non ti salti in mente di lasciarlo cadere!”, e me lo spinse ancora più giù in gola. In cuor mio provai un odio sconfinato per quei meschini animali. Li odiavo tanto che non mi restavano lacrime per piangere. Poi quel diavolo di un agente riprese a interrogarmi e vedendo che continuavo a tacere mi schiacciò di nuovo le gambe sollevandomi per aria le braccia ammanettate. Il dolore fu tale che cominciai a sudare freddo e di nuovo gridai senza riuscire a trattenermi. Quando vide che non c’era verso che parlassi, il poliziotto ordinò ai suoi tirapiedi: “Portatela via!” Due malvagi agenti mi sollevarono da terra, ma non riuscivo a stare in piedi per via del trauma lombare. Avanzavo lentamente, con la schiena curva, un passo alla volta. In preda a un dolore intollerabile, mi sentivo di nuovo in preda alla debolezza, alla disperazione e all’impotenza. Non sapevo quanto a lungo avrei potuto ancora resistere, così più e più volte in cuor mio pregai Dio, invocando la protezione di Dio Onnipotente affinché mi desse la forza di non tradirLo, anche a costo di morire.

Dopodiché mi resi conto che Dio Onnipotente aveva compreso la mia debolezza in ogni suo aspetto e mi aveva elargito la Sua misericordia, proteggendomi in segreto tutto il tempo. Quando tornarono a interrogarmi, quei malvagi poliziotti mi minacciarono: “Se non parli ti porteremo in un’altra stanza dove c’è la sedia elettrica. Quando apriremo la corrente perderai i sensi e, se anche non morirai, resterai menomata!” Nel sentire le parole di quei poliziotti malvagi, fui presa dal terrore. Convinta di non poter sopportare un trattamento così disumano, rivolsi immediatamente una preghiera a Dio e, in quel momento, rammentai le parole di Dio: “Quando gli esseri umani sono pronti a sacrificare la propria vita, tutto diventa insignificante e nessuno può avere la meglio su di loro. Che cosa potrebbe essere più importante della vita?” (Capitolo 36 di “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’” in “La Parola appare nella carne”). Sì, la mia vita era nelle mani di Dio. Dio ne possiede il controllo e ne detta le regole, e che vivessi o no non dipendeva dalla polizia. Mettendo davvero in gioco la mia vita avrei potuto sconfiggere Satana. In quel momento mi sentii colmare dalla fede e disposta a mettere in gioco la mia vita, a rimetterla a Dio e obbedire alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Non mi sarei mai immaginata di sentire uno di quei malvagi poliziotti annunciare proprio in quel momento che la sedia elettrica era guasta e non era possibile azionare la corrente. Mi pervase così la profonda sensazione che Dio Onnipotente fosse con me in ogni momento. Anche se mi trovavo in un covo di demoni, Dio restava al mio fianco. Mi permetteva di sperimentare la sofferenza, ma non lasciava che quei demoni satanici mi uccidessero. Resi grazie a Dio Onnipotente per la Sua miracolosa protezione e per avermi concesso di venirne fuori! La mia fede si rafforzò e mi sentii disposta a sopportare ogni sofferenza per rimanere salda nel testimoniare Dio. Quei malvagi poliziotti mi torturarono e interrogarono con foga per sei giorni e cinque notti, senza permettermi di mangiare, bere acqua o dormire. Ebbi così modo di constatare con chiara evidenza che il governo del Partito Comunista Cinese non è altro che una banda di criminali e farabutti. Essere nelle loro grinfie voleva dire essere nelle grinfie di crudeli e violenti demoni che senza l’aiuto e la protezione di Dio mi avrebbero torturata a morte. Nonostante quei malvagi poliziotti non mi permettessero di mangiare, bere e dormire da diversi giorni e mi torturassero in tutti i modi, non mi sentii mai assetata o affamata, né stanca. Gli ufficiali del Corpo di Sicurezza Nazionale dissero che non avevano mai visto una persona giovane come me resistere per tanti giorni. Compresi a fondo che era per via della smisurata forza vitale di Dio Onnipotente che sosteneva il mio guscio terreno infondendomi la vita e la forza di perseverare fino alla fine. Proprio come ha detto il Signore Gesù: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). Le parole di Dio Onnipotente dicono: “Dio usa la Sua vita per sostenere tutte le cose, sia viventi sia prive di vita, mantenendo tutto in buono stato grazie alla Sua potenza e autorità. Questa è una verità che nessuno può concepire o comprendere e queste verità incomprensibili sono la manifestazione stessa e la prova della forza vitale di Dio” (“Dio è la sorgente della vita dell’uomo” in “La Parola appare nella carne”).

