Ho sempre creduto che io e mio marito avremmo passato la vita “con il viso chino sul terreno e la schiena rivolta al sole” perché non abbiamo studiato abbastanza e non abbiamo alcuna conoscenza. È per questo che ho deciso che per quanto duramente dovessi lavorare o per quanto dovessi soffrire, avrei mandato i nostri figli a scuola così che potessero realizzare qualcosa e distinguersi dalla folla e non dovessero seguire le nostre orme. Con questo obiettivo in mente, io e mio marito mangiavamo e ci vestivamo in modo semplice e risparmiavamo ogni centesimo per mandare la nostra figlia maggiore alla scuola tecnica e il nostro figlio maggiore all’università. Avevamo ancora altri due figli, così per mandarli all’università mio marito ha dovuto lavorare per anni lontano dalla famiglia e io mi occupavo dei campi e dei maiali a casa dall’alba al tramonto. Ogni volta che il lavoro agricolo diventava troppo faticoso, desideravo semplicemente poter smettere. Considerando quanto è competitiva la società oggi, tuttavia, se non avessi mandato i miei figli a scuola, avrebbero avuto un futuro soltanto lavorando nel fango come me, non avrebbero mai ottenuto nulla e sarebbero stati guardati dall’alto in basso. Solo andando all’università avrebbero potuto trovare un buon lavoro o diventare funzionari, ottenere qualcosa, costruire un futuro per sé stessi e conquistare la gloria per noi. Quando ci pensavo, sentivo che sarebbe valsa la pena sopportare il dolore e la fatica. Così ogni giorno, quando mi svegliavo, mi tenevo così occupata con il mio lavoro che spesso non avevo il tempo per la lettura delle
parole di Dio o per una normale vita spirituale, e ancora meno per una normale vita nella Chiesa o per adempiere ai miei doveri, ma non ci facevo caso e continuavo ad ammazzarmi di lavoro per i miei figli…