In passato, quando leggevamo le parole di Paolo: “Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, […]” (II Timoteo 4:7-8), credevamo che se avessimo lavorato sodo e sacrificato tutto per il Signore saremmo sicuramente entrati nel Regno dei Cieli. è davvero così?
Il Signore Gesù disse, “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Quindi l’accesso al Regno dei Cieli avviene solo per mezzo di Cristo, quindi dovremmo basarci solo sulle parole di Dio. L’idea di Paolo, che gli uomini possono entrare nel Regno dei Cieli grazie al duro lavoro e ai sacrifici, è, appunto, solo un’idea di Paolo, non la volontà di Dio.
Il Signore Gesù disse: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo 7:22-23). Le parole del Signore ci dicono chiaramente che molte delle persone che predicano, scacciano i demoni e fanno meraviglie nel nome del Signore, e anche di quelli che lavorano sodo e si sacrificano per Lui, in realtà non sono degni dell’approvazione del Signore che permetterebbe loro di accedere al Regno dei Cieli.
Ma allora qual è il parametro per capire se si degni di entrare nel Regno dei Cieli? Ho notato un passo delle parole di Dio su un sito web: “Che l’uomo possa o non possa essere salvato non dipende dalla quantità di lavoro che svolge, o quanto vi si dedichi, ma è invece determinato dal fatto che egli conosca o meno l’opera dello Spirito Santo, che sappia o meno mettere la verità in pratica e che le sue idee sul perseguimento siano o meno conformi alla verità”. Tale parametro viene svelato proprio in questo passaggio. L’accesso o meno al Regno dei Cieli è subordinato la nostra conoscenza dell’opera dello Spirito Santo, alla nostra volontà di seguire gli insegnamenti di Dio e alla nostra ricerca della verità. Vediamo ora questi tre parametri nel dettaglio.
Primo parametro: conosciamo l’opera dello Spirito Santo?
Cosa significa, esattamente, conoscere l’opera dello Spirito Santo? Significa conoscere Dio. Se non conosciamo uno, allora non conosciamo nemmeno l’altro, perché lo Spirito Santo è Dio e Dio è lo Spirito Santo. Proprio come quando il Signore Gesù compì la Sua opera, all’inizio Pietro non sapeva che Gesù era Dio in persona, ma ascoltando le Sue parole percepì una grande autorità, e compresi che non potevano essere pronunciate da un uomo qualunque. Inoltre, fu testimone di molte Sue meravigliose azioni, come sfamare 5000 persone con cinque pani due pesci, calmare il vento e il mare, tutte cose al di fuori della portata di un uomo. Nel suo seguire il Signore Gesù, Pietro ottenne una grande conoscenza di ciò che Egli è e ha. Grazie al suo grande amore per il Signore Gesù, Pietro fu illuminato dallo Spirito Santo e poter riconoscere Gesù come Dio Stesso. Proprio come si legge nella Bibbia: “Ed egli disse loro: E voi, chi dite ch’io sia? Simon Pietro, rispondendo, disse: Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente. E Gesù, replicando, gli disse: Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona, perché non la carne e il sangue t’hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. E io altresì ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del Regno dei Cieli; e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato ne’ cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto ne’ cieli” (Matteo 16:15-19). Le parole del Signore Gesù ci mostrano le benedizioni che Dio diede a Pietro: innanzitutto, una grandissima illuminazione, grazie alla quale Pietro riconobbe la vera identità di Gesù; inoltre, Dio assunse Pietro come roccia della Sua chiesa e gli diede le chiavi del Regno dei Cieli, una grandissima benedizione per qualsiasi credente. Pietro tenne queste benedizioni perché da un lato amava Dio immensamente, e dall’altro perché conosceva davvero l’opera dello Spirito Santo, ovvero Dio. Coloro che non conoscono davvero lo Spirito Santo non riceveranno mai l’approvazione di Dio, non importa quanto lavorino duro e si sacrifichino; anzi, potrebbero addirittura iniziare a resistere a Dio ed essere da Lui maledetti. Ad esempio, i capi religiosi ebrei, gli scribi e i farisei avevano servito nel tempio per molti anni, e molti di loro sacrificarono tutto per viaggiare e diffondere il Vangelo. Ma quando il Signore Gesù Si fece carne, non solo essi non riconobbero l’opera dello Spirito Santo – né l’opera di Dio –, ma non si curarono nemmeno di fare ricerche. Definirono Dio secondo le proprie nozioni e concezioni, e cooperarono con il governo romano per inchiodare il Signore Gesù sulla croce, commettendo così un orribile crimine, e per questo subirono la giusta punizione di Dio. Questa è una prova che la conoscenza dell’opera dello Spirito Santo è vitale per noi, se vogliamo avere la possibilità di entrare nel Regno dei Cieli. Questo è il primo parametro.
Secondo parametro: siamo in grado di seguire gli insegnamenti di Dio?