A quel punto, vedendo che le tattiche forti non stavano avendo effetto, i poliziotti decisero di provarne di più morbide. Venne a interrogarmi il capo del Corpo di Sicurezza Nazionale in persona. Con fare compiacente mi tolse delicatamente le manette, mi invitò a sedermi e disse con voce “gentile”: “Sei davvero irragionevole. Non hai un ruolo di comando nella Chiesa, ti hanno venduta e tu sei qui a farci resistenza per loro. Ne vale davvero la pena? Inoltre, sappi che se credi in Dio Onnipotente tuo figlio da grande non potrà fare il test di ammissione all’università, entrare nell’esercito o accedere alle cariche pubbliche. E a tuo marito non importa nulla di te. Potrebbe già aver trovato un’altra e averti abbandonato… Il fatto è che sappiamo già tutto della tua situazione. Anche se non ci dici nulla possiamo lo stesso incriminarti, perché questa nazione appartiene al Partito Comunista Cinese. Siamo noi a decidere cosa deve succedere. Allo stesso modo, siamo noi a decidere quanti giorni tenerti in prigione. Anche se muori qui, a noi non succederà nulla, perciò tanto vale che confessi! La Cina è diversa dalle altre nazioni. Anche se non ci dici nulla, possiamo comunque accusarti di un crimine e condannarti”. Sentendo tutti i modi in cui cercava di tentarmi con la sua gentilezza, il mio cuore sussultava ora di gioia e ora di delusione ed ero al colmo dell’infelicità. Non sapevo cosa fare, così dentro di me invocai: “Dio Onnipotente! Sai che la mia levatura è troppo bassa e che sono tanto carente. Non so come vivere o affrontare questa situazione. Ti imploro di guidarmi”. E di nuovo trovai un’indicazione nelle parole di Dio: “In ogni momento il Mio popolo dovrà restare in guardia contro le scaltre macchinazioni di Satana, […] il che vi impedirà di cadere nella trappola di Satana, quando sarà troppo tardi per recriminare” (Capitolo 3 di “Parole di Dio all’intero universo” in “La Parola appare nella carne”). “Per il Mio bene, devi anche non cedere a nessuna delle forze oscure. Confida nella Mia saggezza per percorrere il cammino perfetto; non permettere alle cospirazioni di Satana di avere il sopravvento” (Capitolo 10 di “Discorsi di Cristo al principio” in “La Parola appare nella carne”). Le parole di Dio mi illuminarono il cuore, e trovai una via per metterle in pratica. Pensai tra me e me: “Ma certo! Era Satana che si serviva di appigli emotivi per fuorviarmi e trarmi in inganno. Dovrei saper riconoscere i suoi trucchi, sconfiggerlo con la saggezza e non lasciarmi raggirare. Ogni cosa e ogni evento è nelle mani di Dio. Anche se dovessi restare in prigione così a lungo da vedere formarsi la ruggine sulle sbarre, non dovrò mai sottomettermi a Satana e tradire Dio!” Ora mi era molto più chiaro cosa fare. Di fronte alle sue provocazioni e tentazioni rimasi seduta in silenzio, in preghiera, e al cospetto di Dio il mio cuore si placò. Poi, furente, dissi a quell’uomo: “La denuncerò! Non solo ha tentato di estorcermi una confessione con la tortura, ma mi ha anche falsamente accusata di aver commesso un crimine!” Con una risatina maligna, rispose: “Non ti ho picchiata. Fammi pure causa! Questo è il paese del Partito Comunista Cinese: nessuno si schiererà in tuo favore”. Le sue menzogne mi fecero disprezzare con tutta me stessa il malefico governo del PCC. Per di più, quel vecchio diavolo non aveva il minimo rispetto della legge o della morale. A quel punto tirò fuori un grosso plico di documenti d’identità dei miei fratelli e delle mie sorelle perché li identificassi, chiedendomi se li conoscessi e sperando invano che li avrei traditi. Gli risposi in tono risentito: “Non ne conosco neppure uno!” Avvampò di rabbia. Capì che davvero non gli avrei detto nulla e se ne andò indignato. Quel pomeriggio mi portarono al centro di detenzione dove mi minacciarono crudelmente: “Nel centro di detenzione ti faremo stare accovacciata nell’acqua a pelare spicchi d’aglio e nel giro di qualche giorno ti ritroverai le mani putrefatte!”, dissero. Mentre parlavano sogghignavano e ridevano sprezzanti, e nelle loro espressioni bestiali vidi il volto demoniaco di Satana, crudele e maligno!