Il Signore Gesù disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Dio è la via, la verità e la vita. Solo se conosciamo la verità e agiamo secondo le parole del Signore possiamo ottenere la verità e la vita, una direzione da seguire, e infine entrare nel Regno dei Cieli, perché Dio sarà soddisfatto. A Dio non importa quanto sapere possediamo; piuttosto, guarda se siamo in grado di seguire i Suoi insegnamenti. Se accettiamo le parole di Dio come il nostro modo di vita, allora riceveremo la Sua approvazione. Proprio come Abramo nell’Antico Testamento, che metteva in pratica le parole di Dio incondizionatamente. Dio gli diede un figlio quando aveva 100 anni, e poi gli chiese di fare di quel figlio un sacrificio in Suo onore. Fu molto difficile per Abramo, e soffrì molto nel riconsegnare il suo amato figlio, il suo unico figlio, Isacco, a Dio. Allora Dio vide che Abramo era disposto ad obbedirGli senza esitazione, così lo benedì ancora di più. Il Signore Gesù una volta disse: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli” (Matteo 7:21). Qui, le parole “chi fa la volontà del Padre mio” si riferiscono a colui che persegue la via del Signore incondizionatamente e sotto ogni aspetto. Secondo Signore, soltanto queste persone possono entrare nel Regno dei Cieli. Questo è il secondo parametro.
Terzo parametro: siamo disposti a ricercare la verità accantonando le nostre concezioni?
Dio dice: “Se quello che cerchi è la verità, ciò che metti in pratica è la verità e ciò che ottieni è un cambiamento nella tua indole, quindi il percorso che percorri è quello giusto. Se quello che cerchi è la benedizione della carne e ciò che metti in pratica è la verità delle tue concezioni, e se non vi è alcun cambiamento nella tua indole e non sei affatto obbediente a Dio nella carne e vivi ancora nella vaghezza, allora ciò che cerchi ti porterà sicuramente all’inferno, perché il cammino che segui è il percorso del fallimento. Se sarai reso perfetto o sarai eliminato dipende dalla tua ricerca, il che vale a dire che il successo o il fallimento dipendono dal cammino che l’uomo compie”. Questo passo mostra che per entrare nel Regno dei Cieli dobbiamo seguire la giusta direzione nella nostra fede in Dio. Ma come sappiamo se abbiamo preso la strada giusta? Se nella nostra ricerca teniamo in considerazione le parole e la volontà di Dio, allora siamo sulla strada giusta perché stiamo seguendo la Sua volontà, e avremo sicuramente successo. Prendiamo ad esempio Giobbe, che lodava Dio senza aspettarsi nulla in cambio. Anche nelle difficoltà, Giobbe non si lamentò mai con Dio, e continuò anzi a temerLo e a evitare il male, perciò la sua vera fede fu approvata da Dio. Pietro è un altro esempio. Quando seguiva il Signore Gesù, era sempre alla ricerca del cammino di Dio, nutriva un amore puro per Lui e condusse le Sue chiese grazie alle sue reali esperienze. Infine, fu perfezionato da Dio grazie al suo esserGli stato obbediente fino alla morte e averLo amato al massimo. Sia Giobbe che Pietro entrarono nel Regno dei Cieli, perché nella loro ricerca furono entrambi retti.
Se però i nostri punti di vista non si accordano alla volontà di Dio, allora sono sbagliati. Anche se seguiamo Dio fino alla fine, non otterremo la Sua approvazione… anzi, potremmo persino essere condannati. All’inizio del nostro cammino di fede, tutti noi avevamo in mente solo le benedizioni. Alcuni credevano in Dio perché curasse le loro malattie, altri perché portasse pace nella loro famiglia, altre ancora per evitare disastri sofferenze future, oppure per ottenere l’ingresso nel Regno dei Cieli. Se analizziamo davvero ciò che ci spinge alla ricerca, capiremo che nessuna di quelle ragioni soddisfa Dio o adempie al dovere di una Sua creazione; al contrario, sono tutti interessi personali e vengono direttamente da Satana. Se quelle sono anche le nostre ragioni, non importa se abbandoniamo le famiglie o una bella vita: non otterremo comunque la benedizione del Signore perché la nostra fede è piena dei nostri desideri egoisti e non adora affatto Dio in sostanza. Stiamo solo cercando di pagare un piccolo prezzo per ottenere grandi benedizioni. Proprio come disse Paolo: “Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, […]” (II Timoteo 4:7-8). Queste parole si rivelano con lo scopo della fede di Paolo non era adempiere al suo dovere come essere creato per soddisfare Dio, quanto più ottenere la corona di rettitudine in futuro e il potere nel regno di Dio. Se ci riflettiamo bene, capiremo che tali parole celano pensieri del tipo: “se Dio mi dona la corona per le mie azioni, allora è un Dio retto; altrimenti non lo è affatto.” In questo modo Paolo stava negando la rettitudine di Dio di nascosto, quasi a volerGli estorcere quella corona. Non Gli stava forse resistendo? Che possibilità aveva di entrare nel Regno dei Cieli? Questo rispecchia esattamente le parole del Signore Gesù: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo 7:22-23). Da queste parole capiamo che diversi approcci alla ricerca avranno anche risultati diversi. Questo è il terzo parametro.
Questi tre parametri che giudicano la nostra possibilità di entrare nel Regno dei Cieli non hanno solo smascherato la nostra visione sbagliata, ma ci mostrano la giusta direzione da seguire per giungere a quella destinazione. Ci auguriamo che questo articolo possa aiutare tutti i cristiani che aspettano solo di essere rapiti dal Signore e portati nel Regno dei Cieli.
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