Quando mi trovavo da un mese al centro di detenzione la polizia mi disse che potevo andare a casa se pagavo 20.000 yuan. Dissi che non li avevo e mi risposero che anche 10.000 andavano bene, come se volessero trattare. Quando dissi che non avevo un soldo, la loro supponenza sfociò immediatamente in rabbia e dissero con un ghigno: “Se non hai i soldi, ti tocca la rieducazione attraverso il lavoro! Quando uscirai, tuo marito neppure ti vorrà!” Risposi risoluta: “E allora farò così, a me non importa!” Per cui, sui due piedi, mi accusarono di “disturbo dell’ordine sociale” e “impedimento all’applicazione della legge” e mi condannarono a un anno di rieducazione attraverso il lavoro, dimostrandomi così ancora più palesemente che il governo del PCC è un diavolo satanico che non ha rispetto per le vite umane e si inimica Dio! In questo inferno in terra governato da demoni dove Dio viene visto come un nemico mortale, il partito al potere è legge e decreto divino, e coloro che vivono in suo potere non hanno diritti umani né alcuna libertà, per non parlare della libertà di culto! In quel momento, non potei fare a meno di ricordare le parole di Dio Onnipotente: “È per dar sfogo, senza riserva alcuna, all’odio che vi gonfia il petto, estirpare quei germi ammuffiti, permettervi di lasciare questa vita che non è diversa da quella di un bue o di un cavallo, non essere più schiavi, non essere più arbitrariamente calpestati o ricevere ordini dal gran dragone rosso; non sarete più parte di questa nazione fallita, non apparterrete più all’odioso gran dragone rosso, non ne verrete più fatti schiavi. Il nido dei demoni verrà sicuramente fatto a pezzi da Dio e voi starete accanto a Dio: voi appartenete a Dio e non a questo impero di schiavi. Dio detesta da tempo questa società oscura fin nel midollo delle Sue ossa. Egli digrigna i denti, non vedendo l’ora di mettere sotto i piedi questo malvagio, atroce serpente antico, così che non si possa mai più risollevare e non torni mai più ad abusare dell’uomo; Egli non scuserà le azioni da questi compiute in passato, non tollererà l’inganno da questi perpetrato ai danni dell’uomo, salderà il conto per ciascuno dei peccati commessi da questi nel corso delle epoche; Dio non Si mostrerà minimamente indulgente verso questo caporione di ogni male,[1] e lo annienterà completamente” (“Lavoro e ingresso (8)” in “La Parola appare nella carne”). Nell’attimo in cui constatai quanto infido, subdolo e falso fosse il governo cinese mi sentii pervadere da un misto di sofferenza e rabbia. Sostiene di rispettare slogan come “libertà di culto religioso, tutela dei diritti legittimi e degli interessi dei cittadini”, ma dietro a questa facciata ostacola e disturba senza il minimo scrupolo l’opera di Dio: arresta, picchia, multa e uccide a suo piacimento chi crede in Dio Onnipotente e costringe in modo spietato a rifiutare Dio, a tradire Dio e a sottomettersi al suo oscuro dominio. L’umanità è stata creata da Dio ed è giusto e naturale credere in Dio e adorarLo, ma il governo reazionario del PCC va contro il Cielo e contro natura, cercando di allontanare la venuta del vero Dio. Il PCC perseguita in modo disumano chi crede in Dio, con minacce, incentivi, false incriminazioni, confessioni estorte e torture. I suoi crimini sono efferati, orribili e spregevoli! La sua malvagia abiezione me lo fece odiare fino al midollo, e divenni più decisa che mai a morire piuttosto che seguirlo; la mia fede e determinazione a seguire Dio Onnipotente e percorrere il retto cammino di vita divennero più salde che mai.

Nell’agosto del 2010 sono stata rilasciata dopo aver scontato la mia condanna. Tornata a casa, sono venuta a sapere che mentre ero in prigione anche mio marito è stato sorvegliato dalla polizia per un anno: di sera i poliziotti in borghese si appostavano spesso dietro casa per spiarlo e sorvegliare l’abitazione e perciò lui era costretto a non rincasare, senza un posto sicuro dove stare. Di giorno doveva lavorare all’aperto e di notte doveva dormire tra la legna della catasta vicino a casa, sempre sul chi va là. Dopo il mio rilascio ho scoperto anche che i tirapiedi della polizia hanno diffuso voci su di me nel villaggio, istigando tutti gli abitanti ad abbandonarmi e mandando la direttrice delle donne del villaggio a sorvegliarmi. Inoltre hanno voluto che dichiarassi per iscritto che non avrei lasciato la città. Mi hanno privata di tutte le libertà personali. Trascorso un mese dal mio ritorno a casa, sono stata di nuovo costretta da tre o quattro funzionari di polizia a presentarmi per un interrogatorio presso il Corpo di Sicurezza Nazionale. Mi hanno di nuovo legata a una sedia di metallo tentando di estorcermi informazioni riguardanti la Chiesa di Dio Onnipotente. Quando i miei familiari sono venuti a prendermi, i poliziotti hanno dichiarato in tono arrogante: “Se volete che sia rilasciata dovete pagare una multa di 20.000 yuan o convincerla a rivelarci informazioni sulla Chiesa di Dio Onnipotente, altrimenti sarà condannata a cinque anni di rieducazione attraverso il lavoro!” Poiché non possedevano tutto quel denaro, ai miei familiari non è rimasto altro da fare che tornare a casa con la coda fra le gambe, impotenti. Ho capito in cuor mio che quei demoni intendevano nuovamente servirsi dell’arresto per costringermi a tradire Dio, così nel mio cuore ho invocato a gran voce Dio pregando: “Dio Onnipotente, oggi Satana sta di nuovo ricorrendo ai suoi stratagemmi nella vana speranza di costringermi a tradirTi, ma non mi lascerò ingannare. Ti renderò testimonianza per recarTi soddisfazione, non importa quanti anni di lavoro forzato mi toccheranno”. Proprio mentre in cuor mio facevo quel voto di restare salda nella mia testimonianza qualunque sofferenza mi aspettasse, ho visto attuarsi l’opera miracolosa di Dio: avendo capito che non avrebbero ottenuto niente dall’interrogatorio, quella sera stessa quei malvagi poliziotti mi hanno rilasciata. Ho reso grazie a Dio Onnipotente per avermi aperto una via salvandomi di nuovo dalle grinfie di Satana.

Quando ero nel pieno della crudele persecuzione del governo del PCC, non avrei mai osato immaginare che ne sarei uscita viva. Senza la guida della parola di Dio Onnipotente, senza la cura e la protezione di Dio Onnipotente, e senza l’infinita forza donatami da Dio, la mia debole vita avrebbe potuto essere spazzata via e divorata in ogni momento da quei diavoli disumani, e io non sarei mai stata in grado di mantenermi salda di fronte a Satana. Ho potuto così comprendere in modo autentico l’autorità e il potere delle parole di Dio Onnipotente, sentire la trascendenza e la grandezza della forza vitale di Dio Onnipotente, e fare esperienza dell’amore e dell’altruismo con cui Dio mi ha donato la vita! È stato Dio Onnipotente a guidarmi affinché resistessi ripetutamente alle tentazioni di Satana, superassi la paura della morte e venissi fuori da quell’inferno in terra. Ho vissuto in profondità su me stessa che solo l’amore di Dio Onnipotente per l’umanità è genuino, che Dio Onnipotente è il Solo sul quale possa fare affidamento, e che Egli è la mia unica salvezza. Ho giurato sulla mia vita di abbandonare e rifiutare Satana, perseguire la verità, e seguire in eterno Dio Onnipotente, percorrendo il giusto e luminoso cammino di vita!

Note a piè di pagina:

1. “Caporione di ogni male” si riferisce al vecchio diavolo. Questa frase esprime un’estrema repulsione.

Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente

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